Vocazione ereditaria: di cosa si tratta?

Pacifico Rinaldi
2025-06-17 16:23:56
Numero di risposte: 12
La “chiamata” (o “vocazione”) ereditaria è dunque la situazione che si ha dal momento in cui la successione si apre (e cioè dal momento della morte del de cuius) fino a quando il chiamato diventa erede accettando appunto la “chiamata” che a lui proviene o dal testamento o dalla legge.
Se però chi è chiamato all’eredità non possa (perché ad esempio sia premorto rispetto al de cuius) o non voglia accettarla (ad esempio perché intenda rinunciarvi), si pone il problema di stabilire a chi debba essere rivolta la chiamata ereditaria per individuare se questi accetti di diventare successore del de cuius.
Il chiamato che non può o non vuole accettare si dice “primo chiamato” mentre il chiamato individuato successivamente al primo si dice “chiamato ulteriore”.
Qualora il primo chiamato all'eredità non possa o non voglia accettare l'eredità e non vi sia un testamento nel quale il de cuius abbia disposto una “sostituzione”, il chiamato “ulteriore” può essere individuato mediante le regole della cosiddetta “rappresentazione”, se ricorrano le seguenti condizioni:
a) il “primo” chiamato (e cioè quello che non può o non vuole accettare l’eredità) deve essere un soggetto che abbia discendenti legittimi o naturali;
b) il “primo” chiamato deve essere figlio legittimo, legittimato, adottivo o naturale del defunto oppure fratello o sorella del defunto stesso.
Se dunque ricorrono tali presupposti, i discendenti del “primo” chiamato (che sono denominati “rappresentanti”) subentrano nel luogo e nel grado del loro ascendente (detto “rappresentato”) che non voglia o non possa accettare l'eredità lasciata dal de cuius.
Va altresì precisato che all'interno di ciascuna stirpe che dal defunto promana, la rappresentazione ha luogo all'infinito, e cioè che per l'operare della rappresentazione non c'è limite di grado di parentela tra de cuius e discendente; nemmeno importa che all'interno di ciascuna stirpe coloro che succedono per rappresentazione siano tra loro di grado diverso rispetto al de cuius.

Simona Romano
2025-06-17 15:03:24
Numero di risposte: 6
La vocazione all'eredità, con cui si intende la vera e propria "chiamata", che consiste nella designazione dei soggetti che possono succedere al de cuius.
La delazione all'eredità, che è, invece, l'offerta del patrimonio ereditario ai chiamati che determina in capo al delato la possibilità di accettare o rifiutare e, ancor prima, di esercitare alcuni specifici poteri.
Nell'ipotesi più comune, delazione e vocazione si verificano contemporaneamente con l'apertura della successione, tuttavia mentre la chiamata è sempre attuale, con la morte del de cuius, vi sono specifiche ipotesi in cui l'offerta dell'eredità si realizza in un momento distinto.
Ne sono un esempio l'erede sottoposto a condizione sospensiva o la delazione del nascituro: in entrambi i casi avremo una chiamata alla successione immediata ma la possibilità di adire l'eredità sarà solo successiva alla nascita o al verificarsi della condizione sospensiva.
Il nostro codice civile all'art. 457 non fa riferimento esplicito alla vocazione ma preferisce parlare di delazione dell'eredità.
La dottrina ha tuttavia distinto questi due momenti del procedimento successorio distinguendo tra:
- Vocazione all'eredità, con cui si intende la vera e propria "chiamata", che consiste nella designazione dei soggetti che possono succedere al de cuius;
- Delazione all'eredità, che è, invece, l'offerta del patrimonio ereditario ai chiamati che determina in capo al delato la possibilità di accettare o rifiutare e, ancor prima, di esercitare alcuni specifici poteri.

