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Cosa prevede la nuova legge sul cinema?

Diana Longo
Diana Longo
2025-07-18 21:51:13
Numero di risposte : 16
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La legge n. 220/2016 ha una duplice finalità: da un lato, individua i principi fondamentali dell'intervento pubblico a sostegno del settore e, dall’altro, fissa le modalità di realizzazione delle politiche di incentivo e di valorizzazione. La legge prevede misure di sostegno sotto forma di credito d’imposta e di ulteriori agevolazioni fiscali. Per l’anno corrente le risorse sono così dettagliate: Imprese di produzione: euro 181.000.000 così suddivisi: 60.000.000,00 euro per la produzione di opere cinematografiche; 109.000.000,00 euro per la produzione di opere televisive e opere web; 12.000.000,00 euro per la produzione di opere audiovisive a contenuto videoludico; Imprese di distribuzione: 35.000.000 euro Esercizio cinematografico: 25.000.000 euro Industrie tecniche e della post-produzione: 12.000.000 euro Esercenti sale cinematografiche per il potenziamento dell’offerta cinematografica: 110.000.000 euro Attrazione in Italia di investimenti cinematografici e audiovisivi: 40.000.000 euro Imprese non appartenenti al settore cinematografico e audiovisivo: 9.703.707,50 euro. Tax credit: 412.703.707,50 euro Contributi automatici: 21.321.000 euro Contributi selettivi: 84.300.000 euro Contributi alla promozione: 136.829.000 euro Finalità previste dall’articolo 27, comma 1, lettera i) della legge n. 220/2016: 20.881.042,50 euro Potenziamento circuito sale: 20.000.000 euro Il fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo ammonta a 696.034.750,00 euro.
Diamante Ferrara
Diamante Ferrara
2025-07-12 00:29:54
Numero di risposte : 13
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Il decreto Sangiuliano mira a selezionare in maniera più rigorosa le opere che possono accedere ai fondi pubblici, cercando di favorire quelle con una maggiore probabilità di distribuzione in sala. La riforma introduce nuovi criteri di accesso al tax credit, basati su tre requisiti fondamentali: la copertura finanziaria privata deve essere almeno del 40% del budget totale del film, deve essere garantito un accordo con un distributore tra i primi venti in Italia, e deve essere previsto un numero minimo di proiezioni nelle sale cinematografiche. Un altro aspetto controverso della riforma è l’introduzione di un tetto massimo ai compensi per registi, sceneggiatori e attori, al di sopra del quale il tax credit non sarà riconosciuto. L’obiettivo dichiarato della riforma è quello di arginare gli sprechi e migliorare l’efficacia del sostegno pubblico al cinema.
Nunzia Grasso
Nunzia Grasso
2025-07-05 08:29:29
Numero di risposte : 10
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Il tax credit per il cinema rappresenta un importante strumento per consentire alle imprese cinematografiche di gestire i propri debiti fiscali e previdenziali. La nuova legge di bilancio 2024 ha introdotto delle modifiche alle disposizioni, con l’obiettivo dichiarato di arginare gli sprechi di denaro con tagli netti e mirati. Il Fondo per il cinema e l’audiovisivo ora può destinare le risorse solo a specifiche tipologie di contributi. È stata confermata l’aliquota ordinaria del 40% per le imprese di produzione, ma è stata introdotta la possibilità di stabilire aliquote diverse o escludere l’accesso al credito d’imposta in base alle risorse disponibili e alle dimensioni delle imprese coinvolte. Per le imprese dell’esercizio cinematografico, sono state definite percentuali minime e massime di spese riconosciute per il credito d’imposta, con un’aliquota massima del 60% per le piccole e medie imprese. Per il potenziamento dell’offerta cinematografica è possibile ottenere un credito d’imposta fino al 60% dei costi di funzionamento delle sale, con una differenziazione tra grandi imprese e piccole/medie imprese. Sono stati stabiliti limiti di importo, aliquote e modalità di applicazione del credito d’imposta attraverso un decreto interministeriale. Le disposizioni di attuazione prevedono sanzioni per i soggetti incaricati della certificazione dei costi che rilasciano dichiarazioni mendaci. Fondamentalmente sopra una certa cifra – troppo incongruente, visto quello che prendono attori e autori affermati – limita fortemente l’accesso al tax credit per tutto ciò che nel budget è indicato come “sopra la linea”. In pratica con quel tetto lì, se dovessi fare un film in Italia con attori americani, i produttori potrebbero scaricare in Italia ben poco del loro compenso, il che comporterebbe andare a girare il film altrove in Europa, con tutti i vantaggi che c’erano in Italia fino a un anno fa.
