Come si calcola la ripartizione dell'acqua condominiale?

Alighiero Russo
2025-09-13 15:39:57
Numero di risposte
: 16
La ripartizione delle spese per l’acqua in condominio crea spesso dubbi e contrasti.
Il problema sarebbe risolto a monte se tutti i condomini disponessero di contatori individuali, ma in assenza di tale condizione bisogna attenersi a quelle che sono le regole previste dal codice civile.
Storicamente, molti condomini hanno adottato il metodo di ripartizione “per persona” al fine di calcolare le spese dell’acqua.
Tale metodo, basato sul numero di abitanti per unità abitativa, è stato per anni il criterio preferito per la sua semplicità, sebbene non sia il più preciso.
Il criterio di ripartizione “per persona” è legittimo solo se deciso da una delibera assembleare approvata all’unanimità.
La ripartizione delle spese dell’acqua secondo millesimi in assenza quindi di un patto contrario che consenta la ripartizione delle bollette dell’acqua secondo “teste”, la regola imposta dalla legge è quella dei millesimi di proprietà.
Secondo l’articolo 146 del Dlgs 152/2006, è sempre preferibile procedere al conteggio dei consumi di acqua attraverso l’installazione di contatori individuali.
L’amministratore dovrebbe dunque provvedere direttamente all’installazione dei contatori individuali, stanziando la spesa a ciò necessaria e ripartendola tra i condòmini.
In assenza dei contatori, si deve procedere per millesimi di proprietà, salvo diversa previsione dell’assemblea o del regolamento, purché approvata all’unanimità.
Potrebbe succedere che uno o più condomini siano dotati dei contatori individuali.
Ciò però non può comportare un diverso conteggio, in capo a questi ultimi, secondo i consumi.
Difatti solo se tutti gli appartamenti sono dotati di detti apparecchi è possibile procedere alla ripartizione in base ai consumi effettivi.
Diversamente, anche chi ha il contatore, dovrà sottostare al criterio generale dei millesimi.
Come detto sopra, in assenza di contatori individuali installati in ogni unità abitativa, la Cassazione, con la sentenza n. 17557/2014, ha stabilito che l’addebito deve avvenire in base ai valori millesimali.

Bibiana Ferraro
2025-09-13 13:22:47
Numero di risposte
: 21
La ripartizione del consumo di acqua in un condominio può essere calcolata in base al numero di appartamenti o al numero di persone che vivono nell'edificio.
Il calcolo può essere effettuato considerando il consumo totale di acqua dell'edificio e suddividendolo tra gli appartamenti o lesingoli proprietari.
In alcuni casi, la ripartizione può essere basata su un sistema di misurazione individuale, come ad esempio l'installazione di contatori dell'acqua per ogni appartamento.
La ripartizione del consumo di acqua può anche essere influenzata da fattori come la superficie dell'appartamento, il numero di bagni o la presenza di piscine o giardini.
In generale, è importante che la ripartizione del consumo di acqua sia equa e trasparente, in modo da evitare dispute tra i condomini.
I condomini possono anche decidere di affidare la gestione della ripartizione del consumo di acqua a un'amministratore di condominio o a un'impresa specializzata.
La ripartizione del consumo di acqua può essere calcolata con una formula che tiene conto del consumo totale di acqua e del numero di appartamenti o di persone che vivono nell'edificio.
Il consumo di acqua può essere misurato con contatori dell'acqua installati per ogni appartamento o per l'intero edificio.
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