Chi paga in nero cosa rischia?
Giuseppa Romano
2025-09-06 01:34:00
Numero di risposte
: 33
I clienti che acquistano dei beni o ricevono dei servizi pagando in nero non rispondono dell’evasione fiscale del commerciante o del professionista.
Nonostante manchi un vero e proprio obbligo in questo senso, rimane comunque preferibile pretendere che il pagamento sia provato da uno dei documenti in questione, anche se non necessariamente dalla fattura.
Questo perché il pagamento in nero si basa su un contratto nullo a livello legale, privo di tutele o prove.
Di conseguenza il commerciante o il professionista che hanno accettato un pagamento in nero potrebbero, agendo in mala fede, dichiarare che il pagamento non è mai pervenuto e pretenderlo nuovamente dal cliente, anche agendo per vie legali.
Il modo più rapido e sicuro per tutelarsi da questa evenienza, evitando di pagare più volte per la stessa prestazione e anche eventuali interessi, è proprio mostrare una prova certa del pagamento.
Il criterio generale è che il cliente non ha obblighi in relazione al pagamento, ma se sceglie un metodo non legale come il nero non ha accesso a meccanismi di tutela e rischia quindi conseguenze gravi se accusato di mancato pagamento.
Bisogna ricordare però che questo documento non è valido a livello fiscale, quindi non esenta il creditore dall’evasione fiscale, ma allo stesso tempo non comporta alcun rischio.
Naturalmente deve essere considerato anche il limite ai contanti, che configura un illecito a parte ma correlato ai pagamenti in nero, che prevede pesanti sanzioni.
I datori di lavoro che hanno dipendenti in nero vanno incontro a sanzioni molto salate, che aumentano per ogni dipendente e a seconda del periodo d’impiego.
La situazione è così delicata per i datori di lavoro perché in questo ambito la legge non ha come unico obiettivo disincentivare l’evasione fiscale, ma è interessata soprattutto a combattere lo sfruttamento del lavoro e la mancata tutela dei dipendenti.
Le possibili conseguenze per l’affittuario sono:
Il pagamento di una cartella esattoriale
Il pignoramento dei beni
Mirco Ferrari
2025-08-30 14:32:05
Numero di risposte
: 18
Chi paga in nero cosa rischia?
La mancata registrazione del contratto determina la responsabilità solidale di locatore e locatario, quindi dovranno pagare le imposte, gli interessi e le sanzioni previste.
Queste ultime vanno da un 60% al 120% dell’imposta evasa se l’intera cifra non è stata indicata nella dichiarazione dei redditi, e dal 90% al 180% se è stata dichiarata in misura inferiore.
L’Agenzia delle Entrate può chiedere il pagamento della cartella esattoriale anche all’inquilino se ha concorso all’evasione con il proprietario di casa, ovvero di comune accordo.
In sostanza se entrambe le parti hanno stabilito di comune accordo di procedere con l’affitto in nero, avranno conseguenze di tipo legale, quindi dovranno pagare delle sanzioni.
Se invece la scelta è stata effettuata soltanto dal proprietario sarà quest’ultimo l’unico responsabile.
Il proprietario perde la possibilità di potere sfrattare il conduttore con la procedura speciale, più veloce, e di ricevere eventuali arretrati di canone.
L’affittuario, invece, rischia di dovere pagare la cartella esattoriale.
Armando Villa
2025-08-26 06:38:55
Numero di risposte
: 26
Accettando di pagare in nero, indipendentemente dal motivo, si incentiva l’evasione fiscale – che può configurare perfino un reato in certi casi – ma non si commette nessun illecito.
Nonostante ciò, accettare di pagare senza fattura non è sempre privo di rischi.
La mancata emissione della fattura può quindi risultare problematica per il professionista ai fini di provare il suo credito, ma non per il cliente.
D’altro canto, tuttavia, si presume che accettando di pagare senza fattura si rinunci anche ad avere una prova del pagamento.
Pagare senza avere una ricevuta, mette in serio rischio la posizione del cliente.
Mentre provare l’avvenuta esecuzione dei lavori può essere molto semplice, infatti, non si può dire lo stesso per il pagamento che non è supportato da prove documentali.
