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In quali casi l'INAIL non riconosce un infortunio?

Egidio Esposito
Egidio Esposito
2025-08-13 01:24:44
Numero di risposte : 16
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Il lavoratore è obbligato a dare immediata notizia al datore di lavoro di qualsiasi infortunio gli accada, anche se di lieve entità. Non ottemperando a tale obbligo e nel caso in cui il datore di lavoro non abbia comunque provveduto all’inoltro della denuncia/comunicazione nei termini di legge, l’infortunato perde il diritto all’indennità di temporanea per i giorni ad esso antecedenti. La sede Inail verifica la presenza dei requisiti previsti dall’assicurazione per il riconoscimento del caso di infortunio - causa violenta, occasione di lavoro, inabilità temporanea assoluta per un periodo superiore a tre giorni- e procede agli accertamenti ritenuti necessari attraverso la richiesta di ulteriori notizie al datore di lavoro o al lavoratore. Nei casi di dubbi sulla insorgenza della patologia denunciata, il caso può essere segnalato all’Inps per effetto della Convenzione stipulata tra i due Istituti, mentre l’Inail è tenuto a proseguire le verifiche sulla prognosi del lavoratore sino alla scadenza. In ogni caso, occorre spiegare al medico le cause e le circostanze dell’infortunio al fine della corretta compilazione del certificato medico di infortunio.
Ninfa Marino
Ninfa Marino
2025-08-07 20:41:50
Numero di risposte : 9
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L'INAIL non riconosce un infortunio se non segnalato entro tre anni dalla data dell'evento. Il termine entro il quale è possibile segnalare un infortunio lavorativo è di tre anni dalla data dell’evento. Se manca uno di questi tre elementi, la malattia non è più tabellata e l’onere della prova ricade sul lavoratore. L’Inail ha respinto la domanda, in quanto la malattia non è considerata tabellata perché ha superato il tempo massimo previsto dalla cessazione dell’attività lavorativa.
Soriana Barbieri
Soriana Barbieri
2025-07-27 23:09:34
Numero di risposte : 14
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Non sono considerati infortuni sul lavoro quei casi in cui l’inabilità lavorativa derivata a seguito dell’infortunio duri meno di tre giorni. Tuttavia è opportuno ricordare che nel caso in cui il lavoratore attui un comportamento tale da aggravare volontariamente la situazione che si viene a creare, lo stesso verrà escluso da questa forma di tutela.
Nadir Silvestri
Nadir Silvestri
2025-07-27 22:58:41
Numero di risposte : 20
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Il primo passo fondamentale è capire perché l’INAIL ha negato il riconoscimento dell’infortunio. Le motivazioni potrebbero essere diverse: dalla documentazione incompleta alla contestazione del nesso causale tra lavoro e infortunio. Il termine complessivo sarà di 3 anni e 150 giorni dall’infortunio per proporre ricorso al Tribunale. La mancata risposta dell’INAIL non fa iniziare il decorso della prescrizione. La prescrizione resta sospesa indefinitamente finché l’INAIL non prende una decisione definitiva Il termine di 3 anni e 150 giorni non inizia nemmeno a decorrere Il lavoratore può: a) attendere la risposta dell’INAIL (la prescrizione resta sospesa) b) decidere di fare causa anche prima (dopo i 150 giorni ha questa facoltà, ma non l’obbligo) La ragione di questa interpretazione, come spiega la Corte, è quella di non costringere il lavoratore a fare causa prematuramente solo per evitare la prescrizione. Si vuole inoltre permettere al procedimento amministrativo di giungere a conclusione, dato che potrebbe risolversi favorevolmente per il lavoratore senza necessità di ricorrere al giudice. Questa interpretazione è particolarmente protettiva per il lavoratore perché: Se l’INAIL risponde, ha un termine certo (3 anni e 150 giorni) Se l’INAIL non risponde, ha tutto il tempo di attendere una risposta senza rischiare la prescrizione.
Marino Giuliani
Marino Giuliani
2025-07-27 22:07:05
Numero di risposte : 14
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Tutti quegli incidenti che derivano da comportamenti abnormi rispetto al fine lavorativo aziendale sono esclusi dall'indennizzo. Non legati a necessità particolari o a cause di forza maggiore, l’INAIL non riconosce l'indennizzo di un infortunio. Dall’esibizionismo, che non è infrequente nelle aziende, l'INAIL esclude l'indennizzo. Legati a scelte individuali voluttuarie, anch'essi escludono il riconoscimento dell'indennizzo. Se il mancato arresto allo stop è stato determinato dalla stanchezza conseguente il carico di lavoro eccessivo, non è rischio elettivo perché l’azione è collegata al fine lavorativo. La Corte di Cassazione ha rilevato l’esistenza del rischio elettivo in quanto non c’era nessun bisogno, per effettuare quella commissione, di impiegare un motorino. Datore di lavoro, non ci sperare troppo nel rischio elettivo. Non è facile da dimostrare ed è facilmente confondibile con l’imprudenza e l’imperizia. Lavoratore, molte volte infortuni attribuiti all’imprudenza e all’imperizia, sono in verità frutto delle tue scelte. L’evento si è verificato per necessità o per forza maggiore. Pur nella anormalità, il comportamento non ha interrotto il collegamento fra l’azione ed il fine lavorativo.