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Cosa succede se una coppia non sposata con figli si lascia?

Benedetta De rosa
Benedetta De rosa
2025-06-04 19:54:45
Numero di risposte: 6
Cosa succede quando i due partner hanno figli e pongono fine alla loro convivenza? Quali diritti hanno i figli? I nati da coppie non unite in matrimonio hanno la stessa condizione e gli stessi diritti dei figli che nascono da persone coniugate. La legge non vuole che i figli subiscano disparità di trattamento a seconda della loro origine e delle condizioni della nascita. I figli nati da due genitori non uniti in matrimonio hanno quindi gli stessi identici diritti degli altri. I due genitori non conviventi o non più conviventi dovranno cercare un accordo per disciplinare i rispettivi doveri verso i figli minorenni e i figli maggiorenni non economicamente indipendenti. Un accordo del genere non avrebbe alcuna efficacia per la legge. Un accordo privato, cioè non ratificato ufficialmente dal giudice, vale soltanto fino a quando viene rispettato spontaneamente dalle parti. L’ accordo è efficace e utile soltanto se siglato in modo ufficiale. Per arrivare a questo occorre sottoporre l’accordo al Giudice. Vale sempre il principio dell’affidamento condiviso anche nella separazione tra i conviventi con figli? Chiaramente vale anche qua il medesimo principio dell’affidamento condiviso; e ciò comporta che sia la madre sia il padre continueranno a prendere insieme le decisioni importanti per la vita della prole minorenne, salvo decidere separatamente per le questioni ordinarie. Tieni presente, infine, che l’accordo è sempre la soluzione da preferire e che in mancanza di accordo sarà il giudice a decidere.
Eriberto Villa
Eriberto Villa
2025-06-04 18:50:33
Numero di risposte: 4
La nuova legge prevede una serie di diritti, tra i quali: accesso alle informazioni sanitarie in caso di malattia o ricovero del partner, possibilità per il soggetto economicamente più debole di ottenere il mantenimento anche in caso di separazione. Quindi la prima conseguenza della separazione tra conviventi, con figli o senza, è la necessità di pagare gli alimenti alla parte più bisognosa. Si tratta di una prestazione che non ha durata illimitata, ma deve essere determinata per un periodo proporzionale alla durata della convivenza. I genitori devono adempiere i loro obblighi nei confronti dei figli in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinchè possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli. In caso di separazione tra conviventi la casa familiare viene assegnata al genitore che dovrà vivere assieme al figlio. Il giudice, infatti, tende a proteggere l’interesse del minore, consentendo a quest’ultimo di potere vivere nel posto che considera essere la sua casa, ovvero dove ha sempre vissuto. La coppia, infatti, può accordarsi per quanto riguarda il mantenimento e l’affidamento in totale libertà, sottoponendo poi le condizioni concordate al vaglia del giudice, ovvero all’omologazione. Quest’ultimo dovrà verificare che siano stati tutelati i diritti e gli interessi del minore.
Patrizia Marino
Patrizia Marino
2025-06-04 16:15:21
Numero di risposte: 3
A differenza delle persone sposate, le persone che convivono non hanno l’obbligo di avere un atto ufficiale che renda effettiva la separazione: quando il rapporto giunge al termine, è sufficiente interrompere la convivenza. Tuttavia, in presenza di figli la situazione è più delicata: infatti, i genitori conservano, anche dopo la fine dalla convivenza, l’obbligo di provvedere all’assistenza e al mantenimento dei figli, supportandoli economicamente e trascorrendo con loro tempo adeguato a mantenere e rafforzare il legame. Pertanto, in presenza di figli è consigliabile disciplinare in modo formale i rapporti, al fine di evitare situazioni indefinite nelle quali la volontà di uno dei genitori possa diventare prevalente, creando probabili conflitti: avere regole definite sull’affidamento, il calendario delle visite ai figli, l’utilizzo della casa familiare e il mantenimento è il primo passo per creare un nuovo equilibrio e per dare stabilità ai figli. La regolamentazione dei rapporti si può raggiungere in due modi: 1. mediante un accordo, cioè definendo assieme le modalità di gestione dei figli, con il supporto dell’avvocato o di un mediatore familiare. In alternativa, l’accordo si può ufficializzare mediante la procedura di negoziazione assistita davanti a due avvocati, uno per ciascun genitore, senza necessità di passare dal tribunale. 2. mediante un procedimento contenzioso: quando non è possibile raggiungere regole condivise, ciascuno dei genitori è libero di depositare un ricorso giudiziale, formulando le proprie domande e rimettendo la decisione al tribunale. Invece nel caso permanga il disaccordo tra gli ex conviventi, sarà il giudice a decidere, adottando le regole che riterrà meglio rispondenti all’interesse dei figli, garantendo così fin dall’immediato una regolamentazione provvisoria dei rapporti.
