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Come viene pagato un lavoratore autonomo?

Renzo Costa
Renzo Costa
2025-10-29 23:06:20
Numero di risposte : 22
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Il lavoratore in proprio, invece, può gestire in autonomia il suo tempo e assume un’obbligazione di risultato nei confronti del committente. Il suo obiettivo, quindi, è quello di realizzare un’opera o un servizio entro i termini pattuiti con il cliente. Il regime forfettario è riservato ai redditi sotto i 65.000 euro/anno: il lavoratore autonomo, in questo caso, non è assoggettato all’IVA, agli studi di settore e nemmeno alla tenuta dei registri contabili. Paga un’aliquota IRPEF del 5% per i primi cinque anni, e poi del 15%. Il regime ordinario, invece, presenta le seguenti aliquote IRPEF: 23% per redditi fino a 15.000 euro; 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 43% per redditi oltre 50.000 euro. Affinché si possa parlare di lavoro autonomo, per arginare il fenomeno delle false Partite IVA, l’ordinamento italiano prevede che: non vi sia un rapporto subordinato col committente; l’attività venga svolta prevalentemente in proprio e dietro compenso; il committente non coordini i lavori.
Noemi Ferrari
Noemi Ferrari
2025-10-17 03:08:28
Numero di risposte : 23
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Il compenso per la prestazione lo decidete tu e il lavoratore e il costo per te è solo il compenso, perché non ci devi pagare sopra contributi. Il contratto standard con un lavoratore autonomo è il “contratto d’opera”, e ha certe caratteristiche e limiti: deve indicare l’attività che richiedi, il compenso e il termine per il pagamento (che non può di regola superare 60 gg da fattura). In linea generale, la prestazione svolta da un lavoratore autonomo costa di più, rispetto a quando la stessa prestazione la fa un tuo dipendente: questo perché è un professionista che vende il suo know-how. Di solito non può offrirti lo stesso tempo e impegno che ti darebbe un dipendente. Il lavoro autonomo non prevede: obbligo di retribuzione minima il pagamento di contributi, INAIL, ferie e malattia un orario di lavoro imposto di usare mezzi del datore per svolgere il lavoro. Un lavoratore autonomo con P.Iva può lavorare per una sola azienda solo in alcuni casi specifici. Per controllarlo, devi stabilire all’inizio e in maniera precisa dei timing e dei KPI per misurare la qualità del lavoro svolto.
Michele Rizzo
Michele Rizzo
2025-10-17 02:50:37
Numero di risposte : 22
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Non ha un datore di lavoro, quindi non ha uno stipendio fisso ma può proporre i suoi servizi al prezzo che preferisce Quando presti i tuoi servizi in prestazione occasionale devi applicare la ritenuta d’acconto e devi sottostare ai limiti di questa modalità lavorativa, altrimenti sei costretto ad aprire la partita IVA. Avendo aperto la partita IVA rientri nell’obbligo di emettere fattura e dovrai scegliere il regime fiscale da adottare.
Franco Caruso
Franco Caruso
2025-10-17 01:04:14
Numero di risposte : 37
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Il compenso per la produzione effettuata viene concordato tra il lavoratore e il committente o cliente. I pagamenti debbano essere effettuati entro un termine concordato e comunque non superiore ai 60 giorni dal ricevimento della fattura o della richiesta di pagamento. Se il termine non è pattuito, la scadenza naturale è fissata in 30 giorni dall’emissione della fattura. In caso di mancato rispetto dei tempi previsti, scattano interessi di mora e sanzioni. Sono ritenute abusive e, perciò, prive di effetto clausole contrattuali che stabiliscano per i pagamenti termini superiori a 60 giorni.