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Cosa fa Libera con i beni confiscati?

Jari Bellini
Jari Bellini
2025-07-05 08:47:57
Numero di risposte : 12
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Oggi sono 1.132 i soggetti impegnati nella gestione dei beni confiscati, con oltre 600 associazioni, 30 scuole di ogni ordine e grado e numerosi gruppi locali che utilizzano questi immobili per creare nuove opportunità e un'economia positiva. Tutte belle realtà che stanno trasformando gli spazi confiscati in luoghi di aggregazione, cultura e welfare, contribuendo a tessere un tessuto sociale più forte e resiliente. Per il 56% attività di welfare e politiche sociali, per il resto promozione culturale, agricoltura, produzione e lavoro e anche sport. Gli immobili sottratti ai clan e in attesa di destinazione sono 19.987 in tutta Italia, mentre sono ben 18.159 quelli requisiti definitivamente e già assegnati a istituzioni, enti locali o Terzo settore perché li "riciclino" a fini sociali. Dietro ogni numero ci sono storie di associazioni e cooperative che hanno trasformato luoghi di malaffare in spazi di crescita, educazione e comunità. La sfida è tutt'altro che vinta. Basti pensare che a livello europeo, la criminalità organizzata vanta proventi stimati tra i 92 e i 188 miliardi di euro l’anno. Nonostante ciò, meno del 2% dei beni illeciti viene effettivamente confiscato. In Sicilia, la regione a più alta densità di beni confiscati, ci sono ancora 8.206 immobili da consegnare in buone mani. Notevole comunque anche il numero di quelli già destinati: 6.437. Dietro la Sicilia ci sono Campania e Calabria, più staccata la Lombardia, che comunque dispone di 1.557 tra casi e terreni tolte ai clan, segno inequivocabile della presenza radicata delle mafie nella Locomotiva d'Italia. Così come nel Lazio e nel Nordest. La regione che ha "ereditato" meno beni è il Trentino Alto Adige. Ma alle mafie lo Stato non sequestra solo ville, ci sono anche diverse aziende "inquinate" che sono state avviate nel percorso di ripulitura dalle incrostazioni criminali: 2.823 le imprese in gestione, 1.521 quelle già destinate a manager rispettabili.
Gennaro Gallo
Gennaro Gallo
2025-06-24 16:17:00
Numero di risposte : 13
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La piattaforma open source realizzata da Libera in con collaborazione di OnData e Fondazione TIM. E' online Confiscati Bene 2.0, il primo portale nazionale per la trasparenza e la promozione del riutilizzo dei beni confiscati alle mafie realizzato dall’associazione Libera con la collaborazione di OnData e Fondazione Tim. Confiscati Bene 2.0 promuove con trasparenza il riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie e risponde a queste domande, raccogliendo e fornendo open data completi, fruibili, aggiornati, sul bene e sulla sua destinazione, in una sorta di "monitoraggio civico". Il portale monitora gli oltre 14mila immobili confiscati alle mafie creando di fatto un punto di riferimento importante per chi è interessato ad operare in questo contesto. La piattaforma, basata su tecnologie Open-Source, raccoglie inoltre il racconto di tante pratiche di riutilizzo istituzionali e sociali che possono ispirare proposte di ulteriori nuovi progetti. La piattaforma fornisce anche indicazioni su bandi e avvisi pubblici per le assegnazioni e il racconto di best practice istituzionali.
Demis Montanari
Demis Montanari
2025-06-24 11:47:05
Numero di risposte : 15
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Libera promuove interventi formativi e di progettazione partecipata utili a rendere i beni confiscati risorse in grado di attivare processi di sviluppo locale e accrescere la coesione sociale. Non gestisce direttamente i beni confiscati alla criminalità organizzata, ma aiuta nella costruzione di processi di partecipazione e di rete. La restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Non solo segni della vittoria del movimento antimafia, ma strumenti per dare nuove energie ai nostri territori. Un percorso non solo economico, ma sociale e culturale. La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle quasi 1000 esperienze di riutilizzo per finalità sociali si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni comuni e condivisi. Raccontare quello che avviene ogni giorno sui beni confiscati alle mafie vuol dire raccontare il cambiamento che giorno dopo giorno si costruisce, con l’obiettivo di dare vita a nuove pratiche di economia e di sviluppo sostenibile.