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Cosa sancisce il concordato?

Ariel Santoro
Ariel Santoro
2025-10-30 10:09:15
Numero di risposte : 26
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Il concordato è una convenzione bilaterale stipulata fra la Santa Sede e uno Stato per regolare questioni di carattere sia religioso sia temporale di comune interesse. Con il Concordato napoleonico il papa ottiene il riconoscimento della religione cattolica romana come religione della maggioranza dei Francesi, e dunque anche l'abolizione dell'elezione popolare dei parroci, che possono essere nominati esclusivamente dai vescovi, nonché il diritto del clero a essere stipendiato dallo Stato. Il concordato prevede infatti che la Chiesa rinunci a tutti i beni di cui la rivoluzione l'ha espropriata e che tolga la scomunica che continua a pendere sui proprietari di questi beni. Con il primo l'Italia riconosce alla Santa Sede la proprietà e la giurisdizione sul Vaticano, e la Santa Sede riconosce il regno d'Italia, con Roma capitale. Con il Concordato i rapporti in materia religiosa e civile tra l'Italia e la Chiesa cattolica vengono regolati secondo la prassi medievale dell'accordo fra due Stati sovrani, ribaltando così la tradizione laica e cavouriana del separatismo. Il nuovo Concordato, sottoscritto il 18 febbraio 1984 dal presidente del Consiglio Bettino Craxi e da papa Giovanni Paolo II, cancella il confessionismo di Stato. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, il Concordato prevede la riforma della disciplina della proprietà e dell'organizzazione ecclesiastica, con la definizione di una nuova condizione giuridica e remunerativa del clero cattolico, e con l'instaurazione di nuove relazioni finanziarie tra Stato e Chiesa. Esso, inoltre, stabilisce le norme di attuazione in materia di insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, il riconoscimento delle feste religiose, regola l'assistenza spirituale nell'ambito di strutture come ospedali, carceri e così via. Il Concordato prevede due forme di finanziamento per la Chiesa cattolica: uno privato e volontario e uno pubblico, con la destinazione annuale di una quota pari all'otto per mille del gettito complessivo IRPEF. Il cittadino però può scegliere, in alternativa, se destinare il suo otto per mille allo Stato o alle altre confessioni religiose.