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Cos'è la delazione? Una guida rapida.

Ubaldo Lombardo
Ubaldo Lombardo
2025-06-18 06:20:23
Numero di risposte: 5
La delazione è l'offerta dell'eredità effettuata nei confronti di chi ha diritto a riceverla, ex art. 457 del codice civile, per legge o per testamento. La delazione dell'eredità rappresenta l'elemento oggettivo del fenomeno successorio e si sostanzia nell'offerta a succedere rivolta al soggetto designato con la vocazione la quale, invece, rappresenta l'elemento soggettivo. La dottrina ha tuttavia distinto questi due momenti del procedimento successorio distinguendo tra: - Vocazione all'eredità, con cui si intende la vera e propria "chiamata", che consiste nella designazione dei soggetti che possono succedere al de cuius; - Delazione all'eredità, che è, invece, l'offerta del patrimonio ereditario ai chiamati che determina in capo al delato la possibilità di accettare o rifiutare e, ancor prima, di esercitare alcuni specifici poteri. Nel nostro ordinamento la delazione dell'eredità è possibile ai sensi del primo comma dell'art. 457 c.c. "per legge o per testamento".
Jarno Rossetti
Jarno Rossetti
2025-06-18 04:40:18
Numero di risposte: 2
La delazione è la concreta offerta dei beni ereditari al chiamato, senza la quale a quest’ultimo non potrebbe essere riconosciuto il diritto di accettare l’eredità. La delazione ereditaria non può mai essere pattizia, potendo invece realizzarsi unicamente per testamento o per legge. Allorché le due fasi del procedimento successorio della vocazione e della delazione arrivano a coincidere dal punto di vista temporale, e pertanto la concreta offerta del patrimonio del defunto al chiamato all’eredità si verifichi immediatamente, vale a dire all’apertura della successione, si parla di delazione attuale. Si parla invece di delazione condizionale nel caso in cui l’offerta concreta dell’eredità venga subordinata a condizione sospensiva, generando nel chiamato una mera aspettativa di delazione che potrà essere soddisfatta soltanto col verificarsi della condizione stessa. Inoltre, ove esista un diritto di accrescimento tra coeredi o collegatari la delazione è detta solidale, considerato che in casi del genere si reputa sussistente una delazione unica, capace di estendere progressivamente la propria operatività col venir meno dei diritti dei chiamati all’eredità impossibilitati o non intenzionati a succedere a titolo universale o particolare. Se infine si considera l’istituto giuridico della rappresentazione, in virtù del quale i discendenti sono chiamati a succedere nel luogo e nel grado del loro ascendente che per rinuncia alla successione, premorienza, assenza o indegnità, non voglia o non possa accettare l’eredità o il legato del de cuius, ci si imbatte in un’ipotesi di delazione indiretta. D’altra parte, è lo stesso codice di diritto sostanziale ad ammettere che se l’erede ha accettato l’eredità nel contesto di una successione legittima, egli deve essere automaticamente considerato anche erede testamentario allorché, in un momento successivo al predetto atto di accettazione, venga rinvenuto un testamento in precedenza ignoto.
Eusebio D'amico
Eusebio D'amico
2025-06-18 04:28:07
Numero di risposte: 5
La delazione indica il fenomeno dell'offerta del patrimonio ereditario ad un soggetto, al quale spetta, pertanto, il diritto di accettare l'eredità. La delazione può aversi per legge o per testamento. Essa può anche non coincidere col momento della morte del testatore, come nell'ipotesi di istituzione di erede posta sotto condizione. La delazione è detta successiva, quando è indicato un sostituto, qualora il primo chiamato non voglia accettare. La delazione è sempre unica anche qualora vengano a concorrere la successione legittima e quella testamentaria.
Thea Giordano
Thea Giordano
2025-06-18 04:07:11
Numero di risposte: 3
La delazione è l’atto di denunciare segretamente, per lucro, per servilismo o per altri motivi, l’autore di un reato o di altra azione soggetta a pena o sanzione, o di fornire comunque informazioni che consentano d’identificarlo. Nel linguaggio giur., la delazione può essere intesa come deferimento, ad esempio nella delazione di giuramento o nella delazione dell’eredità, quando siano presenti tutti i presupposti perché il chiamato a succedere possa far valere il suo titolo. In passato, la delazione poteva anche riferirsi al portare, come nel caso della delazione d’armi, che indicava il porto d’armi abusivo.
