Chi ha un contratto a chiamata ha diritto alla disoccupazione?

Nunzia Ferrari
2025-08-03 00:38:58
Numero di risposte
: 16
Un cittadino può percepire la Naspi regolarmente e allo stesso tempo svolgere un lavoro regolato da un contratto a chiamata. L’importante è seguire alcuni obblighi. Il cittadino che percepisce la Naspi può accettare un contratto a chiamata pur mantenendo il suo diritto alla Naspi. Basta dichiarare all’INPS entro 30 giorni dalla domanda di richiesta della Naspi, quale sarà il reddito presunto derivato dalla collaborazione a chiamata per l’intero anno. Per i contratti a chiamata tale limite è pari a 8.000 euro all’anno. Ricevere la Naspi nonostante il contratto intermittente è dunque possibile. In questo caso, l’indennità della Naspi è calcolata sulla base dei giorni in cui il soggetto non lavora. Naspi e contratto a chiamata possono coesistere purchè siano rispettati i seguenti punti: comunicazione tempestiva all’INPS in riferimento al presunto reddito percepito dal contratto a chiamata nel corso dell’intero anno, erogazione della Naspi sulla base dei giorni effettivamente non lavorati, rispetto del limite degli 8.000 euro di reddito annuo in caso di lavoro a chiamata e NASPI.

Grazia Amato
2025-07-24 20:07:36
Numero di risposte
: 27
La risposta è: dipende.
Diciamo subito che, in generale, anche i lavoratori che hanno un contratto intermittente (e cioè a chiamata) possono accedere a questo beneficio.
Per riceverlo, però, bisogna sempre rispettare le due condizioni che ti abbiamo spiegato all’inizio: non avere un lavoro quando presenti la domanda (con alcune eccezioni che vedremo in seguito); avere almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni.
Se hai accumulato i contributi necessari, quindi, puoi richiedere la NASpI anche se avevi un contratto a chiamata.
Ricorda che la durata del beneficio viene sempre calcolata sulla metà delle settimane di contributi degli ultimi 4 anni.

Damiana Sanna
2025-07-24 18:43:17
Numero di risposte
: 16
Sì, i lavoratori intermittenti hanno diritto alla Naspi. A partire dal 1° gennaio 2022, secondo l’articolo 3 del D.Lgs. n. 22/2015, la NASPI è riconosciuta ai dipendenti che perdono involontariamente la propria occupazione.
Dunque, anche al termine di un contratto di lavoro a chiamata, il lavoratore ha diritto alla NASPI, anche se il mancato rinnovo dipende dalla sua volontà.
Tuttavia, è fondamentale soddisfare i requisiti contributivi necessari.
Nel caso del lavoro a chiamata (o lavoro intermittente), il numero di ore effettivamente lavorate può variare significativamente di mese in mese, rendendo più difficile il raggiungimento del requisito delle ore lavorate.
Questo, però, non significa che un lavoratore con contratto a chiamata sia escluso dal diritto alla disoccupazione.
Se ha lavorato regolarmente per un periodo sufficiente e ha perso il lavoro per cause non imputabili a lui, ha diritto alla disoccupazione al pari di qualsiasi altro lavoratore dipendente.
Per avere diritto alla Naspi, i lavoratori devono soddisfare due requisiti fondamentali: devono essere in stato di disoccupazione e devono avere contributi versati per almeno 13 settimane nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.
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