Cosa si intende per lavoro nero?

Isabel Longo
2025-07-29 09:02:19
Numero di risposte
: 13
Il fenomeno del lavoro nero, definito anche “sommerso” o “irregolare”, consiste nella pratica di impiegare lavoratori subordinati senza aver comunicato l’assunzione al Centro per l’Impiego, con ogni conseguenza sotto il profilo retributivo, contributivo e fiscale.
Il lavoratore che presta la propria attività lavorativa in assenza di regolare contratto di lavoro non ha copertura assicurativa, né tutela in caso di licenziamento.
Il tema del lavoro a nero, in Italia, rappresenta una vera e propria piaga del mondo del lavoro, che ha ripercussioni anche a livello sociale.
Molto spesso i lavoratori che subiscono questo tipo di situazioni sono i cittadini stranieri, non consapevoli della legislazione italiana in materia di lavoro e assistenza sindacale.
Il caporalato è un esempio di lavoro sommerso che intacca i cittadini stranieri, ovvero,
una forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera, spec.
agricola, attraverso intermediarî che assumono, per conto dell’imprenditore e percependo una tangente, operai giornalieri, al di fuori dei normali canali di collocamento e senza rispettare le tariffe contrattuali sui minimi salariali.

Enrica De Angelis
2025-07-29 08:59:19
Numero di risposte
: 16
Per lavoro nero si intende l’impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro.
Il parametro impiegato per rilevare il lavoro nero è divenuto dunque il mancato inoltro della comunicazione preventiva di assunzione al Centro per l’impiego.
La mancata comunicazione preventiva al Centro per l’impiego non più è soggetta unicamente alla specifica sanzione di cui all’art. 19, comma 3 del D.Lgs. n. 276/2003 ma viene assorbita nella fattispecie più grave di lavoro nero punibile con la maxisanzione.
In caso di impiego di lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro privato, con la sola esclusione del datore di lavoro domestico, si applica, ferme restando l’applicazione delle sanzioni già previste dalla normativa in vigore, la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro.
L’articolo 22 del decreto legislativo n. 151/2015, in vigore dal 24 settembre 2015, ha completamente ridisegnato l’apparato sanzionatorio previsto per l’impiego di lavoratori in assenza della preventiva comunicazione telematica di instaurazione del relativo rapporto.

Angelo Russo
2025-07-29 06:28:38
Numero di risposte
: 8
Con il termine lavoro nero, lavoro irregolare o lavoro sommerso si intende un rapporto di lavoro nel quale un datore di lavoro si avvale di prestazioni lavorative di un lavoratore senza riconoscere alcuna copertura previdenziale, di garanzia, e di tutela previste dalla legge, e senza pagare le imposte previste dalla legge.
In quanto manca il contratto di lavoro.
Quando si parla di “lavoro irregolare” si fa riferimento a tutti i rapporti lavorativi che si svolgono in modo non conforme alle previsioni di legge, rientrandovi tanto quelli privi di qualsiasi contratto, che quelli che si svolgono sulla base di un contratto il cui contenuto non corrisponde alle effettive modalità di svolgimento della prestazione lavorativa.
Per esempio chi lavora a tempo pieno, ma ha solo un contratto part-time, così da ridurre il carico fiscale, contributivo e previdenziale.

Riccardo Ferrari
2025-07-29 05:44:50
Numero di risposte
: 19
Lavorare in nero vuol dire svolgere un’attività professionale che non è regolarmente registrata. Nello specifico, significa non godere né di un regolare contratto né di contributi previdenziali e assicurativi. Chi lavora in nero non ha una busta paga e deve sottostare a condizioni spesso precarie e non tutelate dalla legge. In altre parole, questa forma di lavoro rappresenta una vera e propria attività illecita e le sanzioni possono riguardare entrambe le parti coinvolte: il datore da una parte e il lavoratore dall’altra. Il lavoro in nero determina minori entrate fiscali, in quanto non genera gettito fiscale per lo Stato. Il lavoro in nero determina una serie di conseguenze per i lavoratori: Assenza di diritti e di tutela, Condizioni di lavoro precarie e instabili, Retribuzione incerta, Difficoltà sociali. Insomma, non hanno dalla loro tutti quei diritti che invece un contratto regolarmente registrato garantirebbe.

Ruth Negri
2025-07-29 05:27:50
Numero di risposte
: 18
Con l’espressione lavoro nero, o lavoro sommerso, si fa riferimento a tutte quelle attività lavorative svolte senza che siano effettuate le necessarie comunicazioni, in particolare quelle relative all’assunzione, ai competenti enti pubblici.
Il lavoro nero può essere svolto in un contesto aziendale oppure in maniera autonoma.
A seconda dei casi, quando viene accertata la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, sono diverse le conseguenze e le sanzioni sul piano civile, fiscale e penale relative alla condotta del datore e a quella del lavoratore.
Il datore di lavoro che impieghi personale privo di regolare contratto, rischia pertanto una maxi sanzione pecuniaria per ogni lavoratore ocupato.
L’importo viene calcolato in base ai giorni effettivi di lavoro per ciascun lavoratore irregolare.
L’importo della maxisanzione è stato ulteriormente aumentato dalla recente Legge di Bilancio 2020, pertanto ora le nuove sanzioni per il lavoro nero sono: da 1.800€ a 10.800€: per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo; da 3.600€ a 24.600€: per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo compreso tra 31 e 60 giorni; da 7.200€ a 43.200€: per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore a 60 giorni.
La maxisanzione è aumentata del 20% per ogni lavoratore extracomunitario impiegato in nero sprovvisto del permesso di soggiorno.
In quest’ultimo caso il datore di lavoro incorre anche in sanzione penali.
Infatti, far lavorare un dipendente straniero privo di permesso di soggiorno o con lo stesso scaduto, viola non solo l’articolo 22 del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero ma anche il decreto legislativo 286/1998.
E’ prevista una pena che va dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione più euro 5.000 di multa.
Al datore di lavoro verrà inoltre comminata una sanzione derivante dalla mancata/ritardata consegna della busta paga o omessa/insesatta registrazione della stessa.
Sanzione da 150€ a 900€; sanzione da 600€ a 3.600€ se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori o si verifica per un periodo superiore a 6 mesi;
Sanzione da 1.200€ a 7.200€ se la violazione coinvolge più di 10 lavoratori o si verifica per un periodo superiore a 12 mesi;
Tali sanzioni sono aumentate del 20% per effetto della legge di Bilancio 2019.