Nadir Silvestri
2025-06-17 14:15:11
Numero di risposte: 7
Vocazione indica il fenomeno della chiamata all'eredità.
Essa, quindi, ancor più che una fase, può considerarsi il fondamento del fenomeno successorio, il titolo in base al quale si succede.
Può aversi per volontà del defunto manifestata a mezzo di testamento, per volontà della legge, che opera solo quando non sia disposta la successione per testamento.
La vocazione deve distinguersi dalla delazione che è il fenomeno della offerta concreta del patrimonio ereditario ad un soggetto che ha, conseguentemente, il diritto di accettare.
Sicché, mentre la vocazione individua come si succede, la delazione individua chi è chiamato a succedere.
La vocazione e la delazione possono anche non coincidere temporalmente, come ad esempio nel caso di istituzione di erede sottoposta a condizione sospensiva.

Dimitri Romano
2025-06-17 14:10:33
Numero di risposte: 6
La vocazione è il processo di designazione, effettuato per legge o per testamento, di coloro che sono chiamati a succedere al defunto. Essa rappresenta il primo passaggio nell’apertura della successione.
In buona sostanza, nel momento in cui una persona designa un’altra quale suo erede, sta facendo una vocazione che tale rimane fin quando il beneficiario non decide di accettare o rinunciare all’eredità.
In assenza di testamento invece la vocazione viene fatta dalla legge nell’individuare i soggetti astrattamente titolari del diritto a succedere.
Anche in questo caso, la vocazione determina l’acquisizione della qualità di erede solo a seguito dell’accettazione dell’eredità.
Dunque il vocato all’eredità è l’erede potenziale, colui cioè che è chiamato a scegliere se accettare o meno l’eredità.

Giacinto Ferraro
2025-06-17 13:10:44
Numero di risposte: 5
Il volume affronta il tema della successione dei chiamati in subordine, approfondendo le delicate questioni implicate dal complesso fenomeno della devoluzione ereditaria.
Nel primo capitolo, la vocazione dei chiamati in subordine viene collocata nel contesto del procedimento successorio mortis causa, per determinarne l’esatta natura e individuarne la differenza rispetto alla vocazione dei primi chiamati.
La vocazione dei chiamati in subordine è determinata in maniera autonoma oppure un vizio della delazione o dell’acquisto ereditario, nel qual caso il contenuto della vocazione in subordine è, invece, determinato per relationem.
Il terzo capitolo è dedicato all’esame dei meccanismi attraverso cui si realizza la devoluzione in favore dei chiamati in subordine, la quale appare atteggiarsi in maniera differenziata a seconda che, in relazione al mancato successore, ricorra un vizio della vocazione nel qual caso il contenuto della vocazione in subordine è determinato in maniera autonoma.
Nel corso del secondo capitolo, sono analizzate in maniera dettagliata le circostanze idonee a provocare la devoluzione in favore dei chiamati in subordine, le quali vengono sistematicamente ordinate a seconda che si concretizzino in un vizio della vocazione, o in un vizio della delazione, oppure, ancora, in un vizio dell’acquisto ereditario del primo successibile non venuto alla successione.

Odone Marchetti
2025-06-17 12:34:12
Numero di risposte: 7
A seguito dell’apertura della successione, mentre la vocazione ereditaria consente di individuare i chiamati all’eredità, ossia coloro che potranno divenire eredi.
La vocazione ereditaria è il momento in cui si individuano i chiamati all’eredità, coloro che potranno divenire eredi.
È bene quindi precisare sin da subito che stante il divieto dei patti successori previsto dal nostro sistema giuridico, la delazione ereditaria non può mai essere pattizia, potendo invece realizzarsi unicamente per testamento o per legge.
Allorché le due fasi del procedimento successorio della vocazione e della delazione arrivano a coincidere dal punto di vista temporale, e pertanto la concreta offerta del patrimonio del defunto al chiamato all’eredità si verifichi immediatamente, vale a dire all’apertura della successione, si parla di delazione attuale.
In generale, la vocazione ereditaria è strettamente connessa alla delazione, in quanto consente di individuare i chiamati all’eredità che potranno ricevere la delazione dell’eredità.
La delazione può essere attuale, condizionale, successiva, solidale o indiretta, a seconda delle circostanze e delle scelte del defunto o delle norme di legge.
In ogni caso, la vocazione ereditaria è il punto di partenza per la delazione ereditaria, poiché solo dopo aver individuato i chiamati all’eredità è possibile procedere alla concreta offerta dell’eredità.