Come funziona il contratto di affitto con cedolare secca?

Agostino Costa
2025-10-02 18:59:34
Numero di risposte
: 25
Il regime prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali per il reddito derivante dall’affitto dell’immobile e l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e dall’imposta di bollo per registrazioni, risoluzioni e proroghe del contratto.
L’imposta sostitutiva è pari al 21% del canone di locazione annuo stabilito dalle parti, salvo che per i contratti a canone concordato, per cui si applica un’aliquota del 10%.
Scegliendo la cedolare secca, il locatore rinuncia alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente.
Il regime della cedolare secca ha diversi vantaggi.
Assolvendo la sola imposta sostitutiva, infatti, il canone di locazione non si cumula con gli altri redditi ai fini Irpef e addizionali.
In più, non sono dovute né l’imposta di registro né l’imposta di bollo per la registrazione, la risoluzione e la proroga del contratto.

Shaira Valentini
2025-10-02 18:41:35
Numero di risposte
: 25
Il proprietario deve avvisare l’inquilino, con lettera raccomandata, della scelta della cedolare secca: in caso non lo faccia, rimane nel regime IRPEF.
Il locatore che sceglie l’opzione della cedolare secca rinuncia ad applicare aumenti del canone di affitto (anche gli aumenti ISTAT).
L’inquilino deve ricevere una lettera raccomandata dal padrone di casa, che lo avvisa della scelta della cedolare secca: con la cedolare l’affitto non può subire aumenti.
I proprietari che affittano a canone concordato potrebbero passare al canone libero, perché in generale la cedolare secca rende più conveniente il canone libero.
La cedolare secca, se scelta dal contribuente, sostituisce l’IRPEF, le addizionali all’IRPEF, l’imposta di registro e l’imposta di bollo sui contratti di locazione.