Abramo Sala
Abramo Sala
2025-06-04 15:53:11
Numero di risposte: 5
Quando una coppia non è sposata ma convive ed ha un figlio minore o maggiorenne non autosufficiente può procedere alla separazione, sebbene non si chiami esattamente in questo modo. Si tratta infatti di regolamentare i rapporti tra i genitori con i minore ed i rispettivi diritti ed obblighi. Chi non è sposato può agire sia in via stra-giudiziale o in via giudiziale per determinare le condizioni in base a cui vuole procedere alla separazione dell’altro genitore per organizzare la propria vita e quella del figlio, stabilendo in via generale: diritto di visita e mantenimento. È importante stabilire: Affidamento, Residenza, Diritto di Visita, Assegno di Mantenimento. Se la coppia non sposata ha nel corso del rapporto acquistato una Casa di Proprietà è necessario stabilire anche le condizioni relative all’immobile. Si dovrà quindi decidere chi continuerà a vivere nella casa familiare e o se si preferisce vendere l’immobile. Come detto all’inizio, quando la coppia non è sposata, non si può parlare di separazione giudiziale ma si tratta di regolamentare il rapporto dei figli nati fuori dal matrimonio, formalizzando un accordo di separazione che regoli i seguenti aspetti: Affidamento e mantenimento del figlio, Assegnazione della casa, Divisione dei beni mobili e immobili, Eventuali obbligazioni finanziarie reciproche.
Moreno Montanari
Moreno Montanari
2025-06-04 14:48:06
Numero di risposte: 4
Il problema si pone quando ci sono figli in mezzo, specie se ancora piccoli. In ipotesi del genere sarà necessario concordare una serie di aspetti come l’affidamento dei bambini, il loro mantenimento, i giorni di visita del genitore non convivente e tutta una serie di altre questioni pratiche che spesso animano i rapporti tra ex conviventi. Bisogna quindi regolamentare una serie di questioni relative ai figli ossia: il collocamento, cioè il genitore presso cui i bambini andranno a vivere; il diritto di visita del genitore non convivente nei confronti dei figli; l’affidamento, cioè il potere-dovere dei genitori di prendere le decisioni più importanti per la crescita, l’educazione, l’istruzione e la salute dei figli; il mantenimento che il coniuge non convivente dovrà versare a quello collocatario dei figli, in modo da contribuire alle spese necessarie alle loro esigenze. In assenza di diverso accordo tra i genitori, bisognerà rivolgersi al tribunale che definisca tutti tali aspetti. Il ricorso può essere presentato anche da uno solo dei genitori, assistito dal proprio avvocato. A quel punto, sarà il giudice a stabilire i rapporti tra genitori e figli. Il genitore non collocatario contribuirà con un assegno di mantenimento mensile per le spese ordinarie, partecipando al 50% anche a quelle straordinarie che di volta in volta si presenteranno. C’è però la possibilità – anzi la certezza – che il giudice affidi la casa dell’ultima convivenza al genitore collocatario, quello cioè con cui i figli vanno a vivere, anche se è di proprietà dell’ex. L’assegnazione del tetto coniugale permane fino a quando i figli non vanno a vivere da soli o non raggiungono l’indipendenza economica oppure perdono il mantenimento perché non si danno cura di cercare un lavoro.