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Quali sono le regole per le assunzioni a chiamata?

Isabel Marino
Isabel Marino
2025-10-07 20:06:27
Numero di risposte : 29
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Il contratto a chiamata è un contratto a tempo determinato o indeterminato con cui il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro, che può chiamarlo al bisogno nell’arco della settimana, del mese o dell’anno, per motivi individuati dalla Legge. È riservato ai lavoratori minori di 24 e maggiori di 55 anni, per un numero massimo di 400 giornate lavorative nel corso di tre anni solari. Superato questo limite - che non riguarda però i settori del turismo, dello spettacolo e dei pubblici servizi - il rapporto si trasforma in lavoro a tempo pieno e indeterminato. La Legge individua, inoltre, specifici casi in cui il contratto a chiamata non può essere stipulato: sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di sciopero; unità produttive che, nei precedenti sei mesi, sono state oggetto di licenziamenti collettivi ai danni di lavoratori con le stesse mansioni del lavoratore a chiamata; unità produttive oggetto di sospensione del lavoro o cassa integrazione, ai danni di lavoratori con le stesse mansioni del lavoratore a chiamata; aziende che non hanno effettuato la valutazione dei rischi. All’interno del contratto a chiamata, che deve essere stipulato in forma scritta, il datore di lavoro deve specificare: la sua durata; il motivo che lo giustifica; il luogo e la modalità della prestazione; il preavviso della chiamata; il trattamento economico e normativo; i tempi e le modalità del pagamento della retribuzione e dell’indennità di disponibilità. In caso contempli l’obbligo di rispondere alla chiamata del datore di lavoro, durante i periodi di inattività il lavoratore percepisce un’indennità il cui importo dipende dalla contrattazione collettiva. In caso di rifiuto ingiustificato, può però essere licenziato e obbligato a restituire la parte di indennità riferita al periodo successivo al rifiuto.