Quando conviene divorziare?

Guido Marini
2025-06-02 16:22:19
Numero di risposte: 5
Il momento giusto per divorziare dipende da molteplici fattori personali e legali.
Dopo una separazione consensuale, è possibile richiedere il divorzio dopo soli 6 mesi, mentre nel caso di separazione giudiziale il termine è di un anno.
Se la relazione tra i coniugi è particolarmente conflittuale, può essere consigliabile divorziare non appena la legge lo consente.
Infatti la situazione economica può cambiare e influenzare questioni come l’assegno di mantenimento.
Considera, però, che spesso le situazioni mutano e quindi se attendi oltre a divorziare potresti dover ripartire daccapo per quanto riguarda gli accordi presi con la tua ex che potrebbe accampare pretese maggiori.
Tra l’altro oggi è possibile procedere contestualmente alla separazione e divorzio presentando in Tribunale un unico atto: i tempi saranno i medesimi ma si velocizzeranno alcuni passaggi giudiziari abbreviando i tempi.
Quando si procede con un divorzio giudiziale e quindi si litiga sulle questioni economiche quello che si può fare è chiedere una sentenza parziale di divorzio.
In questo caso il procedimento di divorzio andrà avanti per le questioni economiche mentre si sarà già divorziati.
I vantaggi di questo tipo di sentenza è quello di sciogliere subito gli effetti civili del matrimonio e quindi non essere più eredi l’un l’altro.

Benedetta Amato
2025-06-02 14:51:40
Numero di risposte: 10
La vivibilità quotidiana diviene insopportabile quando si decide di vivere da separati in casa.
Il solo vantaggio che effettivamente si può trarre dal continuare a vivere sotto lo stesso tetto è di natura economica.
Pertanto, se sei una moglie disoccupata o con uno stipendio modesto, il non chiedere la separazione legale può significare per te continuare a dipendere dal ‘buon cuore’ di tuo marito.
E lo svantaggio forse più grande è di natura psicologica.
La vita insieme è divenuta insopportabile, ma si continua inevitabilmente a condividere gli spazi, gli oggetti, le presenze, insomma la vita quotidiana, senza poter voltare veramente pagina.
Separati in casa non è una vera separazione.
Quand’anche tu e il tuo coniuge sottoscriviate un accordo in cui dichiarate che vi considerate separati, e vi date delle regole, cioè un’organizzazione che vi permetta di continuare a vivere sotto lo stesso tetto come semplici coinquilini, ebbene, quelle regole non esisteranno per la legge e dunque non saranno vincolanti.
Pertanto, si potrebbe pensare che convenga divorziare, poiché in questo modo si può porre fine a una situazione insopportabile, ottenendo il diritto all’assegno di mantenimento e una maggiore stabilità emotiva.
Rimanere separati in casa, inoltre, impedisce che decorrano i termini necessari per chiedere il divorzio.
Se un domani tu volessi risposarti, ti troveresti a dover ancora cominciare l’iter della separazione e poi quello del divorzio prima di poter convolare a nuove nozze.
Ciò potrebbe richiedere molti mesi, risultando in un ulteriore svantaggio.

Valentina Pagano
2025-06-02 14:50:41
Numero di risposte: 5
La scelta del procedimento congiunto conviene ai figli minori, poiché il Tribunale di competenza sarà quello di residenza dei figli e quindi non li obbligherà a trasferte.
Conviene anche al coniuge convenuto, cioè colui che "subisce" la richiesta di separazione/divorzio in caso di assenza di figli.
La scelta del procedimento congiunto è vantaggiosa per chi ha premura e vuole accelerare lo scioglimento del vincolo matrimoniale, per esempio a chi vuole risposarsi.
Conviene anche a chi vuole salvaguardare il proprio patrimonio, perché i coniugi ereditano solo se separati, non se divorziati.
La scelta del procedimento congiunto conviene anche al coniuge che aspira a una quota del Tfr del proprio ex, perché solo per chi è titolare di un assegno di mantenimento, il divorzio riconosce una quota del Tfr.
La scelta del procedimento congiunto non è consigliabile al coniuge economicamente più debole che richiede l’assegno di mantenimento e non deve aver fretta a divorziare.
Il procedimento congiunto non conviene se in futuro si vorrà ottenere la pensione di reversibilità che spetta al coniuge separato, mentre in caso di divorzio la pensione di reversibilità si perde.
Non conviene neanche se non si ha la disponibilità economica per far fronte alle spese del procedimento unico che comunque comporta il saldo di due attività difensive, separazione e divorzio, in un unico momento.

Jack Moretti
2025-06-02 13:45:55
Numero di risposte: 3
La separazione è individuata dal diritto di famiglia come una fase transitoria, per permettere ai coniugi di ponderare la decisione e scegliere in modo consapevole se riappacificarsi o mettere un punto definitivo con il divorzio.
Per questo motivo, dopo la separazione cambiano soltanto alcuni dei diritti e doveri tra coniugi, affinché siano più liberi data la rottura, ma comunque vincolati dal matrimonio per quanto concerne gli aspetti più importanti.
Tanto l’assegno di mantenimento quanto quello divorzile sono tassati, considerati come reddito del beneficiario, ma ciò non vale per l’assegno divorzile una tantum.
Con la sola separazione, inoltre, restano pressoché invariati gli obblighi di assistenza morale e materiale reciproca.
Se i coniugi sono in buoni rapporti può avere senso scegliere di restare separati, come molti peraltro fanno, per avere diritti reciproci in caso di necessità.
La questione può quindi essere osservata da punti di vista diametralmente opposti: se c’è fiducia tra i coniugi ha perfettamente senso scegliere di restare separati, altrimenti niente affatto.

Siro Serra
2025-06-02 13:21:17
Numero di risposte: 5
Non ci può essere una risposta univoca, se non generale in base alla valutazione di alcuni aspetti, in quanto ogni situazione è a se stante.
Da un certo punto di vista, soprattutto quando gli ex coniugi rimangono in buoni rapporti, potrebbe essere maggiormente conveniente la separazione anche non formalizzata.
Si andrebbe a risparmiare un notevole quantitativo di denaro.
Tuttavia, per chi non è in buoni rapporti, come abbiamo detto, continuano a permanere alcuni vincoli, doveri e diritti e questo punto è logico optare per lo scioglimento definitivo del matrimonio.
Il divorzio pone definitivamente fine all’unione e quasi tutti i doveri e i diritti dei coniugi vengono meno.
Permane solo il diritto a ricevere l’assegno divorzile, dovuto per consentire l’autonomia e l’indipendenza economica al coniuge economicamente svantaggiato – naturalmente, rispetto alle varie circostanze e solo se in possesso dei requisiti.
Se vogliamo dirla tutta, si può guardare alla convenienza tra i due istituti solo riguardo alle diverse conseguenze che hanno sul patrimonio.
Possiamo prendere come esempio il Trattamento di fine rapporto.
L’ex coniuge divorziato può avere diritto ad una quota di Tfr.
Se gli ex coniugi desiderano preservare il patrimonio, la scelta più conveniente è quella di divorziare.
Se, invece, non si hanno problemi a condividere l’eredità si può tranquillamente rimanere separati.
Come abbiamo ripetuto più volte, ogni caso è a se stante e bisogna valutare in base alle diverse situazioni.
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