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Qual è un caso di discriminazione diretta sul posto di lavoro?

Massimo Giuliani
Massimo Giuliani
2025-07-25 06:12:38
Numero di risposte : 7
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La discriminazione diretta nel lavoro è definita in diversi modi dalle fonti normative. In genere, le direttive europee definiscono la discriminazione diretta come quella situazione nella quale una persona è trattata meno favorevolmente, in base a un determinato fattore c.d. di rischio, di quanto un’altra persona sia, sia stata o sarebbe trattata in una situazione analoga. E’ discriminazione diretta la situazione nella quale una persona è trattata, in base al sesso, meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga. Un esempio classico è la mancata promozione di una lavoratrice perché è donna. Vorresti partecipare a una selezione del personale ma non puoi perché è riservata solo agli uomini/alle donne il tuo collega, che ha meno competenze di te, viene promosso al colloquio di lavoro ti hanno chiesto se hai figli/intendi avere figli a un colloquio di lavoro ti hanno detto che non possono assumerti perché porti il “velo” a parità di ruolo, i tuoi colleghi maschi guadagnano di più
Dino Ferraro
Dino Ferraro
2025-07-25 04:55:18
Numero di risposte : 13
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Maria, una giovane donna di origine africana, è stata costantemente esclusa dalle riunioni importanti e non ha ricevuto promozioni, nonostante le sue eccellenti performance. La discriminazione sul luogo di lavoro si verifica quando un individuo o un gruppo riceve un trattamento sfavorevole per motivi come razza, religione, etnia, genere, orientamento sessuale o altre caratteristiche protette dalla legge, inclusi licenziamenti o mancati avanzamenti. La discriminazione può includere la cessazione di lavoro, mancata promozione, licenziamento o altri trattamenti discriminatori che pregiudicano la capacità del lavoratore di svolgere il proprio lavoro. La discriminazione diretta nel lavoro viene definita dalle direttive europee come quella situazione nella quale una persona è trattata meno favorevolmente, in base a un determinato fattore c.d. di rischio, di quanto un’altra persona sarebbe trattata in una situazione analoga. Quando la giurisprudenza si è pronunciata, la configurabilità di una discriminazione lavorativa diretta è stata resa possibile dalla dimostrazione di un collegamento diretto tra il fattore di rischio e la condotta contestata.
Penelope Serra
Penelope Serra
2025-07-25 02:19:34
Numero di risposte : 10
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La discriminazione diretta sussiste quando un datore di lavoro maltratta un lavoratore in base a uno dei 6 elementi elencati sopra. Questo si verifica, ad esempio, quando un datore di lavoro si rifiuta di assumere o promuovere qualcuno perché rappresenta una minoranza etnica. La discriminazione basata sulla nazionalità è severamente vietata in tutta l'UE. I cittadini dell'UE che lavorano in un altro paese dell'UE devono godere degli stessi diritti dei loro colleghi locali. La legge vieta ai datori di lavoro di discriminare i lavoratori in base ai seguenti elementi: genere, razza oppure origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale.