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Quando si va in pensione, si perde l'assegno ordinario di invalidità?

Raniero Vitale
Raniero Vitale
2025-11-09 04:01:11
Numero di risposte : 23
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Al compimento dell’età pensionabile, in presenza di tutti i requisiti di legge, l’assegno ordinario di invalidità si trasforma in pensione di vecchiaia. Sono considerati utili ai fini della trasformazione e per il perfezionamento dei requisiti contributivi, i periodi di godimento dell'assegno di invalidità, nei quali non si è prestata attività lavorativa. L'assegno decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, se risultano soddisfatti tutti i requisiti, sia sanitari sia amministrativi previsti. È possibile continuare a lavorare pur essendo titolari dell’assegno e la contribuzione versata può essere utile alla liquidazione di un supplemento. L’importo dell’assegno, in questo caso, è ridotto in relazione alla retribuzione percepita, come da tabella G allegata alla legge 335/95.
Sabatino Mariani
Sabatino Mariani
2025-11-02 17:55:13
Numero di risposte : 13
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Non c'è una risposta diretta alla domanda "Quando si va in pensione, si perde l'assegno ordinario di invalidità?" nel testo fornito. Pertanto la risposta è: None
Yago Barone
Yago Barone
2025-10-30 18:21:39
Numero di risposte : 19
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al raggiungimento dell’età pensionabile e in presenza dei requisiti di assicurazione e contribuzione, si trasforma in pensione di vecchiaia; non è reversibile ai superstiti; è compatibile con l’attività di lavoro dipendente o autonomo; è incompatibile con l’indennità di mobilità e di disoccupazione.
Chiara Romano
Chiara Romano
2025-10-22 05:38:04
Numero di risposte : 21
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Nel momento in cui il titolare dell’assegno ordinario di invalidità compie l’età anagrafica della pensione di vecchiaia, attualmente 67 anni, la prestazione si trasforma in pensione di vecchiaia e cessano tutte le riduzioni ed incumulabilità. L’INPS applica un’ulteriore riduzione se il titolare dell’assegno ha meno di 40 anni di contributi ed ha un reddito superiore al limite indicato al punto 2). I limiti reddituali derivanti da attività lavorativa e le percentuali di riduzione dell’assegno, che hanno come parametro di base l’importo del trattamento minimo delle pensioni, sono i seguenti: 1) se il reddito da lavoro annuo supera 4 volte l’importo del trattamento minimo l’assegno viene ridotto del 25 % 2) se il reddito da lavoro annuo supera 5 volte l’importo del trattamento minimo l’assegno viene ridotto del 50 % Per coloro che hanno un reddito che rientra tra i due limiti sopra indicati, la riduzione viene determinata proporzionalmente. Pertanto viene concessa a condizione che ci sia stata e permanga in futuro: · la cessazione di qualsiasi tipo di attività lavorativa; · la cancellazione dagli elenchi anagrafici degli operai agricoli e dagli elenchi di categoria dei lavoratori autonomi; · la cancellazione dagli albi professionali; · la rinuncia ai trattamenti a carico dell’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione e a ogni altro trattamento sostitutivo o integrativo della retribuzione.
Rosanna Negri
Rosanna Negri
2025-10-11 17:11:57
Numero di risposte : 25
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Dopo il compimento dell’età pensionabile, l’assegno di invalidità civile e la pensione di invalidità civile si trasformano in “assegno sociale sostitutivo”. Come stabilito dalla legge, si tratta di una conversione automatica. In pratica, con il raggiungimento dell’età pensionabile, l’invalido civile non potrà beneficiare di prestazioni economiche, ma c’è un’eccezione. L’unico beneficio economico, che può ottenere un invalido dopo i 67 anni, è soltanto l’indennità di accompagnamento. L’indennità di accompagnamento è quella prestazione economica a favore dei soggetti invalidi totali, per i quali sia stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita. Le due prestazioni sono riconosciute fino al raggiungimento dei 67 anni di età.