Marianna Marchetti
Marianna Marchetti
2025-06-18 03:23:56
Numero di risposte: 5
In diritto, eminentemente nel diritto penale, il termine delazione indica una denuncia, eventualmente anche anonima, con la quale si porta a conoscenza dell'autorità giudiziaria la commissione di un reato o di un altro illecito di cui vi sia stata consumazione o anche solo tentativo. Venivano considerati delatori coloro che, sperando di poter ottenere condizioni favorevoli per loro stessi, facevano attività di spionaggio a favore del regime. La delazione poteva essere occasionale e/o anonima, generalmente riconducibile a un singolo episodio – e motivata, in tal caso, da questioni private o dall’ansia di riscuotere la ricompensa – o poteva assumere nel tempo un carattere continuativo. Una fitta rete di delazioni caratterizzò gli anni della lotta di liberazione nazionale e fu la causa di numerose stragi di civili, in una forma particolarmente vile ed efficace di collaborazionismo, perché sotterranea e con pochi rischi. Le autorità fasciste e tutti i corpi armati della RSI, nonché i soldati tedeschi, si avvalsero della delazione come uno dei principali strumenti di controllo repressivo. Per certi versi, una categoria particolare di delatrici fu quella di chi si manteneva o si arricchiva denunciando ebrei e permettendone, in questo modo, la deportazione nei campi di concentramento. La delatrice, in rapporti confidenziali con le autorità, veniva, per così dire, “istituzionalizzata”, conquistando lo status di “spia autorizzata” e giungendo anche a percepire un congruo stipendio mensile.
Andrea Longo
Andrea Longo
2025-06-18 03:14:11
Numero di risposte: 6
La delazione indica l'aspetto oggettivo del fenomeno successorio, vale a dire la possibilità di subentrare, in tutto o in parte, nel patrimonio del de cuius. Di norma vocazione e delazione coincidono temporalmente e si verificano all'apertura della successione, ma può anche accadere che tali due momenti siano uno successivo all'altro. La delazione dell'eredità può avvenire solo con la nascita del chiamato. La questione che si sottopone ad esame attiene alla posizione giuridica del c.d. “delato” all’eredità, termine con cui si indica colui che non. La soluzione al presente quesito richiede una breve disamina del fenomeno della successione testamentaria e delle disposizioni poste a tutela di alcune categorie di soggetti.
Vincenza De luca
Vincenza De luca
2025-06-18 02:59:18
Numero di risposte: 6
La delazione è il momento in cui le situazioni giuridiche soggettive vengono messe a disposizione dei chiamati o “delati”. Questi ultimi, a seguito della delazione, possono accettare o rinunciare all’eredità. Una volta identificati i vocati, è quindi possibile concretamente mettere a loro disposizione le situazioni giuridiche soggettive  delazione). I chiamati (definiti anche “delati”) possono quindi accettare divenendo in tal modo eredi. Di norma, la vocazione coincide con la delazione: difatti, al momento della morte di un soggetto, il patrimonio ereditario è già messo a disposizione dei potenziali eredi che sono immediatamente in grado di accettare o rinunciare all’eredità. La coincidenza tra vocazione e delazione può mancare nei casi in cui la delazione non è immediata ma differita a un momento successivo ed eventuale. Questo può accadere, per esempio, quando l’istituto beneficiario è un nascituro o quando l’eredità è condizionata a un evento futuro. Immaginiamo che una nonna lasci in eredità una somma di denaro a un nipote che deve ancora nascere. In questo caso, il nipote è un “vocato” ma non diventa un “delato” fino al momento della sua nascita. Fino a quel momento, non può accettare o rinunciare all’eredità. In questi casi il vocato rimane tale (e non acquista anche la qualifica di delato) fino a quando non si verifica l’evento che realizza concretamente la delazione (ad esempio la nascita, il verificarsi della condizione, ecc.). Fino a quando la delazione non diventa attuale, pertanto, il vocato non può esercitare i poteri tipici che la legge gli riserva.