Qual è la differenza tra la cedolare secca e il contratto normale di affitto?
Sibilla Bianco
2025-10-31 07:25:26
Numero di risposte
: 25
La differenza tra la cedolare secca e il contratto normale di affitto sta nel trattamento fiscale dei canoni percepiti e nella possibilità di dedurre le spese.
La cedolare secca è un’opzione fiscale che permette di tassare i redditi da locazione con un’aliquota sostitutiva fissa.
La cedolare secca offre semplicità e un’imposta fissa, mentre il regime ordinario può offrire maggiore flessibilità e detrazioni.
Il locatore rinuncia a qualsiasi aumento del canone durante la durata del contratto con la cedolare secca.
Il regime ordinario è il metodo tradizionale di tassazione sui redditi da locazione.
Il regime ordinario consente la deduzione di alcune spese, come le spese di manutenzione straordinaria e le spese condominiali.
La scelta tra cedolare secca e regime ordinario dipende da diversi fattori, tra cui la durata del contratto, il valore del canone e le esigenze del locatore.
Elsa Mazza
2025-10-27 06:31:21
Numero di risposte
: 29
La cedolare secca può essere applicata agli immobili per uso abitativo che possono godere di un sistema di tassazione sostitutivo all’Irpef.
Quali sono le differenze tra cedolare secca e regime ordinario per i contratti d’affitto La prima differenza è quella che consente di sostituire l’Irpef, l’imposta di bollo e l’imposta di registro con un’imposta sostitutiva al 21% o al 10%.
Con il regime ordinario, invece, le aliquote possono arrivare fino al 43% in base alla fascia di reddito.
Con il regime ordinario il reddito derivato dall’affitto va dichiarato e viene sommato con gli altri redditi, mentre con la cedolare secca non è rilevante ai fini dell’Irpef ma non si possono far valere sgravi o agevolazioni fiscali.
La cedolare secca può essere applicata anche a contratto in corso e sarà valida solo per il periodo in oggetto.
Per gli affitti brevi, ossia inferiori ai 30 giorni, il proprietario può applicare la cedolare secca direttamente nella dichiarazione dei redditi.
Questo tipo di contratto conviene, in particolare, al contribuente proprietario che non ha diritto a sgravi fiscali o possiede un reddito alto.
Anche per l’inquilino ci sono alcuni vantaggi, perché non deve pagare l’imposta di bollo o di registro e perché non è possibile aumentare il canone di locazione per tutta la durata del contratto.
Zelida Mancini
2025-10-23 07:06:15
Numero di risposte
: 22
La cedolare secca è un regime fiscale agevolato riservato ai proprietari privati che affittano immobili a uso abitativo.
Invece di pagare l’IRPEF sul reddito da locazione, puoi scegliere un’imposta fissa del 21% o del 10%, eliminando anche l’imposta di registro e il bollo.
Puoi scegliere la cedolare secca se sei una persona fisica, se affitti un immobile residenziale e hai uno dei seguenti contratti:
Libero 4+4 → aliquota 21%.
Concordato 3+2 → aliquota 10%.
Transitorio o studenti → 10%.
La cedolare secca vs regime ordinario:
Tassazione: Fissa 10% o 21% vs Aliquote 23%–43%.
Imposta registro: ❌ vs ✅ (2%).
Imposta di bollo: ❌ vs ✅ (16€/4 facciate).
Aggiornamento ISTAT: ❌ vs ✅ (canone rivalutabile).
Dichiarazione redditi: ✅ semplificata vs ✅.
Il risparmio medio annuo può superare i 1.000 euro per singolo immobile.
La cedolare secca è la scelta migliore quando:
Hai un’aliquota IRPEF alta.
Vuoi semplificare la fiscalità.
Affitti in zone ad alta tensione abitativa.
Applichi un canone concordato.
Vuoi evitare sorprese da adeguamento ISTAT o comunicazioni annuali.
Bortolo Gallo
2025-10-12 14:33:26
Numero di risposte
: 22
La cedolare secca è un regime opzionale per i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo effettuati tra persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di un’attività d’impresa o professionale.
Il regime prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali per il reddito derivante dall’affitto dell’immobile e l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e dall’imposta di bollo per registrazioni, risoluzioni e proroghe del contratto.
Scegliendo la cedolare secca, il locatore rinuncia alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente.
Assolvendo la sola imposta sostitutiva, infatti, il canone di locazione non si cumula con gli altri redditi ai fini Irpef e addizionali.
In più, non sono dovute né l’imposta di registro né l’imposta di bollo per la registrazione, la risoluzione e la proroga del contratto.
Marianita Damico
2025-10-02 15:46:33
Numero di risposte
: 32
Per i contribuenti che preferiscono scegliere la tassazione ordinaria la registrazione di un contratto di locazione comporta il pagamento di: Imposta di registro pari al 2% del canone annuo, Imposta di bollo pari a 16 euro ogni 4 facciate del contratto, Irpef per redditi fino a 75.000€ aliquota del 23%, per redditi superiori aliquota marginale del 43%.
La cedolare secca è un'unica tassa con tassazione pari a:
21% del canone annuo qualora il contratto di affitto sia a canone libero,
15% se è a canone concordato.
Tra società non si può fare la cedolare secca, solo tra privati.
Per il reddito inferiore la differenza è ridotta, per quello superiore la cedolare dimezza quasi l’imposta.
Leggi anche
- Come funziona il contratto di affitto con cedolare secca?
- Qual è l'affitto massimo con la cedolare secca?
- Quanti anni dura un contratto con cedolare secca?
- Quando conviene fare un contratto con cedolare secca?
- Quanto dura il contratto di affitto con cedolare secca?
- Quando non conviene la cedolare secca?