Elga Ferri
Elga Ferri
2025-06-24 18:31:44
Numero di risposte : 11
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Suddivisione fra opere “a mercato” e opere beneficiarie di “contributi selettivi” che seguiranno iter diversi per beneficiare del credito d’imposta. Ma anche stretta sull’uso dell’intelligenza artificiale, divieto di appalti a cascata, spese eleggibili solo fra quelle effettuate in Italia, rafforzamento delle verifiche. Il costo del lavoro, potrà essere considerato come da contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati o rinnovati dal 1° gennaio 2019, con importo incrementato fino a un massimo del 20%. Quanto ai service è prevista, per l’esecuzione di singole parti, l’eleggibilità dei costi solo se sostenuti in Italia e a condizione che la società affidataria abbia sede legale nel Paese e non proceda a subappalti “a cascata”. Occorrerà su un altro versante vedere l’accoglienza di Bruxelles all’eliminazione dal computo dei costi sostenuti nello “Spazio Economico Europeo”, ora contemplati fino a un massimo del 20%. L’esclusione dei costi per l’uso dell’intelligenza artificiale per prestazioni creative e artistiche è un altro aspetto previsto nel decreto.
Gelsomina Milani
Gelsomina Milani
2025-06-24 16:32:58
Numero di risposte : 13
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Il nuovo decreto cambia i requisiti di accesso agli incentivi, aumentando ad esempio in numero di proiezioni minime richieste, e inasprisce le cause d'esclusione. Una delle principali novità riguarda l’innalzamento del numero minimo di proiezioni richieste per il riconoscimento della destinazione cinematografica. Rispetto al DM 2023, che prevedeva un minimo di 60 proiezioni, il nuovo decreto stabilisce che un’opera cinematografica debba essere programmata per almeno 240 proiezioni in dieci sale nell’arco di tre mesi. Per le opere di animazione, il requisito è di 60 proiezioni in cinque sale, mentre per documentari e cortometraggi il limite scende a 30 proiezioni rispettivamente in cinque e quattro sale. Sono inoltre escluse dai benefici le opere a contenuto pornografico, incitanti all’odio, pubblicitarie, commerciali, promozionali e didattiche. Anche i programmi televisivi di informazione, attualità, sport, quiz, reality show, talent show e factual entertainment non rientrano nei criteri di ammissione. Il decreto rafforza l’obbligo della distribuzione in sala, vietando la diffusione sulle piattaforme di streaming e home entertainment per 105 giorni dalla prima proiezione pubblica. Un’ulteriore novità riguarda le coproduzioni minoritarie: ai fini del rispetto dei requisiti di proiezione in sala, potranno essere conteggiate anche le proiezioni realizzate nel Paese del coproduttore maggioritario. La Direzione Generale Cinema e Audiovisivo sarà l’ente competente per determinare l’esclusione di un’opera dai benefici della legge e per attribuire o negare la qualifica di opera cinematografica attraverso specifici decreti. Le nuove disposizioni si applicano alle opere che richiederanno la nazionalità italiana dopo la pubblicazione del decreto, il 26 febbraio 2025.
Massimiliano Piras
Massimiliano Piras
2025-06-24 15:30:04
Numero di risposte : 8
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La Legge di Bilancio 2025 introduce importanti novità per il settore cinematografico e audiovisivo italiano, confermando l’impegno del governo nel sostenere la produzione culturale e industriale del settore. Le nuove disposizioni prevedono una revisione del credito d’imposta, un incremento dei contributi selettivi e un maggiore sostegno alla digitalizzazione del patrimonio audiovisivo. Questi interventi mirano a rafforzare la competitività delle produzioni nazionali e a stimolare l’innovazione e la qualità del comparto. La nuova normativa prevede che l’aliquota del tax credit sia riconosciuta in una misura compresa tra il 15% e il 40% del costo complessivo di produzione. Oltre alla modulazione dell’aliquota, il nuovo sistema prevede anche una semplificazione delle procedure per accedere al credito d’imposta, riducendo i tempi burocratici e agevolando l’erogazione delle risorse. Un’altra importante novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda l’aumento delle risorse destinate ai contributi selettivi e alla promozione delle opere cinematografiche e audiovisive. La percentuale massima del Fondo per il cinema e l’audiovisivo destinata a queste finalità passa dal 15% al 30%. La Legge di Bilancio 2025 introduce anche un importante intervento strutturale: la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo diventa una priorità stabile, con un finanziamento annuale di 3 milioni di euro a partire dal 2025. Questo piano ha diversi obiettivi: Preservare il patrimonio storico del cinema italiano: molte opere del passato rischiano di andare perdute a causa del deterioramento dei supporti fisici su cui sono state registrate. La digitalizzazione permetterà di conservarle in modo sicuro e di garantirne l’accessibilità. Rendere le opere più fruibili al pubblico: attraverso la digitalizzazione, i film e i documentari potranno essere resi disponibili su piattaforme online, facilitando la loro distribuzione e permettendo a un pubblico più ampio di accedere a questi contenuti. Incentivare la ricerca e la valorizzazione del cinema italiano: il progetto di digitalizzazione permetterà anche agli studiosi e ai professionisti del settore di accedere a un archivio sempre più ricco di materiali, contribuendo alla diffusione della conoscenza e alla crescita della cultura cinematografica. La Legge di Bilancio 2025 dimostra una chiara volontà di rafforzare il comparto cinematografico e audiovisivo italiano attraverso un mix di incentivi fiscali, contributi selettivi e iniziative strutturali. Le nuove disposizioni puntano a favorire la competitività delle imprese, a promuovere la qualità e la diversità delle produzioni e a valorizzare il patrimonio culturale nazionale, garantendo al cinema italiano un ruolo di primo piano nel panorama internazionale.