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Quando sei in ferie e ti chiamano dal lavoro?

Pericle Guerra
Pericle Guerra
2025-09-04 23:07:13
Numero di risposte : 13
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In particolare, l’esperta ha spiegato che prevale la libertà dal vincolo lavorativo: ciò significa, cioè, che siamo liberi di non rispondere al cellulare, o ai messaggi del datore di lavoro, senza dover affrontare alcuna conseguenza. Il lavoratore non è tenuto a rispondere, spiega l’esperta, perché la funzione delle ferie è quella di consentire al dipendente di reintegrare le energie psicofisiche. Consentire al lavoratore la fruizione delle ferie è, dunque, parte integrante dell’adempimento dell’obbligo di salute e sicurezza, che grava sul datore di lavoro. Quindi, continua l’avvocato Wanda Falco, quando è in vacanza, il dipendente può esercitare il diritto alla disconnessione, e non rispondere ai colleghi o al datore. C’è, però, un’eccezione, e riguarda il caso in cui i contratti prevedano gli obblighi di reperibilità: quando un dipendente dà la reperibilità, infatti, deve rispondere obbligatoriamente, anche se non è a lavoro.
Massimo Piras
Massimo Piras
2025-09-04 22:18:43
Numero di risposte : 15
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Quando sei in ferie e ti chiamano dal lavoro, il diritto al riposo e agli obblighi di reperibilità solleva problematiche con implicazioni giuridiche significative. I tribunali italiani ed europei hanno ribadito il diritto del lavoratore a non essere sanzionato per mancata reperibilità, salvo diversa regolamentazione contrattuale. Un lavoratore non è tenuto a rispondere al telefono - o a qualsiasi altra forma di comunicazione - al di fuori del proprio orario di lavoro. Questo principio si applica durante i riposi settimanali e giornalieri, le ferie, i permessi e i periodi di malattia. Eventuali sanzioni disciplinari per mancata reperibilità non hanno alcun fondamento legale e possono essere contestate, anche attraverso il ricorso all’autorità giudiziaria.
Caterina Galli
Caterina Galli
2025-09-04 22:14:01
Numero di risposte : 25
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Durante il periodo di ferie, in particolari situazioni, il lavoratore può essere richiamato in servizio: ciò può avvenire in due ipotesi: Se previsto dal contratto collettivo od individuale; Per situazioni specifiche ed eccezionali inerenti all’attività produttiva nelle quali il datore di lavoro reputi necessario il rientro del lavoratore e non possa sopperire in altro modo. Il datore di lavoro ha il diritto di richiamare il lavoratore in servizio durante le ferie, ma solo a precise condizioni previste dalla legge o dai contratti collettivi, in presenza delle quali il lavoratore non può rifiutarsi di rientrare. In molti casi il rientro dalle ferie del lavoratore e le condizioni che lo giustificano sono stabiliti dai contratti collettivi. Il dipendente che rientri in servizio richiamato dal datore di lavoro ha diritto al rimborso delle spese documentate per il viaggio di rientro in sede e per quello di ritorno al luogo di svolgimento delle ferie, nonché al rimborso delle spese anticipate per il periodo di ferie non godute. In ogni caso la corte di Cassazione ha stabilito che il lavoratore non è tenuto ad essere reperibile durante le ferie e pertanto un suo mancato rientro al lavoro per irreperibilità non può essere punito dal datore di lavoro.
Clodovea Bellini
Clodovea Bellini
2025-09-04 20:08:27
Numero di risposte : 20
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Se non esiste un accordo di reperibilità, il lavoratore non rischia sanzioni disciplinari per non aver risposto durante le ferie. Se il lavoratore viene richiamato e non risponde senza una giustificazione valida, potrebbe rischiare sanzioni che, nei casi più gravi, possono portare al licenziamento. Nonostante il diritto di disconnessione, mantenere buoni rapporti con il datore di lavoro è essenziale. Se si riceve una chiamata o un'email durante le ferie, può essere utile rispondere cortesemente spiegando di essere in vacanza e chiedendo se la questione può essere gestita al rientro. Se la reperibilità è richiesta durante le ferie, deve essere formalizzata in un accordo scritto e indennizzata adeguatamente. Il buon senso suggerisce che in situazioni eccezionali o di emergenza, rispondere potrebbe essere una buona pratica per mantenere un buon rapporto con il datore di lavoro. Se l'azienda ha bisogno che il dipendente sia reperibile durante le ferie, è possibile stabilire un accordo specifico. Questo accordo deve prevedere una compensazione economica per la disponibilità richiesta, anche se poi non si concretizza in effettive chiamate o e-mail. Se la chiamata o l'e-mail ricevuta durante le ferie appare urgente, il lavoratore può decidere caso per caso se rispondere o meno. In situazioni non urgenti, è possibile rimandare la questione al rientro dalle ferie.
Raoul Ruggiero
Raoul Ruggiero
2025-09-04 19:53:21
Numero di risposte : 10
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Non c’è l’obbligo di rispondere alle email aziendali, anzi è persino consigliato impostare un messaggio di risposta automatica che possa informare clienti e datore di lavoro del vostro essere in ferie, né tantomeno a telefonate di lavoro. Ricordate però che in tutti i rapporti, non solo quelli di lavoro, sussiste la regola non scritta del buon senso. Potrebbe succedere, infatti, che il datore di lavoro abbia necessità improvvisa di chiamarvi, oppure di chiedervi informazioni per mezzo di mail; anziché rifiutare a prescindere, ascoltate cosa ha da dirvi e cercate di essere collaborativi, qualora possibile, anche solo per mantenere un buon rapporto tra le parti. Qualora la reperibilità risulti da un accordo tra le parti, o comunque sia espressamente prevista dal contratto collettivo, il lavoratore non può rifiutarsi di rispondere. Anzi, in caso contrario si configura un’inadempienza contrattuale che come tale può essere sanzionata. Proprio per evitare che il dipendente venga continuamente disturbato durante le ferie, o comunque al termine dell’orario di lavoro, in molti contratti comincia a figurare l’istituto del diritto di disconnessione, ossia la possibilità che il lavoratore possa staccare la spina fuori dal normale orario d’ufficio. Per evitare ciò, specialmente nei confronti dei lavoratori impiegati in smart working, nei contratti si comincia espressamente a parlare di diritto alla disconnessione, riconoscendo appunto il diritto del lavoratore di non essere disturbato fuori dall’orario di lavoro, a meno che non ci sia un obbligo di reperibilità scritto da qualche parte.