Concretamente, il professionista potrebbe sostenere di non aver ricevuto alcun pagamento e quindi pretendere l’obbligazione due volte.
Il pagamento senza fattura e senza ricevuta si basa molto spesso su una sorta di fiducia reciproca: da un lato il professionista non richiede nuovamente il pagamento, dall’altro lato il cliente non segnala il fatto all’Agenzia delle entrate.
Il cliente che ha pagato senza ricevere fattura può infatti pretenderne l’emissione, anche se era d’accordo e ha usufruito di uno sconto per il pagamento in nero.
Così come il titolare di partita Iva può emettere la fattura in ritardo e obbligare il cliente a pagare una seconda volta (a meno che il pagamento sia in qualche modo dimostrabile), un’operazione che potrebbe sembrare assurda ma che di fatto comporterebbe un sensibile incremento dei guadagni, sebbene in modo illegale.
Marianita Fontana
2025-08-16 08:58:18
Numero di risposte
: 27
Chi paga in nero rischia l’impossibilità di sfratto rapido, la nullità degli accordi, il rischio restituzione canoni, la perdita delle garanzie, la responsabilità fiscale, sanzioni pesanti che possono variare dal 60% al 120% dell’imposta evasa se i canoni non sono dichiarati nel 730 e dal 90% al 180% se è stata dichiarata una cifra inferiore.
Anche l’inquilino che accetta un affitto in nero non è immune da problemi, come la mancanza di tutele legali, la responsabilità solidale e le sanzioni che possono essere dal 120% al 240% dell’imposta non pagata in caso di registrazione omessa e dal 200% al 400% della differenza se il canone dichiarato è inferiore.
In caso di controlli, l’Agenzia delle Entrate potrebbe applicare anche il recupero delle imposte dovute oltre agli interessi.
L’inquilino può agire per ottenere la restituzione delle somme pagate e senza contratto registrato, il locatore non può far valere eventuali fideiussioni o chiedere risarcimenti per danni.
La mancata registrazione comporta l’evasione dell’imposta di registro e dell’IRPEF sui redditi da locazione.
Kris Ricci
2025-08-12 08:17:41
Numero di risposte
: 24
Chi paga in nero cosa rischia?
Le sanzioni per il locatore che affitta un immobile in nero sono diverse.
In primis sul piano prettamente fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità, entro un termine di dieci anni, di recuperare le imposte di registro non versate relative alla mancata registrazione del contratto di locazione.
È importante sottolineare che in questi casi anche l’inquilino è chiamato a rispondere: la legge prevede una responsabilità solidale, il che significa che l’Agenzia può richiedere a lui l’intero importo dovuto.
L’inquilino potrà eventualmente rivalersi sul proprietario per recuperare la sua parte, di norma pari al 50%.
In aggiunta, il Fisco può procedere con l’accertamento dei redditi non dichiarati dal locatore, derivanti proprio dagli affitti percepiti in nero.
A questi importi si sommano le sanzioni: secondo la normativa attuale, in caso di dichiarazione infedele, si applica una penalità del 70% sull’imposta evasa, calcolata come se i redditi da locazione fossero stati dichiarati correttamente.
Un contratto non registrato è considerato nullo.
Di conseguenza, il proprietario non potrà attivare la procedura di sfratto per morosità se l’inquilino smette di pagare, né ottenere un decreto ingiuntivo per recuperare i canoni arretrati.
E non solo: se l’immobile viene danneggiato, il locatore non avrà strumenti legali per chiedere un risarcimento.
In pratica, senza un contratto valido, il proprietario si priva di ogni tutela giuridica.
Come detto poc’anzi, per legge, infatti, inquilino e proprietario sono obbligati in solido al versamento dell’imposta di registro.
Questo significa che, se l’accordo non è stato registrato, anche l’inquilino può essere chiamato a rispondere dell’evasione fiscale, oltre a dover contribuire al pagamento delle imposte non versate.
In caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate poi, il conduttore può ricevere una cartella esattoriale per i tributi non pagati, e se non paga, rischia anche il pignoramento dei beni.
