Cosa si rischia per fallimento?
Kristel Ferretti
2025-09-05 20:22:38
Numero di risposte
: 24
Il fallimento trova la propria disciplina nel Regio Decreto numero 267 del 1942, meglio noto come Legge Fallimentare.
A seguito del fallimento, il tribunale priva l’imprenditore dell’amministrazione e della disponibilità dei suoi beni e nomina un curatore fallimentare che si occuperà di liquidare il patrimonio del fallito provvedendo a ripagare tutti i creditori secondo la par condico creditorum, come previsto dall’articolo 42 della Legge Fallimentare.
Per l’imprenditore fallito conseguenze gravi si ripercuotono sulla sua sfera economica, a partire dal concetto di “spossessamento” che decorre dalla data della pubblicazione della sentenza di fallimento e lo priva a tutti gli effetti dei diritti sul proprio patrimonio.
Lo “spossessamento” riguarda tutti i beni dell’imprenditore fallito, compresi quelli acquistati nel corso della procedura fallimentare e quelli in possesso del fallito ma di proprietà di terzi.
L’articolo 46 della Legge Fallimentare dice che non sono compresi nel fallimento: i beni e i diritti di natura strettamente personale gli assegni di carattere alimentare come gli stipendi, le pensioni e i salari che l’imprenditore guadagna con la sua attività, entro i limiti di quanto occorre per il mantenimento suo e della famiglia i frutti derivanti dall’usufrutto legale sui beni dei figli e del fondo patrimoniale le cose che non possono essere pignorate, come disposto dalla Legge
L’imprenditore ha infatti l’obbligo di: consegnare al curatore fallimentare la propria corrispondenza, lavorativa e non strettamente personale, sia cartacea che elettronica, mostrando tutto quello che ha a che fare con i rapporti societari, con i creditori e con il fallimento (mantenendo comunque il diritto alla corrispondenza e alla sua ricezione);
L’articolo 43 della Legge Fallimentare prevede però che “il fallito può intervenire nel giudizio solo per le questioni dalle quali può dipendere un’imputazione di bancarotta a suo carico se l’intervento è previsto dalla legge.”
Leonardo Gatti
2025-09-05 19:20:57
Numero di risposte
: 26
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Valentina Pagano
2025-09-05 16:59:54
Numero di risposte
: 30
Le conseguenze del fallimento di una srl possono essere gravi, inclusa la responsabilità anche grave, incluso il rischio di giurisdizione penale.
La prosecuzione di un’attività imprenditoriale in assenza di economicità, ovvero di redditività, equivale a una sorta di prosecuzione indebita dell’attività d’impresa, che continua ad accumulare debiti anziché generare utili.
Le conseguenze più rilevanti riguardano l’amministratore, poiché la sua gestione verrà attentamente scrutinata dal curatore fallimentare.
Il curatore ha il compito di determinare i debiti e i crediti della società e può agire se rileva atti anomali o comportamenti illeciti durante la gestione dell’amministratore, come la sottrazione di risorse o la falsificazione delle scritture contabili.
In alcuni casi, questi comportamenti possono portare a responsabilità civili e penali più gravi, come il reato di bancarotta.
Il socio che ha effettuato un conferimento di capitale perderà il capitale investito.