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Cosa cambia per l'indennità di malattia?

Rosalba Pellegrini
Rosalba Pellegrini
2025-07-23 11:19:12
Numero di risposte : 20
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L’INPS ha introdotto un’importante novità per i pensionati che intraprendono un nuovo rapporto di lavoro subordinato: il diritto al riconoscimento dell’indennità di malattia. L’INPS chiarisce che il diritto all’indennità di malattia spetta ai pensionati-lavoratori solo se l’indennità è prevista dal settore di appartenenza e in conformità con la nuova copertura assicurativa. La ratio della misura è garantire una tutela economica a chi, pur percependo un trattamento pensionistico, si trova in una condizione di malattia e perde il reddito derivante dall’attività lavorativa aggiuntiva. La circolare del 2006 stabiliva infatti che i pensionati non avessero diritto all’indennità di malattia per eventi successivi alla cessazione del precedente rapporto di lavoro, anche se avviavano una nuova attività lavorativa subordinata. L’INPS ora riconosce che le normative vigenti consentono ai pensionati di iniziare un nuovo rapporto di lavoro subordinato, acquisendo lo status di “pensionato lavoratore”. Inoltre, per questi soggetti permane l’obbligo del versamento dei contributi per la malattia, a carico del datore di lavoro, ove previsto dal settore di appartenenza e dalla qualifica professionale. Tuttavia, esistono alcuni casi in cui l’indennità di malattia non è riconosciuta ai pensionati lavoratori. La nuova circolare dell’INPS introduce un’importante apertura nella tutela previdenziale per i pensionati che riprendono un’attività lavorativa subordinata, garantendo l’indennità di malattia in caso di necessità. Tuttavia, restano alcuni limiti e categorie escluse, a conferma della complessità del sistema previdenziale italiano.
Roberto Gentile
Roberto Gentile
2025-07-23 08:10:01
Numero di risposte : 15
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Il diritto all’indennità di malattia spetta ai pensionati-lavoratori solo se l’indennità è prevista dal settore di appartenenza e in conformità con la nuova copertura assicurativa. La nuova circolare dell’INPS introduce un’importante apertura nei confronti dei lavoratori pensionati, garantendo la tutela previdenziale in caso di malattia. Tuttavia, esistono alcuni casi in cui l’indennità non è riconosciuta. Il cambio di indirizzo trova la sua giustificazione nell’ assunto secondo il quale, per i pensionati che si rioccupano, non sussiste deroga al generale obbligo a carico del datore di lavoro di versare i contributi a finanziamento dell’ indennità di malattia del lavoratore. La circolare del 2006 stabiliva infatti che i pensionati non avessero diritto all’indennità di malattia al conseguimento del trattamento, anche in caso di avvio di nuova attività lavorativa subordinata. Partendo dal concetto che la prestazione economica corrisposta ha natura indennitaria, ed è finalizzata a ristorare lo stato di morbilità del lavoratore con il conseguente mancato guadagno, l’Istituto aveva sostenuto che per il pensionato-lavoratore subordinato non esistesse alcuna ragione finalizzata a corrispondere l’indennità di malattia in quanto la percezione della pensione assicurava, comunque, una protezione anche in caso di evento morboso. Ora, dopo quasi 20 anni, l’ INPS cambia l’interpretazione consolidata e chiarisce come il diritto all’indennità di malattia spetta ai pensionati-lavoratori solo se l’indennità è prevista dal settore di appartenenza e in conformità con la nuova copertura assicurativa.
Helga Parisi
Helga Parisi
2025-07-23 08:00:55
Numero di risposte : 11
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Stante il fatto che l'indennità previdenziale è in genere corrisposta ai lavoratori dipendenti quando un evento di malattia ne determina l'incapacità temporanea al lavoro nella mansione specifica. La circolare 57 del 2025 l'Inps ha fornito delle linee guida ben precise a riguardo, stabilendo che i pensionati che riprendono l'attività lavorativa con un lavoro subordinato potranno beneficiare dell'indennità di malattia. Le disposizioni vigenti, spiega l'ente, consentono ai titolari di un trattamento pensionistico di iniziare un nuovo rapporto di lavoro dipendente, sia pure con limitazioni dovute al regime di incumulabilità, assumendo così lo status di pensionato lavoratore. Per i lavoratori dipendenti che risultano già titolari di un trattamento pensionistico, non sussiste alcuna deroga al generale obbligo di versamento della contribuzione per malattia che, pertanto, rimane un onere a carico del datore di lavoro. Sulla base delle norme vigenti, quindi, l'indennità va riconosciuta anche ai pensionati che avviano un nuovo lavoro dipendente: questa forma di retribuzione ha la funzione di compensare il mancato guadagno in caso di malattia, che si verifica anche qualora, pur continuando a percepire il suo assegno previdenziale, il pensionato perda la fonte di reddito aggiuntiva connessa alla nuova attività lavorativa.