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In che anno viene introdotto il reato di antiriciclaggio?

Cirino Carbone
Cirino Carbone
2025-08-12 10:15:22
Numero di risposte : 24
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Il reato di riciclaggio disciplinato dall’art. 648 bis del Codice Penale punisce chi, fuori dai casi di concorso nel reato, sostituisce o trasferisce denaro, beni o utilità, provenienti da delitti non colposi compiuti da un soggetto terzo. Le Autorità Internazionali, ed in primis il Fondo Monetario Internazionale, non condividendo tale impostazione e considerando il riciclaggio un fenomeno particolarmente grave, hanno raccomandato al legislatore Italiano di perseguire il riciclaggio anche quando venisse commesso dall’autore del reato presupposto. Con la Legge 186 del 15 dicembre 2014, Disposizioni in materia di emissione e rientro di capitali all’estero nonché per il potenziamento della lotta all’evasione fiscale, è stata finalmente introdotta nel Codice Penale Italiano l’autonoma figura dell’Autoriciclaggio. Il nuovo reato previsto dall’art. 648-ter, sanziona la condotta di chi, dopo aver commesso il reato presupposto, provvede a sostituire, trasferire od occultare i proventi del reato stesso - denaro, beni o altre utilità - per investirli o immetterli in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative. La punibilità è subordinata alla condizione che la condotta di trasferimento o sostituzione sia concretamente idonea a ostacolare la provenienza delittuosa del provento del reato. La nuova disposizione elenca tassativamente le condotte passibili di incriminazione ovvero l’impiego, la sostituzione ed il trasferimento. Autorevole dottrina sostiene che con il termine impiego il legislatore abbia inteso colpire l’utilizzazione del denaro, dei beni o delle altre utilità economiche, provenienti dal reato presupposto, per un determinato e specifico fine. Il delitto in esame previsto dall’art. 648-ter comma.1 del Codice Penale, viene punito con la reclusione da 2 a 8 anni e la multa da € 5.000 a € 25.000.
Sarita Testa
Sarita Testa
2025-08-01 08:48:21
Numero di risposte : 33
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Il reato di riciclaggio è stato introdotto nel 1979 con l’art. 648 bis c.p. Allo scopo di contrastare principalmente i reati presupposto di rapina aggravata, di estorsione e di sequestro di persona. Con le modifiche successive al 648 bis c.p. e con l’introduzione del 648 ter c.p. si sono aggiunti quali reati presupposto, prima, il traffico di stupefacenti e l’associazione mafiosa e, poi, tutti i delitti non colposi e, quindi, anche i delitti tributari. Mentre invece, sul fronte della prevenzione, per contrastare e prevenire il fenomeno del riciclaggio, il Consiglio delle Comunità Europee ha emanato nel tempo, tre Direttive aventi lo scopo di introdurre obblighi di collaborazione attiva da parte di alcuni soggetti operanti nel sistema economico finanziario. La condotta di riciclaggio, è stata definita come un crimine “in movimento”, in quanto il fenomeno della ripulitura del denaro di provenienza illecita, è diventato sempre più complesso e viene realizzato talvolta con una articolazione di attività, spesso lecite, il cui scopo è quello di fare disperdere le traccie della provenienza delittuosa del denaro. Una svolta epocale, in materia di normativa antiriciclaggio, si è avuto con la III Direttiva Comunitaria, recepita nel nostro ordinamento giuridico con il D.Lgs. 231/2007, entrato in vigore in data 29/12/2007.
Veronica Rossi
Veronica Rossi
2025-07-23 06:56:46
Numero di risposte : 20
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Introdotto nel Codice Penale nel 1978, il riciclaggio è il reato mediante il quale la ricchezza illecita, in genere denominata denaro sporco, viene occultata, ripulita ed in seguito reinvestita nei circuiti dell'economia legale. Si tratta quindi di un fenomeno in grado di alterare le regole che sottendono ad un funzionamento corretto del libero mercato e della concorrenza. I luoghi nell'ambito del quale trovano configurazione episodi legati al riciclaggio sono sempre più sovente non definibili stricto sensu finanziari, ma piuttosto aree ascrivibili alla net economy, la quale ha dato vita al fenomeno del cyber¬laundering. La sempre più tracimante criminalità economica ha irrimediabilmente contaminato l'attività imprenditoriale (sana), da qui la riconosciuta necessità di fortificare l'azione di prevenzione e contrasto, anche mediante adeguati apparati organizzativi e di controllo a garanzia dell'integrità dell'impresa. In materia di riciclaggio, il D.Lgs. n. 231 del 2007 ha introdotto una connessione tra la disciplina sul delitto in argomento e quella sulla responsabilità amministrativa degli enti e delle società di cui al D.Lgs. 231/2001.