Quali sono le categorie di imprese culturali e creative?

Flaviana Rossi
2025-07-17 16:58:17
Numero di risposte
: 15
La qualifica di ICC può essere chiesta da enti di qualsiasi forma giuridica, anche del terzo settore, start up innovative e lavoratori autonomi che svolgono, in via esclusiva o prevalente, attività di supporto, ausiliarie o strettamente funzionali alle attività di ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali.
Le categorie di imprese culturali e creative includono lavoratori autonomi e start up innovative che operano in settori come lo spettacolo dal vivo e lo spettacolo audiovisivo, l'editoria, la musica, le arti visive, l'architettura, il design e l'arte applicata.

Demis Montanari
2025-07-03 21:03:31
Numero di risposte
: 15
Il settore culturale e creativo comprende diverse categorie di imprese.
Le industrie culturali, le industrie creative, il comparto delle performing art e intrattenimento, il settore del patrimonio storico-artistico e il "made in Italy" a contenuto culturale sono alcuni esempi.
Il volume del Sistema Informativo Excelsior analizza tutte le filiere collegabili al mondo creativo e culturale.
Le imprese culturali e creative includono anche attività come il turismo a "prevalente vocazione culturale" e le Capitali della Cultura.
Le imprese culturali e creative sono definite come quelle che hanno quale oggetto sociale, in via prevalente o esclusiva, l’ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali.
I prodotti culturali includono beni, servizi e opere dell’ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, alle arti applicate, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all’audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei, nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati.

Gian Ferrara
2025-07-03 20:17:27
Numero di risposte
: 11
Sono definite “imprese culturali e creative” tutti gli enti, indipendentemente dalla loro forma giuridica, compresi quelli disciplinati dal libro V del codice civile, e il lavoratore autonomo che svolgono attività stabile e continuativa con sede in Italia o in uno degli Stati membri dell’Ue o aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo, purché sia soggetto passivo di imposta in Italia. Svolgono in via esclusiva o prevalente, una o più delle seguenti attività: ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione o gestione di beni, attività e prodotti culturali. Sono altresì Icc i soggetti privati che, in queste forme, svolgono, in via esclusiva o prevalente, attività economiche di supporto, ausiliarie o comunque strettamente funzionali all’ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione o gestione di beni, attività e prodotti culturali. In sede discussione parlamentare è stato approvato un emendamento che prevede che siano anche considerate Icc gli enti del Terzo settore che esercitano la propria attività esclusivamente o principalmente in forma di impresa ai sensi dell’art. 11, comma 2 dlgs n. 117/2017, le imprese sociali, nonché le associazioni e fondazioni che svolgono prevalentemente in forma di impresa, in via esclusiva o prevalente, una o più delle attività citate sopra.

Lucrezia Farina
2025-07-03 20:00:47
Numero di risposte
: 15
I settori culturali e creativi comprendono tutti i settori le cui attività si basano su valori culturali o altre espressioni artistiche, individuali o collettive.
Le industrie culturali e creative si concentrano sulle fasi successive della catena del valore, comprese la produzione e la diffusione delle attività industriali e manifatturiere.
Il programma Europa creativa comprende le sezioni CULTURA, MEDIA e quella intersettoriale.
La proposta per il periodo 2021-2027 intende porre rimedio a tali carenze includendo un novo sostegno specifico in settori quali:
la musica
l'architettura
i libri e l'editoria
il patrimonio culturale.

Enrica Donati
2025-07-03 18:27:00
Numero di risposte
: 11
Sono definite ‘imprese culturali e creative‘ le imprese o i soggetti che svolgono attività stabile e continuativa, con sede in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione Europea o in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo. Sono soggetti passivi di imposta in Italia, hanno quale oggetto sociale, in via esclusiva o prevalente, l’ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la promozione, la conservazione, la ricerca, la valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali.
Svolgono, in via esclusiva o prevalente, attività di supporto, ausiliarie o strettamente funzionali alle attività di ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali.
Le ‘imprese culturali e creative di interesse nazionale‘ sono quelle ‘imprese culturali e creative’ già riconosciute come tali mediante l’iscrizione alla sezione speciale del registro delle imprese che, in ragione della loro storia, del loro prestigio e della loro importanza strategica, rappresentano una particolare eccellenza collegata al territorio nazionale.
I soggetti che abbiano ottenuto il riconoscimento della qualifica di ‘impresa culturale e creativa’ potranno presentare domanda di iscrizione all’Albo tenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Luna De rosa
2025-07-03 18:21:09
Numero di risposte
: 20
Sono previste 14 categorie di ICC individuate puntualmente dall’allegato al decreto, quali Architettura, Arti visive, Artigianato artistico, Audiovisivo, Design, Editoria e libri, Fotografia, Letteratura, Moda, Musica, Patrimonio culturale, Radio, Spettacolo dal vivo, Videogiochi e software.
Tra i soggetti che potranno acquisire la qualifica di impresa culturale e creativa rientrano anche gli enti del Terzo settore, le start up innovative e i lavoratori autonomi che svolgono in forma di impresa, in via esclusiva o prevalente, una o più attività tra quella di ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione o gestione di beni, attività e prodotti culturali.
Sulla base di quanto sopra riportato, emerge a prima vista l’ampiezza del citato ambito operativo, sia sotto il profilo della tipologia di soggetti che possono potenzialmente accedervi – si passa infatti dalle start-up innovative agli Enti del Terzo Settore – ma soprattutto dalle differenti attività svolte.

Samira Longo
2025-07-03 16:23:59
Numero di risposte
: 16
Le imprese culturali e creative sono qualificate come tali se svolgono in via esclusiva o prevalente una o più delle seguenti attività: ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali.
Si definiscono «attività e prodotti culturali»: le seguenti attività e prodotti culturali: beni, servizi, opere dell'ingegno, nonché i processi ad essi collegati, e altre espressioni creative, individuali e collettive, anche non destinate al mercato, inerenti a musica, audiovisivo e radio, moda, architettura e design, arti visive, spettacolo dal vivo, patrimonio culturale materiale e immateriale, artigianato artistico, editoria, libri e letteratura.
Sono altresì qualificati imprese culturali e creative i soggetti privati costituiti in una delle forme di cui al comma 2 che svolgono, in via esclusiva o prevalente, attività economiche di supporto, ausiliarie o comunque strettamente funzionali all'ideazione, creazione, produzione, sviluppo, diffusione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione o gestione di beni, attività e prodotti culturali.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli enti del Terzo settore previsti dall'articolo 11, comma 2, del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, alle imprese sociali di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112, e agli enti di cui al libro primo, titolo II, capo II, del codice civile, che svolgono prevalentemente in forma di impresa, in via esclusiva o prevalente, una o più delle attività di cui al comma 2 del presente articolo.
Per «start up innovative culturali e creative» si intendono, ai fini di quanto previsto dall'articolo 25 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, le start up innovative in possesso dei requisiti di cui al comma 2 del presente articolo, regolarmente iscritte nella sezione speciale delle imprese culturali e creative ai sensi del comma 8.
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