Chi ha un contratto co co co deve pagare le tasse?

Roberto Santoro
2025-10-07 19:36:06
Numero di risposte
: 24
Il lavoratore con contratto Co.Co.Co. deve essere iscritto alla Gestione Separata Inps.
I contributi sono: per i ⅔ a carico del committente; per ⅓ a carico del collaboratore (tuttavia, è sempre il datore di lavoro a versarli).
Per il 2025, l’aliquota contributiva e di computo per i lavoratori con contratto di collaborazione continuativa, iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, è pari al 33%.

Isabel Battaglia
2025-10-07 19:29:02
Numero di risposte
: 28
Se usi in modo sbagliato un co.co.co. al posto di un rapporto di lavoro subordinato, possono succedere due cose: il contratto si trasforma in lavoro dipendente e dovrai pagare in un colpo solo arretrati di stipendi, contributi, tasse e indennità, oltre che sanzioni.
Il collaboratore deve essere iscritto alla gestione separata INPS.
L’aliquota è del 35,03%, di cui 1/3 è a carico del collaboratore e 2/3 a carico tuo.
Il lavoratore co.co.co. lo paghi mensilmente con l’emissione dei cedolini, esattamente come con i dipendenti.
Un co.co.co. ti costa circa il 10% in meno di un contratto da dipendente, ma circa il 20% in più di una partita IVA.
Il contratto co.co.co. costa all’azienda circa il 10% in meno di un contratto da dipendente, ma circa il 20% in più di una partita IVA.
Avere una partita IVA vuol dire doversi occupare di pagare tasse e contributi anziché lasciare che sia il datore a farlo.

Soriana Barbieri
2025-10-07 15:27:04
Numero di risposte
: 25
Sì, se hai già una Partita IVA aperta o se vuoi aprirla mantenendo il tuo contratto co.co.co.
Se vuoi aprire in regime forfettario ricorda che i tuoi redditi lordi da lavoro con il co.co.co. devono essere inferiori a 30.000€ annui.
Ad esempio, se nel 2022 hai avuto un reddito da lavoro dipendente per un totale di 35.000€ e nel 2023 vuoi aprire la Partita IVA, puoi farlo solo in regime ordinario, pagando l’IRPEF con una percentuale che va dal 23% al 43% del tuo imponibile, quindi dei tuoi guadagni al netto delle spese.
Oltre a questo, dovrai inserire l’IVA in fattura, farla pagare ai tuoi clienti e versarla allo stato.
Se nel 2023 il tuo reddito da lavoro dipendente sarà inferiore a 30.000€, dal 2024 potrai aprire la Partita IVA in regime forfettario, beneficiando della tassazione agevolata al 15% o al 5% per i primi 5 anni se avvii una nuova attività.
Le percentuali si applicano sul tuo imponibile, che puoi trovare moltiplicando i tuoi incassi totali per un valore detto coefficiente di redditività, che varia a seconda della tipologia di attività.
Oltre alle tasse, devi pagare i contributi, ma il loro versamento è diverso se apri la Partita IVA come:
Libero professionista iscritto ad un albo professionale: se per la professione che svolgi esiste una cassa professionale, devi iscriverti e pagare i contributi in misura ridotta.
Lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata, cioè un professionista che svolge un’attività intellettuale, come il copywriter, per cui non è prevista una cassa professionale.
In questo caso devi versare contributi per: il tuo lavoro con contratto cococo, tramite trattenute in busta paga la gestione separata, con un’aliquota ridotta del 24%
Ditta individuale, quindi svolgi un’attività artigianale o commerciale versi i contributi per: il tuo lavoro con contratto co.co.co.
la cassa artigiani e commercianti INPS, che prevede due tipi di contributi: che dovrai pagare indipendentemente da quanto incasserai con la tua ditta e sono di circa 4.500€
variabili: da pagare solo se superi i 18.555€ di imponibile, sull’eccedenza dovrai versare il 24% circa.
Se invece superi i 55.448€ di imponibile, sull’eccedenza dovrai versare circa il 25%.
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