Come funziona il licenziamento per malattia?
Enrica Gatti
2025-09-28 18:26:07
Numero di risposte
: 19
Il licenziamento per malattia è possibile se l’assenza eccede il periodo di comporto previsto dal contratto o dalla Legge.
È il periodo massimo di astensione dal lavoro per malattia di cui lavoratrici e lavoratori possono usufruire, nel pieno rispetto di quanto previsto dagli articoli 32 e 38 (comma 2) della Costituzione Italiana.
La lavoratrice o il lavoratore ha diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro durante il periodo della malattia, e non può essere licenziato a patto che l’assenza non superi il periodo di comporto stabilito dai Contratti Collettivi, dalla Legge, dagli usi e dalla prassi.
Il periodo di comporto può avere una durata variabile a seconda dei contratti.
Per gli impiegati, il periodo di comporto è fissato dalla Legge (art. 6 Regio Decreto Legge n. 1825/24) in 3 mesi se l’anzianità di servizio è inferiore a 10 anni e 6 mesi se invece è superiore a 10 anni, mentre per gli operai si fa riferimento a quanto indicato dai vari CCNL, ma il riferimento resta il medesimo.
Il datore di lavoro può licenziare per malattia, se l’assenza eccede il periodo di comporto previsto dal contratto o dalla Legge.
Nadia Lombardi
2025-09-18 22:08:36
Numero di risposte
: 30
Il lavoratore durante la malattia ha diritto alla conservazione del posto per un periodo fissato dalla legge o dal contratto collettivo, generalmente non inferiore a 180 giorni.
Alla scadenza di questo periodo, definito periodo di comporto, il datore di lavoro può interrompere il rapporto di lavoro.
Esistono però delle ipotesi che consentono al datore di lavoro di licenziare il lavoratore anche durante il periodo di comporto:
cessazione totale dell’attività d’impresa: in questo caso tutti i lavoratori vengono licenziati;
licenziamento per giusta causa: avviene per una grave mancanza del lavoratore che rende impossibile la prosecuzione del rapporto;
scadenza del termine del contratto a tempo determinato: se il datore di lavoro non lo rinnova, il contratto si intende automaticamente risolto, anche se il lavoratore è in malattia;
licenziamento per impossibilità sopravvenuta della prestazione: si verifica quando durante la malattia al lavoratore venga diagnosticato uno stato di invalidità permanente che renda impossibile l’espletamento delle mansioni cui era assegnato;
mancato superamento del periodo di prova: durante il periodo di prova il lavoratore può essere licenziato in qualsiasi momento, senza motivazione e senza preavviso;
mancata conferma al termine del periodo di formazione nell’apprendistato: è l’unico momento all’interno di un contratto di apprendistato in cui il datore di lavoro può interrompere il rapporto anche senza una giusta causa o un giustificato motivo.
Gabriella Barbieri
2025-09-18 21:56:05
Numero di risposte
: 26
Si può licenziare un dipendente che è sempre in malattia se, e solo se, supera il periodo massimo di giorni stabilito dal CCNL.
Puoi (ma non sei obbligato a) licenziare un dipendente che è stato malato per un tempo superiore al “periodo di comporto”, ovvero al limite dei giorni annuali di malattia previsti dal CCNL.
Questo licenziamento può avvenire durante l’assenza per malattia, oppure al rientro.
Il limite di giorni di malattia oltre il quale l’azienda può licenziare dipende dal CCNL.
Dopo il 180esimo giorno è generalmente a carico dell’azienda e non più dell’INPS.
Per evitare di superare la soglia, il lavoratore può chiederti di mettersi in aspettativa non retribuita.
Per evitare di superare la soglia, il lavoratore può chiederti di trasformare i giorni di malattia godendo delle ferie già maturate.
Un fattore che forse vorrai considerare nel prendere una decisione è chi paga la malattia del dipendente: dopo il 180esimo giorno è generalmente a carico dell’azienda e non più dell’INPS.
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