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Che differenza c'è tra subappalto e subcontratto?

Giordano Palumbo
Giordano Palumbo
2025-10-21 00:35:27
Numero di risposte : 23
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La giurisprudenza, più volte pronunciatasi sulla differenza da individuare tra subfornitura e subappalto, ha costantemente rinvenuto l’elemento caratterizzante del subappalto nell’autonomia con cui il soggetto terzo esegue le prestazioni ad esso commissionate, al contrario di ciò che avviene nella subfornitura, laddove l’impresa terza viene ad essere sostanzialmente inserita nel ciclo produttivo dell’appaltatore, con conseguente dipendenza tecnica, e anche economica, da quest’ultimo. È l’inserimento del subfornitore nel ciclo produttivo del fornitore a richiedere che la lavorazione da parte del primo avvenga secondo la progettualità e le direttive tecniche impartite dal secondo, per cui la cosiddetta dipendenza tecnica — da valutarsi caso per caso e in rapporto alla natura della lavorazione in concreto affidata in subfornitura — si pone come il risvolto operativo attraverso il quale normalmente si denota la dipendenza economica, di cui è elemento qualificante e sintomatico. Sul piano concettuale, questo elemento diversifica il rapporto di subfornitura commerciale dal subappalto d’opera o di servizi, nel quale il subappaltatore è chiamato, nel raggiungimento del risultato, ad una prestazione rispondente ad autonomia non solo organizzativa e imprenditoriale, ma anche tecnico esecutiva. I caratteri distintivi del subappalto sono individuati dall’art. 119, comma 2, primo periodo, D. Lgs. 36/2023, che lo definisce come «il contratto con il quale l’appaltatore affida a terzi l’esecuzione di parte delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto, con organizzazione di mezzi e rischi a carico del subappaltatore». Nella fattispecie che costituisce oggetto di causa, tutti i soggetti esterni individuati risultano esercitare un’attività pienamente autonoma rispetto a quella della società ricorrente principale, non essendo stati dimostrati legami connotati da un inserimento funzionale di un’impresa nel ciclo produttivo dell’altra né, a ben vedere, alcun legame di particolare intensità, nemmeno di carattere meramente commerciale, ovvero fonte di qualsivoglia dipendenza tecnica o economica delle imprese terze. In conclusione, le esternalizzazioni poste in essere sono configurabili come subappalto.
Erminia Gatti
Erminia Gatti
2025-10-21 00:02:41
Numero di risposte : 23
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Il subappalto è il contratto con il quale l’appaltatore affida a terzi l’esecuzione di parte delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto principale. Costituisce subappalto qualsiasi subcontratto che richieda l’impiego di manodopera, come ad esempio noli o forniture con posa in opera, purché si verifichino entrambe le seguenti condizioni: 1) importo di subappalto superiore al 2% dell’importo del contratto principale o comunque a € 100.000; 2) incidenza del costo della manodopera e del personale superiore al 50% dell’importo di subappalto. I subaffidamenti sono contratti aventi ad oggetto attività, diverse dai lavori, espletate nel cantiere in cui si riferisce l’appalto, che richiedono l’impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, di importo inferiore al 2% e/o comunque a € 100.000,00 o con percentuale di incidenza della manodopera inferiore al 50%. Non sono qualificabili come subappalti e pertanto non sono soggetti ad autorizzazione ma a semplice comunicazione preventiva. Trattasi di quelle attività, forniture e servizi, simili in tutto e per tutto a quelle previste per i subappalti ma con valori e percentuali inferiori. Se non sussistono entrambe le condizioni che permettono al subcontratto di essere considerato subappalto, si tratterà necessariamente di subaffidamento, il quale non necessità della presenza di entrambe le condizioni per essere definito tale.