Mercedes Gallo
2025-07-29 07:18:38
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: 24
Il datore di lavoro che impieghi personale privo di regolare contratto, rischia pertanto una maxi sanzione pecuniaria per ogni lavoratore occupato.
L’importo della maxisanzione è stato ulteriormente aumentato dalla recente Legge di Bilancio 2020, pertanto ora le nuove sanzioni per il lavoro nero sono: da 1.800€ a 10.800€: per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo; da 3.600€ a 24.600€: per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo compreso tra 31 e 60 giorni; da 7.200€ a 43.200€: per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore a 60 giorni.
La maxisanzione è aumentata del 20% per ogni lavoratore extracomunitario impiegato in nero sprovvisto del permesso di soggiorno.
In quest’ultimo caso il datore di lavoro incorre anche in sanzione penali.
Infatti, far lavorare un dipendente straniero privo di permesso di soggiorno o con lo stesso scaduto, viola non solo l’articolo 22 del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero ma anche il decreto legislativo 286/1998.
E’ prevista una pena che va dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione più euro 5.000 di multa.
Al datore di lavoro verrà inoltre comminata una sanzione derivante dalla mancata/ritardata consegna della busta paga o omessa/insesatta registrazione della stessa: sanzione da 150€ a 900€; sanzione da 600€ a 3.600€ se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori o si verifica per un periodo superiore a 6 mesi; sanzione da 1.200€ a 7.200€ se la violazione coinvolge più di 10 lavoratori o si verifica per un periodo superiore a 12 mesi;
Il lavoratore occupato in nero che abbia reso all’Inps o al centro per l’Impiego la dichiarazione circa il proprio status di disoccupato, rischia una condanna per il reato di “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”, ex art. 483 c.p.
La norma punisce con la reclusione fino a due anni chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità.
Se, oltre, ad aver dichiarato il proprio stato di disoccupazione, il lavoratore in nero abbia percepito l’indennità di disoccupazione o abbia approfittato di determinati ammortizzatori sociali erogati dallo Stato o da altri Enti pubblici, questi rischia di vedersi contestata l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato prevista dall’art. 316 ter c.p. (reclusione da 6 mesi a 3 anni).
In aggiunta, il lavoratore a nero vedrà decaduti i propri benefici, restando salvo il diritto per l’Inps o per l’Ente erogatore di richiedere la restituzione degli indebiti e il risarcimento del danno.
Gianni Sartori
2025-07-29 06:32:01
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: 27
Il pagamento in nero implica rischi sia per la parte debitrice, tenuta a pagare la somma, che per il creditore titolare del diritto a ottenere il denaro.
L’accordo per il pagamento in nero è un atto in frode alla legge e, quindi, è nullo.
Questo significa che il creditore ben potrebbe, anche in un successivo momento e in barba agli iniziali patti, emettere la fattura e pretendere dall’acquirente o dal committente la differenza della somma dovuta rispetto a quella concordata con lo “sconto”, quantomeno a titolo di Iva.
Il debitore che non abbia cura di farsi rilasciare dal creditore un documento con l’attestazione di avvenuto pagamento non avrà prove per dimostrare l’estinzione dell’obbligazione.
Con la conseguenza che la controparte in malafede potrebbe, in seguito e fino a 10 anni, chiedergli di nuovo la somma.
In tal caso, il debitore dovrebbe fornire la prova contraria, il che è possibile solo in presenza di un pagamento tracciabile o con una dichiarazione scritta, rilasciata dal creditore, non necessariamente avente valore fiscale.
Basterebbe anche una semplice ricevuta informale di pagamento, datata e firmata, in cui quest’ultimo attesti il ricevimento del denaro e la causa della prestazione.
Trattandosi di una evasione, da un punto di vista fiscale di essa ne risponde solo il contribuente tenuto ad emettere il documento fiscale e non chi effettua il pagamento.
Qualora l’Agenzia delle Entrate dovesse rilevare l’avvenuta prestazione attraverso presunzioni o altri strumenti, potrebbe recuperare a tassazione il reddito evaso, con l’applicazione delle sanzioni.
In presenza di un pagamento in nero, da un punto di vista fiscale risponde solo chi “prende” i soldi, da un punto di vista civilistico, invece, i rischi sono anche per chi li versa.