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Quando si ha diritto alla pensione minima di vecchiaia?

Domenico Ferrari
Domenico Ferrari
2025-08-31 11:52:02
Numero di risposte : 14
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La pensione minima è accessibile a tutti coloro che raggiungono una certa età e soddisfano determinati requisiti contributivi. In generale, il requisito principale è quello di avere almeno 20 anni di contributi versati. La pensione minima è generalmente concessa a partire dai 67 anni, un’età che varia in base della tipologia di lavoro e della carriera. Per esempio, i lavoratori in occupazioni gravose possono richiedere la pensione anticipata a un’età inferiore. Inoltre, le donne possono beneficiare di qualche forma di privilegio in base alla legislazione vigente, in virtù di una carriera lavorativa in cui spesso sono penalizzate in termini di opportunità di carriera culminanti.
Egidio Serra
Egidio Serra
2025-08-22 17:52:23
Numero di risposte : 29
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Dal 1° gennaio 2024 cambiano alcune regole per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva. I lavoratori cosiddetti “contributivi puri”, che hanno avuto, quindi, il primo accredito contributivo dal primo gennaio 1996, potranno accedere alla pensione a 67 anni di età e 20 di contributi a condizione che l’importo soglia maturato non risulti inferiore al valore dell’assegno sociale. Nel 2023, per accedere alla pensione contributiva raggiunti 67 anni di età e 20 anni di contributi, era necessario un importo minimo di almeno 1,5 volte l’assegno sociale. Oggi, invece, con le modifiche introdotte dall'ultima Legge di Bilancio basta un importo minimo di trattamento pari a 1 volta soltanto l’assegno sociale previsto per quest'anno. l'assegno sociale previsto per quest'anno è di 534,41€.
Donato Conte
Donato Conte
2025-08-15 07:05:36
Numero di risposte : 24
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I lavoratori e le lavoratrici che possono vantare contribuzione al 31 dicembre 1995 e che, quindi, rientrano nel regime retributivo con liquidazione della pensione con il sistema misto, possono accedere alla pensione di vecchiaia in presenza del requisito anagrafico di 67 anni, da adeguare dal 2027 agli incrementi della speranza di vita. Insieme al requisito anagrafico è richiesto l’ulteriore requisito contributivo di almeno 20 anni. Ai sensi del decreto legislativo 503/1992, in deroga al requisito sopra indicato, è prevista un’anzianità contributiva minima di 15 anni per le seguenti categorie di lavoratori. I lavoratori dipendenti iscritti all’AGO riconosciuti dall’INPS invalidi in misura pari o superiore all’80% mantengono il requisito anagrafico vigente prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo 503/1992, ossia 55 anni se donne e 60 anni se uomini, con applicazione degli incrementi della speranza di vita e della “finestra mobile” di 12 mesi. Per i lavoratori addetti ad attività gravose o particolarmente faticose e pesanti, di cui al decreto legislativo 67/2011, non si applicano le disposizioni in materia di adeguamento alla speranza di vita per il biennio 2019-2020, a condizione che i medesimi siano in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni. Pertanto, tali lavoratori potranno andare in pensione con il requisito anagrafico di 66 anni e 7 mesi fino al 31 dicembre 2026. I lavoratori per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996 conseguono il diritto alla pensione di vecchiaia in presenza del requisito anagrafico di 67 anni e di una anzianità contributiva minima di 20 anni, a condizione che l’importo della pensione risulti pari all’importo dell’assegno sociale. In alternativa, tali lavoratori possono accedere, dal 1° gennaio 2019, alla pensione di vecchiaia al compimento dei 71 anni di età con cinque anni di contribuzione effettiva e a prescindere dall’importo della pensione raggiunto.
