Quali sono le differenze tra docente di sostegno e assistente educatore?
Pacifico Benedetti
2025-08-16 06:51:59
Numero di risposte
: 26
L’insegnante di sostegno e l’assistente educativo sono due figure professionali diverse sia per formazione che per contratto.
Il docente di sostegno è un docente specializzato e ha compiti e responsabilità pari a quelle di tutti gli altri docenti.
L’assistente educativo ha compiti di affiancamento alla struttura scolastica durante la frequenza dell’alunno disabile non autonomo, al fine di sostenerlo e di aiutarlo.
Ciò implica che possa esserci la compresenza, in quanto l’uno non sostituisce l’altro.
Per esempio l’assistente non può avere la responsabilità della classe e di conseguenza non può in alcun momento sostituire il/i docenti in quanto è a questi ultimi che gli alunni sono affidati.
In altri termini, non solo le due figure professionali possono essere compresenti ma il loro impegno deve essere ben definito e devono essere altrettanto chiari i confini dell’intervento dell’assistente.
L’assistente educativo è previsto dall’articolo 13 della legge 104/92.
Il personale educativo – assistenziale è tenuto ad agire, in momenti collegati e distinti, ma non separati rispetto ai momenti specifici del personale docente.
Costruisce in accordo con i docenti di classe, un proprio piano di lavoro all’interno del Piano Educativo Individualizzato per l’alunno in situazione di handicap.
Ausonio Fabbri
2025-08-10 22:05:18
Numero di risposte
: 22
L’insegnante di sostegno e l’AEC sono due figure professionali differenti che aiutano il bambino in difficoltà nel suo percorso scolastico e di inclusione. La figura dell’insegnante di sostegno è disciplinata dalla legge 517/77, che prevede l’aiuto di un professionista a fianco del bambino portatore di handicap all’interno della scuola. Il suo ruolo è quello di facilitare il disabile nel suo percorso di studi. L’insegnante di sostegno è dunque un mediatore tra la scuola e il bambino. AEC è una sigla che indica l’assistente educativo culturale. Questa figura professionale opera sul piano relazionale e sociale, per favorire l’integrazione del bambino diversamente abile all’interno della scuola. L’operatore AEC deve favorire i processi di autonomia del bambino e sostenerlo dal punto di vista fisico, psicologico e sociale. Entrambe le figure servono per dare sostegno al bambino, uno per la didattica e l’altro per l’aspetto sociale e relazionale. Secondo la normativa, un insegnante di sostegno viene assegnato a chi possiede un handicap accertato, secondo quanto previsto dalla legge 104/92. A seconda dei casi, può collaborare con la figura che si occupa del sostegno o sostituirsi a lui.
Donatella Giordano
2025-08-03 11:01:36
Numero di risposte
: 27
L'insegnante di sostegno e l'assistente educativo sono due figure professionali diverse sia per formazione che per contratto.
Il docente di sostegno è un docente specializzato e ha compiti e responsabilità pari a quelle di tutti gli altri docenti mentre l'assistente educativo ha compiti di affiancamento alla struttura scolastica durante la frequenza dell'alunno disabile non autonomo, al fine di sostenerlo e di aiutarlo.
Ciò implica che possono essere entrambi presenti, in quanto l'uno non sostituisce l'altro.
L'assistente non può avere la responsabilità della classe e di conseguenza non può in alcun momento sostituire il/i docenti in quanto è a questi ultimi che gli alunni sono affidati.
Non solo le due figure professionali possono essere compresenti ma il loro impegno deve essere ben definito e devono essere altrettanto chiari i confini dell'intervento dell'assistente.
Elisa Messina
2025-07-23 17:23:38
Numero di risposte
: 27
L’insegnante di sostegno è, appunto, un insegnante, come i colleghi che insegnano le materie a tutti gli alunni, solo che non ha una materia specifica ma interviene sull’intera classe, in cui è contitolare, per sviluppare assieme ai colleghi il progetto di inclusione di un alunno con disabilità.
È assunto dallo stato nelle scuole statali.
L’operatore di assistenza è assunto dall’ente locale per favorire l’inclusione scolastica di un alunno con disabilità, solo per lui, non per tutta la classe.
Non è insegnante, e quindi non ha specifiche competenze didattiche non valuta gli apprendimenti, ma può promuovere l’autonomia dell’alunno in tanti modi, anche potenziando il suo metodo di studio, aiutandolo a organizzare le conoscenze o altro.
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