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Come funziona la successione in caso di morte?

Harry Caputo
Harry Caputo
2025-07-27 19:32:15
Numero di risposte : 18
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In linea generale, ogni successione ereditaria è disciplinata dalla legge o dal testamento. Pertanto, in presenza di un testamento l’eredità alla morte di un genitore sarà devoluta secondo la volontà espressa dal testatore. In mancanza di testamento, invece, l’eredità sarà regolata interamente dalle norme della successione legittima e quindi secondo quanto sancito dal Codice civile. Vediamo a questo punto come è regolata la ripartizione dell’eredità alla morte di un genitore in base alle norme della successione legittima. In questo scenario, l’eredità alla morte di un genitore sarà attribuita per la quota di 1/2 al coniuge superstite e per 1/2 all’unico figlio. Qualora il defunto lasci a sé il coniuge e più figli, l’eredità alla morte di un genitore sarà attribuita per la quota di 1/3 al coniuge superstite e per 2/3 complessivamente ai figli che, a loro volta, saranno chiamati all’eredità in quote uguali. Nel caso in cui manchi il coniuge superstite, l’eredità alla morte del genitore sarà attribuita interamente ai figli in parti uguali.
Renzo Milani
Renzo Milani
2025-07-27 16:17:13
Numero di risposte : 9
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La successione, che si apre alla morte del de cuius, può essere di tre tipi. Ereditaria o legittima avviene quando manca un testamento. In questo caso diventano eredi tutti coloro che la legge individua come legittimi successori della persona defunta, ovvero coniuge, figli e – in generale – parenti fino al sesto grado di parentela. Il Codice Civile stabilisce a chi spetta l’eredità alla morte di una persona. Quando su un’eredità non si può applicare la successione testamentaria, si deve ricorrere alla successione legittima, secondo quanto disciplinato dall’art. 457 del Codice Civile. In mancanza di un testamento, l’eredità spetta al coniuge e ai figli del defunto nelle seguenti modalità: Se il defunto ha un solo figlio, l’eredità è divisa a metà tra lui e il coniuge. Se invece i figli sono due o più, a questi spettano i due terzi del patrimonio ereditario, da dividere, e al coniuge resta un terzo. Se il defunto non aveva figli, oltre al coniuge hanno diritto a una quota di eredità anche i fratelli e i genitori (se ancora in vita). In ogni caso, al coniuge vanno i due terzi del patrimonio ereditario. Se invece, insieme al coniuge, sopravvivono al defunto sia i genitori che i fratelli, questi si dividono la quota di eredità a loro spettante (un terzo), ma ai genitori va almeno un quarto dell’eredità. In mancanza di figli e coniuge, l’eredità è divisa tra genitori e fratelli del defunto. La divisione si fa sempre per ognuno, anche se ai genitori è riservata almeno la metà dell’eredità. Si ricordi anche che quando i figli o i fratelli del defunto sono premorti oppure rinunziano all’eredità, subentrano nei loro diritti i rispettivi discendenti, in virtù della cosiddetta rappresentazione. Che cosa si intende per “rappresentazione”? In questo caso l’eredità si divide per stirpi, cioè si attribuiscono le quote che spetterebbero ai soggetti premorti o rinunzianti, e queste vengono a loro volta divise tra i rispettivi discendenti. Per esempio, se il defunto (celibe e senza figli) aveva due fratelli, di cui uno premorto che aveva due figli, l’eredità è destinata per metà al fratello ancora vivente e per metà viene divisa tra i nipoti (i figli del fratello premorto), che avranno dunque un quarto ciascuno. In mancanza di coniuge, discendenti, ascendenti e fratelli o loro discendenti, l’intera eredità spetta ai più prossimi tra gli altri parenti entro il sesto grado. In assenza anche di questi, l’eredità è devoluta allo Stato.