Fortunata Bianco
Fortunata Bianco
2025-08-06 16:58:44
Numero di risposte : 19
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Per conseguire la pensione di vecchiaia è necessaria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Per una qualificata consulenza personalizzata e la trasmissione telematica della domanda di pensione ti puoi rivolgere alla sede Inca-Cgil più vicina. I lavoratori e le lavoratrici, con primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995, conseguono il diritto alla pensione di vecchiaia con gli stessi requisiti anagrafici previsti per gli assicurati prima del 1° gennaio 1996 e con almeno 20 anni di contribuzione, a condizione che essi raggiungano un importo minimo di pensione pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. I lavoratori e le lavoratrici che non riescono a soddisfare tali requisiti possono accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 70 anni – età incrementata di 3 mesi per adeguamento della speranza di vita nel periodo 2013-2015, di 4 mesi dal 2016 e di ulteriori 5 mesi dal 2019 e senza nessun ulteriore incremento per il biennio 2021-2022 – se possiedono almeno 5 anni di “contribuzione effettiva” (esclusa la figurativa), indipendentemente dall’importo di pensione maturato. Pertanto, nel periodo dal 2019 al 2022, l'età richiesta è di 71 anni e almeno 5 anni di contribuzione "effettiva" (esclusa la figurativa), indipendentemente dal requisito di importo minimo. Le lavoratrici madri possono anticipare l’età del pensionamento di 4 mesi per ciascun figlio fino ad un massimo di 12 mesi, oppure, in alternativa avere un calcolo più favorevole della pensione.
Flaviana Rossi
Flaviana Rossi
2025-07-29 11:25:04
Numero di risposte : 20
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Per avere diritto alla pensione servono 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi. La pensione minima è l’integrazione al trattamento minimo che viene riconosciuta dallo Stato a tutti coloro che hanno una pensione di importo basso che viene elevato, quindi, a 515 euro mensili e per averla, quindi, si deve prima accedere alla pensione di vecchiaia. Di fatto per avere diritto alla pensione minima occorrono almeno 20 anni di contributi. La pensione minima non spetta prima dei 67 anni ma non viene, comunque, riconosciuta a tutti. Chi percepisce una pensione di importo inferiore ai 515 euro e rientra nei requisiti reddituali previsti dalla normativa, si vedrà elevare l’importo mensile percepito a 515 euro. L’integrazione viene riconosciuta sulla pensione bassa qualora si rispetti i limiti di reddito. Per chi ha pochi contributi e non raggiunge i 20 anni minimi richiesti per l’accesso alla misura di vecchiaia, se tutti i contributi sono stati accreditati nel sistema contributivo, è possibile richiedere la pensione di vecchiaia contributiva al compimento dei 71 anni ma in questo caso l’integrazione al minimo, essendo una pensione contributiva, non spetta.
Enzo Montanari
Enzo Montanari
2025-07-29 10:59:38
Numero di risposte : 21
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La pensione minima spetta se l’ISEE del nucleo familiare del pensionando è inferiore a € 36.600 per le domande presentate nel 2025. Fa fede la certificazione ISEE rilasciata dall’INPS, dal Comune o dai CAF, nell’anno di presentazione della domanda di pensione o nell’anno di maturazione del diritto, qualora quest’ultimo si perfezioni successivamente alla domanda. Una volta soddisfatto il requisito ISEE, l'adeguamento alla pensione minima viene attribuita nella seguente misura: L’importo della pensione minima non può essere superiore al minor valore tra l’importo fisso di cui alla tabella O RGP valido per l’anno di maturazione della pensione e la media dei venti redditi professionali rivalutati precedenti il pensionamento. L'adeguamento non spetta invece: al titolare della pensione di vecchiaia unificata posticipata che consegua la pensione al compimento dei 70 anni e 6 mesi di età senza aver raggiunto il requisito dell’anzianità contributiva minima; al titolare della pensione di vecchiaia unificata anticipata; al titolare di un trattamento pensionistico diretto erogato da un altro ente previdenziale e al superstite di un iscritto già pensionato di altro ente oppure di un non iscritto al momento del decesso; al titolare della pensione in totalizzazione o in cumulo contributivo, salvo che lo stesso non abbia raggiunto i requisiti minimi previsti per la pensione di vecchiaia unificata.