Cosa cambia tra una donazione e una successione?
Isabel Silvestri
2025-09-14 08:38:34
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: 22
Ciò che differenzia la donazione dal lascito solidale è il momento in cui i beni che si devolvono ad un’altra persona o ad un’organizzazione potranno effettivamente essere ricevuti dal destinatario.
Effettuando una donazione, infatti, si dà immediato sostegno ai progetti e alle iniziative di un ente no profit, mentre attraverso il testamento si contribuisce post mortem al sostegno a lungo termine dell’ente e dei suoi progetti, garantendone continuità nel tempo.
La donazione, a differenza del lascito, avviene in vita.
Il testamento è lo strumento con cui si dispone del proprio patrimonio e dei propri beni post mortem.
La successione è l’evento in relazione al quale ha luogo il trasferimento dei rapporti giuridici attivi e passivi dal soggetto defunto agli eredi di questi.
Ortensia Parisi
2025-09-05 16:40:19
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: 27
In passato la domanda aveva una risposta positiva quando ci si trovava in presenza di più di un erede.
Con la donazione era possibile frazionare il patrimonio e per ogni donatario l’aliquota veniva considerata singolarmente, mentre nella successione l’aliquota veniva determinata sul valore globale del patrimonio.
Ora non è più così.
Le regole, per successione e donazione, sono le stesse.
Fra coniuge e parenti in linea retta è prevista un’esenzione d’imposta fino ad un milione di euro per ogni erede.
Ovviamente non è possibile ipotizzare quale sarà in futuro il trattamento fiscale della successione.
Un vantaggio fiscale certo per la donazione bisognerà fare riferimento alla donazione con riserva di usufrutto.
La donazione non può costituire lo strumento per privarsi del proprio patrimonio e lasciare, alla propria morte, qualcuno dei legittimari senza la quota minima cui ha diritto.
Se si vuole già dividere i beni tra i propri successori, lo si può certamente fare disponendo a loro favore in vita con altrettanti atti di donazione.
Anche le donazioni che ledono la legittima possono essere impugnate.
Gino Romano
2025-08-28 07:01:39
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: 20
La donazione, a differenza della successione, è un atto volontario e proprio per questo può essere rischioso ed essere impugnato da chi vi rimane escluso, creditori compresi.
Sarà proprio l’accettazione del rischio, nel caso vi sia più di un erede, a far propendere per una scelta o per l’altra.
Indubbiamente, se si desidera donare un immobile ai figli senza aspettare l’apertura di un testamento, la donazione è la via più breve.
Tuttavia, se il beneficiario è uno solo dei figli si crea una ‘incertezza temporale’ poiché l’atto potrebbe essere impugnato entro i 20 anni dagli altri eredi, entro 10 anni dopo la morte del donante, perché lede il loro diritto alla legittima, ed entro 5 anni nel caso di creditori.
Non vi sono grandi differenze, dunque, sotto il profilo fiscale.
Inoltre, in caso di donazione è più difficile ottenere un mutuo o un prestito se l’ipoteca riguarda un bene oggetto di donazione.
Roberta Amato
2025-08-28 01:21:19
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: 26
La donazione incide sulla successione in quanto anticipa l’eredità.
Ciò significa che il bene donato non farà più parte del patrimonio del donante al momento della sua morte.
Tuttavia, è importante ricordare che ogni donazione dovrebbe essere fatta in ragione della quota disponibile del patrimonio, ossia quella di cui il donante può liberamente disporre per testamento senza ledere i diritti dei legittimari.
Laddove una o più donazioni ledano la quota di riserva dei legittimari, essi hanno il diritto di veder ripristinato il proprio diritto, e l’ordinamento prevede appositamente l’azione di riduzione.
In sostanza, se un testatore dona o lascia in eredità beni in misura tale da diminuire la quota che spetterebbe per legge ai legittimari, questi ultimi possono agire in giudizio per ottenere la riduzione delle disposizioni eccedenti.
La riduzione si realizza mediante la collazione, ovvero l’obbligo per i coeredi di conferire nell’asse ereditario i beni ricevuti in donazione dal defunto, al fine di ripristinare l’uguaglianza tra tutti i coeredi.
In altre parole, chi ha ricevuto una donazione dal defunto deve “restituirla” all’eredità, in modo che tutti i coeredi possano beneficiare in egual misura del patrimonio.
Se il donante muore entro 10 anni dalla donazione, i suoi eredi potrebbero dover pagare l’imposta sulle successioni sulla parte di valore che ecceda la quota disponibile.
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