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Quando i contributi valgono doppio?

Nazzareno Gentile
Nazzareno Gentile
2025-10-29 23:13:45
Numero di risposte : 21
0
I contributi valgono doppio quando il lavoratore svolge due impieghi part time contemporaneamente e i versamenti di contributi da parte dei due datori di lavoro sono sommati. In questi casi, l’ammontare dei contributi raddoppia, aumentando la misura della futura pensione. Il principio vale per ogni tipologia di contributi versata in contemporanea, come la contribuzione accantonata presso la Gestione Separata Inps o i contributi Enpals. I contributi possono essere maggiorati anche nei casi di invalidità, esposizione all’amianto o per le vittime di terrorismo e stragi. I soggetti con invalidità superiore al 74% hanno diritto al riconoscimento di 2 mesi di contributi figurativi in più all’anno. Per i lavoratori esposti all’amianto per almeno 10 anni, l’anzianità contributiva è maggiorata del 50%. I lavoratori vittime di eventi terroristici hanno diritto ad un aumento figurativo di 10 anni di anzianità contributiva.
Maggiore Martinelli
Maggiore Martinelli
2025-10-24 13:45:22
Numero di risposte : 18
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I contributi valgono doppio se si è iniziato a lavorare prima del compimento dei 18 anni di età. Un anno di contributi, quindi, versati prima di compiere i 18 anni vale 1,5 volte. Per chi ha lavorato 2 anni prima del compimento dei 18 anni, quindi, c’è la possibilità di vedersi accreditare 3 anni di contributi. I contributi maggiori, quindi, servono solo per il raggiungimento del requisito contributivo di accesso ma non per il calcolo dell’assegno previdenziale spettante. Come dicevamo, però, questo beneficio è appannaggio esclusivo di chi ha iniziato a lavorare dopo l’entrata in vigore della Legge Dini, ovvero a partire dal 1996. Per chi ha contribuzione versata prima di tale data il beneficio non è riconosciuto.
Giacinta Mancini
Giacinta Mancini
2025-10-10 15:56:03
Numero di risposte : 17
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I contributi coincidenti vengono considerati solo fino al raggiungimento delle 52 settimane di contribuzione, poi sono inutilizzabili. Ma solo per il diritto. I contributi, anche se coincidenti valgono, invece, per il calcolo della pensione anche quando non possono essere utilizzati per il diritto. Ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico, quindi, si considerano tutti i contributi accreditati dal lavoratore e questo si traduce nel diritto ad una pensione più alta. I contributi coincidenti, quindi, non vanno persi ma sono utilizzati per il calcolo dell’assegno previdenziale. Le 12 settimane in più non potranno essere utilizzate per incrementare la sua anzianità contributiva ma peseranno sull’assegno previdenziale che si calcola sempre sui reali contributi accreditati.