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Quali sono le nuove minoranze linguistiche?

Pericle De luca
Pericle De luca
2025-08-03 11:50:21
Numero di risposte : 16
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I principi della Dichiarazione Universale dei Diritti linguistici contraria per motivi di pari dignità tra idiomi alle distinzioni tra “lingua regionale” e “lingua minoritaria” sono dunque ancora lontani dal ricevere piena accoglienza negli ordinamenti degli Stati. Il vuoto legislativo è innanzitutto un ritardo nei confronti dei mutamenti di uno spazio comunicativo nel quale anche noi italofoni siamo coinvolti, negoziando con i meccanismi di pressione che le ‘nuove minoranze’ esercitano sui preesistenti repertori linguistici. Proprio questo genere di fenomeni linguistici avrebbero forse meritato un repertorio minimo di esempi, a completamento di un saggio dove fattori chiave come il quadro legislativo, i percorsi di formazione e ricerca, gli strumenti interpretativi e la lettura di alcuni dati statistici si offrono come un valido orientamento a servizio di operatori e insegnanti del futuro, chiamati a costruire, nell’era della “glocalizzazione”, un nuovo senso condiviso di cittadinanza tra abitanti di lingue diverse. Il concetto stesso di minoranza linguistica, così come i più lo intendevano fino allo scorso millennio, a dimostrare la propria inadeguatezza. L’elevato grado di tutela per le “minoranze storiche” presenti nei territori nazionali europei è una conquista relativamente recente, cui fa da contraltare una diffusa disattenzione da parte del legislatore a livello internazionale, europeo, nazionale e regionale verso i diritti delle ‘nuove minoranze’ alloglotte. Il risultato non è un mero accostamento di vecchio e nuovo, ma un rinforzo dei processi di de-standardizzazione, mentre si ridefiniscono funzionalmente le lingue regionali, che secondo l’autore stanno divenendo lingua prima “di soggetti privi di retroterra diatopico-dialettale”. Tale paradosso rivela, tuttavia, una sua coerenza il “policentrismo etnico” cioè con il sistema di distribuzione delle ‘nuove minoranze’ sul territorio italiano.
Battista Fiore
Battista Fiore
2025-07-30 18:57:49
Numero di risposte : 23
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Le comunità di lingua minoritaria, presenti in Italia, tradizionalmente vivono: nelle regioni di confine, dove partecipano una comune cultura e lingua con le popolazioni dall’altra parte del confine, come valdostani, germanofoni, ladini, sloveni. Altre comunità storiche sono disperse per tutto il territorio, come arbëreshë/albanesi, greci, franco-provenzali, catalani, croati, occitani. La loro tutela appare difficile a causa della esiguità numerica, della dispersione sul territorio; in regioni specifiche, come nel caso della Sardegna e del Friuli Venezia Giulia. Le minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge sono dodici: lingue delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.
Lorenzo Ferrara
Lorenzo Ferrara
2025-07-19 12:05:29
Numero di risposte : 23
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La decisione in commento merita una particolare segnalazione per avere aperto la via ad una forma di tutela delle minoranze linguistiche diversa ed ulteriore rispetto a quella contenuta nella gabbia costruita dalla legge n.482 del 1999 in attuazione dell’art.6 Cost. e dalle disposizioni di alcuni Statuti speciali per i gruppi alloglotti delle rispettive Regioni ad autonomia differenziata. La legge del 1999 non è intervenuta nel vuoto normativo, esistendo già numerose disposizioni disperse in varie leggi nazionali e in non pochi Statuti e leggi delle Regioni. Tra queste, come è noto, – oltre alla Risoluzione dell’assemblea generale delle Nazioni unite del 1992 recante una “ “Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche” - spiccano due documenti del Consiglio d’Europa : la Carta delle lingue regionali o minoritarie del 1992 – non ancora ratificata dall’Italia - e la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del 1995 (regolarmente ratificata). Nell’ordinamento italiano, a livello costituzionale, la generale protezione delle minoranze linguistiche si trova innanzi tutto negli artt.3 e 6 Cost., i quali offrono un doppio profilo di garanzia: uno di tipo positivo e promozionale, che ha ad oggetto tali formazioni come gruppi omogenei e minoritari rispetto al resto della popolazione (art.6 e art.3, c.2 Cost.); l’altro, di tipo negativo e tradizionale (art.3, c.1) consistente nel divieto di trattamenti discriminatori in danno dei singoli appartenenti e anche del gruppo come tale. In ogni caso, l’oggetto della protezione risulta essere sia il gruppo inteso come comunità umana aggregata intorno ai valori identitari socio-culturali sia i singoli membri. Oggetto della tutela degli artt.6 e 3 sono queste minoranze, e non la lingua di per sé considerata, anche, cioè, se non parlata attualmente da un gruppo minoritario. La lingua appare protetta solo in quanto uno, e forse il principale, dei fattori identitari del gruppo stesso, e non in sé e per sé come mero fatto culturale.
Franco Caruso
Franco Caruso
2025-07-19 10:50:22
Numero di risposte : 32
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Le nuove minoranze linguistiche sono rappresentate dalle comunità Rom, Sinti e Caminanti, che comprendono cittadini italiani, cittadini appartenenti ad altri Paesi U.E., cittadini provenienti da Paesi extra comunitari, stranieri a cui è stato riconosciuto il diritto di asilo e apolidi. Si tratta di una miriade di gruppi caratterizzati da una serie di somiglianze che includono la lingua, le modalità di vita, le tradizioni culturali e l’organizzazione familiare, che nel tempo si sono anche fuse con elementi di altre popolazioni. Secondo le ultime rilevazioni disponibili, il numero di persone appartenenti alle predette minoranze mediamente si aggirerebbe intorno alle 140.000, da intendersi come indicativo di una presenza tra le 110.000 e le 180.000 unità. L’Area segue le tematiche connesse all’integrazione delle nuove minoranze, mediante attività di studio e consulenza. Cura le relazioni con le istituzioni internazionali e comunitarie in materia e partecipa all’attuazione della Strategia Nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti 2012-2020.