Come si dividono i soldi in caso di separazione dei beni?
Clodovea Giordano
2025-09-21 20:25:08
Numero di risposte
: 19
La divisione dei beni in caso di separazione dipende, in primo luogo, dal regime patrimoniale scelto dai coniugi al momento del matrimonio.
In Italia, le coppie possono optare per: Comunione dei beni: dove tutti i beni acquistati durante il matrimonio sono considerati di proprietà comune.
Secondo l’Articolo 177 del Codice Civile, in regime di comunione dei beni, tutti i beni mobili e immobili acquistati durante il matrimonio fanno parte del patrimonio comune e, in caso di separazione, devono essere divisi in parti uguali tra i coniugi.
La comunione dei beni include anche eventuali somme accumulate su conti correnti congiunti, risparmi e altre forme di investimenti.
Tuttavia, vi sono alcune eccezioni: sono esclusi dalla comunione i beni ricevuti per donazione o successione, nonché i beni personali, come abbigliamento e beni necessari per il lavoro.
Sono inoltre esclusi dalla comunione tutti i beni acquisiti prima del matrimonio.
Per comprendere meglio la divisione dei beni in caso di separazione, è necessario richiamare l’articolo 177 del Codice Civile.
Per quanto ci interessa l’articolo predetto stabilisce che rientrano nella comunione: Gli acquisti effettuati dai coniugi durante il matrimonio, sia insieme che separatamente.
I proventi derivanti dall’attività lavorativa di ciascun coniuge, purché non siano stati spesi prima della separazione.
In sostanza, alla data della separazione, il denaro ancora presente sui conti correnti viene diviso in parti uguali, indipendentemente dall’intestatario del conto o dal fatto che sia un conto cointestato.
Trattasi però di un esempio di comunione de residuo, che interviene solo una volta che i coniugi hanno sciolto la comunione.
Ne consegue una considerazione importante: si dividerà solo il denaro che il coniuge non ha speso prima.
Ivano Vitale
2025-09-13 23:28:20
Numero di risposte
: 21
In caso di contrasto, si presume però che i beni siano comuni e quindi di proprietà di entrambi al 50%, a meno che uno dei due coniugi non riesca a dimostrare, con qualsiasi mezzo di prova, di esserne proprietario esclusivo, o titolare per una quota maggiore rispetto all’altro.
Se vi è un contrasto sulla proprietà di un immobile (casa, auto, …), il coniuge che desidera dimostrarne la proprietà sostenendo che l’altro coniuge, intestatario della stessa, sia solo un prestanome, deve dimostrarlo concretamente mostrando ad esempio i bonifici bancari a pagamento del bene provenienti da un proprio conto personale.
Il conto corrente intestato al marito resta del marito e quello della moglie resta della moglie.
Nonostante la co-intestazione del conto corrente faccia presumere che ci sia stata l’intenzione di eseguire una donazione del 50% dello stesso all’altro coniuge, è sempre ammesso dimostrare il contrario.
Si può provare che la co-intestazione nascondesse un intento simulatorio e che lo scopo perseguito fosse quello di volere agevolare il coniuge nell’eseguire operazioni bancarie.
In simili circostanze, anche se formalmente il conto è cointestato ad entrambi i coniugi, il marito non è tenuto a versare la metà delle somme alla moglie, perché si tratta di una simulazione.
Felice Bellini
2025-09-07 04:00:41
Numero di risposte
: 19
La gestione dei conti bancari durante la separazione richiede una strategia precisa per proteggere i tuoi interessi. Per i conti cointestati, la legge presume una divisione al 50%, ma questa presunzione può essere superata. Se puoi dimostrare che i soldi provengono principalmente dal tuo stipendio o da tue eredità, potresti avere diritto a una quota maggiore. La divisione dei beni durante la separazione richiede una pianificazione attenta. Ecco alcuni errori comuni da evitare: Prendere decisioni affrettate sulla casa Dimenticare di considerare debiti e mutui Non documentare adeguatamente la provenienza dei fondi Agire unilateralmente sui conti correnti L’esperienza mi ha insegnato che la via consensuale offre sempre i migliori risultati. Nel mio studio, ti aiuto a: Negoziare accordi equilibrati Proteggere i tuoi interessi patrimoniali Mantenere rapporti civili Ridurre tempi e costi della separazione Anche dopo la separazione, entrambi i coniugi restano responsabili del pagamento verso la banca. Possiamo però strutturare accordi interni per ripartire equamente questo onere economico.
Fabiano Rossi
2025-08-30 06:27:10
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: 26
I problemi sorgono nel caso in cui i coniugi, come avviene nella maggior parte dei casi, siano in comunione dei beni.
Secondo le regole comuni della comunione legale, la vincita dovrebbe ricadere nel patrimonio comune, a meno che il coniuge vincitore non dimostri di aver acquistato il biglietto fortunato con denaro proprio, ex art. 179 c.c.
Altri invece, ritengono che la vincita debba essere considerata come provento e risultato dell'attività negoziale posta in essere dal coniuge, come attività separata di questo, destinata ad entrare nella comunione differita, solo se, quindi, ancora esistente e disponibile al momento del suo scioglimento.
Pertanto, secondo questa teoria, il coniuge vincitore potrà disporre come crede del denaro vinto, perché ne è l'unico titolare, ma qualora decidesse di non investire subito e non consumare il denaro e questo fosse ancora disponibile al momento dello scioglimento della comunione legale, i soldi diventerebbero di entrambi i coniugi, perché facenti parte della cosiddetta comunione de residuo o differita.
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