Quanti giorni di malattia devi fare per essere licenziato?

Enrico Morelli
2025-09-18 23:37:33
Numero di risposte
: 21
Il Codice civile dispone, al secondo comma dell’articolo 2120 che la recessione del contratto di un lavoratore dipendente da parte del datore di lavoro o dell’imprenditore, può avvenire qualora l’assenza motivata da malattia, superi un certo periodo, definito come il periodo di comporto.
Il periodo di comporto fissato dalla legge, stabilito dagli stessi contratti collettivi e talvolta anche dagli usi.
In particolare va detto che è quasi sempre la contrattazione collettiva a fissarne i termini, mentre la legge lo fa nel caso degli impiegati, stabilendo per essi un tempo di comporto pari a tre mesi, per un’anzianità di servizio non superiore ai dieci anni, e pari ai sei mesi qualora invece l’anzianità fosse superiore a tale limite.
Per quanto riguarda ciò che stabilisce la contrattazione collettiva, va sottolineato che il periodo di comporto fissato dai contratti, cresce all’aumentare degli anni di servizio e quindi in relazione all’anzianità, ed anche al crescere del grado di qualifica.
Qualora il periodo di assenza per malattia dovesse superare il periodo di comporto stabilito, il datore di lavoro potrà licenziare il proprio dipendente, senza dare dimostrazione della presenza di giusta causa o giustificato motivo a supporto del licenziamento.
Il superamento del periodo di malattia consentito, costituisce di per sé, un valido motivo di licenziamento.
Il datore di lavoro dovrà però comunicare la propria decisione rispettando il giusto tempo di preavviso, al fine di tutelare il lavoratore.

Mauro Mariani
2025-09-18 23:11:45
Numero di risposte
: 16
Il lavoratore durante la malattia ha diritto alla conservazione del posto per un periodo fissato dalla legge o dal contratto collettivo, generalmente non inferiore a 180 giorni.
Alla scadenza di questo periodo, definito periodo di comporto, il datore di lavoro può interrompere il rapporto di lavoro.
Esistono però delle ipotesi che consentono al datore di lavoro di licenziare il lavoratore anche durante il periodo di comporto.
Il lavoratore può essere licenziato in qualsiasi momento, senza motivazione e senza preavviso, durante il periodo di prova.
Il datore di lavoro può interrompere il rapporto anche senza una giusta causa o un giustificato motivo al termine del periodo di formazione nell’apprendistato.

Gelsomina Sorrentino
2025-09-18 22:08:21
Numero di risposte
: 26
Il diritto ad assentarsi dal posto di lavoro concerne anche le ipotesi di infortuni sul lavoro o malattie professionali. L'indennità di malattia si interrompe decorsi 180 giorni nell'arco di un anno. Pertanto, il lavoratore ha diritto a 6 mesi all’anno di indennizzo; decorso tale termine, lo stesso non potrà più beneficiare di alcun sostegno economico. Relativamente, invece, al periodo di conservazione del posto di lavoro, anche noto come periodo di comporto, è anch'esso determinato dai contratti collettivi e, generalmente, coincide con il limite di 180 giorni nell’arco di un anno previsto per le indennità INPS: esso vale sia per le assenze continuative che per quelle frammentate. Tuttavia, il periodo di comporto per la conservazione del posto di lavoro è simile a quello della malattia, come confermato anche dalla Corte di Cassazione. I giudici di legittimità, infatti, con l’ordinanza n. 11136 del 2023, hanno stabilito che le assenze dovute a infortunio sul lavoro o malattia professionale rientrano comunque nella definizione di infortunio o malattia prevista dall’art. 2110 del c.c.. Pertanto, se le assenze per infortunio o malattia superano i 180 giorni, il datore di lavoro può legittimamente risolvere il contratto, a meno che l'infortunio non sia stato causato dalla mancata adozione delle misure di sicurezza da parte del medesimo datore di lavoro.

Sue ellen Battaglia
2025-09-18 19:48:12
Numero di risposte
: 19
Puoi licenziare un dipendente che ha superato ~180 giorni di malattia in un anno.
Puoi (ma non sei obbligato a) licenziare un dipendente che è stato malato per un tempo superiore al “periodo di comporto”, ovvero al limite dei giorni annuali di malattia previsti dal CCNL.
Dopo il 180esimo giorno è generalmente a carico dell’azienda e non più dell’INPS.
Il limite di giorni di malattia oltre il quale l’azienda può licenziare dipende dal CCNL.
I giorni di assenza non devono necessariamente essere continuativi: può essere la somma di diversi eventi di malattia.

Ursula Rizzi
2025-09-18 18:10:59
Numero di risposte
: 18
Il lavoratore puo' essere licenziato per malattia sia quando supera il cosiddetto "comporto" sia quando, non superando il comporto, "spezzetta" in modo eccessivo le assenze.
Superato il periodo di comporto, però, il lavoratore è licenziabile senza bisogno che il datore di lavoro fornisca particolari motivazioni o giuste cause: e' sufficiente elencare nella lettera di licenziamento il numero dei giorni di assenza.
Il periodo di comporto, che viene stabilito caso per caso dai contratti nazionali, è il numero dei giorni al di sotto dei quali l’azienda non può licenziare il dipendente che si assenta per malattia.
Nel calcolo dei giorni di comporto vanno incluse le festivita' intercorrenti.
Per il calcolo del comporto pero', vanno conteggiati i giorni non lavorativi cadenti nel periodo di assenza per malattia, dovendosi presumere la continuità dell'episodio morboso.
Non e' consentito al lavoratore, in altre parole, ripetute assenze con certificazioni che chiudono la malattia il venerdi' e la riaprono il lunedi'.