Cosa si rischia se si lavora in nero?
Timoteo Conti
2025-08-12 02:01:50
Numero di risposte
: 20
Il fatto di svolgere lavoro in nero costituisce un illecito solo per il datore di lavoro, non anche per il dipendente.
Chi percepisce redditi in nero e non li dichiara può subire un accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il dipendente che percepisce lo stipendio in nero e, nello stesso tempo, risulta percettore dell’assegno di disoccupazione o di altri contributi statali o comunali rivolti ai disoccupati può essere incriminato penalmente.
In tali ipotesi può scattare il reato di falso in atto pubblico per le dichiarazioni menzognere rilasciate all’Inps e agli altri enti pubblici, punito con la reclusione fino a 2 anni.
Il lavoratore in nero non percepisce i contributi previdenziali che sono necessari per accedere un giorno alla pensione, alla disoccupazione e ad altri ammortizzatori sociali.
Questo significa che, se non farà causa al datore per ottenere la regolarizzazione del contratto con effetto retroattivo, si vedrà “scoperto” il periodo lavorativo e non potrà ricostruirlo in un momento successivo.
Quindi il suo diritto alla pensione, così come a un eventuale assegno di disoccupazione (Naspi) potrà essergli negato.
A tal fine però egli ha 5 anni di tempo dalla cessazione del rapporto di lavoro per agire contro il datore e chiedere le differenze retributive con versamento di tutti i contributi Inps.
Gerardo Moretti
2025-07-29 05:10:17
Numero di risposte
: 25
Il datore di lavoro che impieghi personale privo di regolare contratto, rischia pertanto una maxi sanzione pecuniaria per ogni lavoratore occupato.
L’importo della maxisanzione è stato ulteriormente aumentato dalla recente Legge di Bilancio 2020, pertanto ora le nuove sanzioni per il lavoro nero sono: da 1.800€ a 10.800€: per ogni lavoratore irregolare fino a 30 giorni di impiego effettivo; da 3.600€ a 24.600€: per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo compreso tra 31 e 60 giorni; da 7.200€ a 43.200€: per ogni lavoratore irregolare con impiego effettivo superiore a 60 giorni.
La maxisanzione è aumentata del 20% per ogni lavoratore extracomunitario impiegato in nero sprovvisto del permesso di soggiorno.
In quest’ultimo caso il datore di lavoro incorre anche in sanzione penali.
Al datore di lavoro verrà inoltre comminata una sanzione derivante dalla mancata/ritardata consegna della busta paga o omessa/insesatta registrazione della stessa: sanzione da 150€ a 900€; sanzione da 600€ a 3.600€ se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori o si verifica per un periodo superiore a 6 mesi; sanzione da 1.200€ a 7.200€ se la violazione coinvolge più di 10 lavoratori o si verifica per un periodo superiore a 12 mesi;
tali sanzioni sono aumentate del 20% per effetto della legge di Bilancio 2019.
Di norma, colui che viene impiegato in nero è considerato la parte debole del rapporto e non rischia alcuna sanzione per il solo fatto di essere scoperto,
Il lavoratore occupato in nero che abbia reso all’Inps o al centro per l’Impiego la dichiarazione circa il proprio status di disoccupato, rischia una condanna per il reato di “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.
Il lavoratore a nero vedrà decaduti i propri benefici, restando salvo il diritto per l’Inps o per l’Ente erogatore di richiedere la restituzione degli indebiti e il risarcimento del danno.