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Che cos'è la riforma tributaria?

Monica Pellegrini
Monica Pellegrini
2025-07-20 11:24:49
Numero di risposte : 9
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La riforma tributaria è un manovra o complesso di azioni di modifica al sistema fiscale, effettuato al fine di adeguare la raccolta del gettito tributario al mutato contesto economico, giuridico o sociale. Gli interventi possono investire l’apparato amministrativo, i presupposti sui quali indirizzare il prelievo, ovvero le aliquote impositive. Le riforme tributarie in Italia sono state numerose, ad esempio un primo intervento di riforma è quello attuato dalla l. 25/1951, approntato dall’allora ministro per le Finanze E. Vanoni. Con tale provvedimento normativo si prevedeva l’obbligo di presentare una dichiarazione annuale per tutti i redditi percepiti, rafforzando il sistema sanzionatorio nelle ipotesi di omessa dichiarazione. La riforma prevedeva, inoltre, l’abbassamento delle aliquote e la possibilità di condonare le irregolarità pregresse, al fine di far emergere il reddito effettivo di tutti i contribuenti. Un elemento cruciale era inoltre rappresentato dalla tipologia di prelievo, prevalentemente basata sui tributi locali, circostanza che complicava la predisposizione di una politica economica nazionale. I lavori della Commissione confluirono quindi nella l. delega 875/1971, che ha delineato l’attuale sistema fiscale. L’intervento di riforma abrogò una moltitudine di tributi, non più coerenti con il contesto economico e sociale, riorganizzando il prelievo attorno a un nucleo essenziale di imposte raccolte a livello centrale. Il d. legisl. 446/1997 ha provveduto a sostituire l’ILOR con l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive e il d. legisl. 334/2003 ha sostituito l’IRPEG in favore dell’imposta sul reddito delle società. Per quanto attiene l’organizzazione dell’apparato amministrativo tributario, questo è stato profondamente riformato con il d. legisl. 300/1999, riconducendo l’attività di accertamento, la riscossione e quella del contenzioso nelle competenze dell’Agenzia delle entrate. Si può evidenziare, infine, come, a partire dagli ultimi anni 1990, sia stata ribaltata la concezione della riforma t. Cosciani-Visentini, che attribuiva in via esclusiva la responsabilità impositiva allo Stato centrale.
Mariapia Fabbri
Mariapia Fabbri
2025-07-20 10:55:26
Numero di risposte : 10
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La legge n. 825 del 9 ottobre 1971 fu così emanata dal governo per divulgare le disposizioni occorrenti per attuare le riforme secondo i principi costituzionali del concorso di ognuno in ragione della propria capacità contributiva e della progressività. Il governo predispose, inoltre, il testo dei singoli decreti delegati, sentito il parere di una commissione parlamentare. Inizialmente furono pubblicati diciannove decreti, tutti in data 26 ottobre 1972, che introdussero l'imposta sul valore aggiunto e l'imposta comunale sull'incremento di valore degli immobili, nonché modificarono le imposte di registro, successioni, ipotecarie e catastali, bollo, contenzioso tributario, imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni, imposta sugli spettacoli e tasse sulle concessioni governative. Il 1° gennaio 1973, entrarono in vigore tali provvedimenti, salvo quello sulla riforma del contenzioso tributario, che trovò faticosa applicazione solo nei primi mesi del 1974. Successivamente furono emanate le disposizione sulle imposte dirette. La loro entrata in vigore ebbe luogo il 1° gennaio 1974, con la sostituzione delle vecchie imposte reali e personali, con le nuove sul reddito delle persone fisiche e delle persone giuridiche nonché locale sui redditi. Un apposito provvedimento raccolse norme comuni in materia di accertamento delle imposte sul reddito, mentre con altri decreti delegati furono dettate le linee fondamentali delle agevolazioni tributarie, furono riformati la riscossione delle imposte dirette e i servizi relativi, nonché furono stabilite disposizioni sulla revisione degli estimi e del classamento del catasto terreni e fabbricati. Fu creata, infine, l'Anagrafe tributaria.