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Quando un lavoratore non può essere licenziato?

Anastasio Fontana
Anastasio Fontana
2025-09-29 02:30:10
Numero di risposte : 21
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Di regola il lavoratore dipendente è tutelato quando si trova in stato di malattia e tranne in casi particolari non può essere licenziato. Il lavoratore durante la malattia ha diritto alla conservazione del posto per un periodo fissato dalla legge o dal contratto collettivo, generalmente non inferiore a 180 giorni. Esistono però delle ipotesi che consentono al datore di lavoro di licenziare il lavoratore anche durante il periodo di comporto. Alla scadenza di questo periodo, definito periodo di comporto, il datore di lavoro può interrompere il rapporto di lavoro. licenziamento per giusta causa: avviene per una grave mancanza del lavoratore che rende impossibile la prosecuzione del rapporto. scadenza del termine del contratto a tempo determinato: se il datore di lavoro non lo rinnova, il contratto si intende automaticamente risolto, anche se il lavoratore è in malattia. licenziamento per impossibilità sopravvenuta della prestazione: si verifica quando durante la malattia al lavoratore venga diagnosticato uno stato di invalidità permanente che renda impossibile l’espletamento delle mansioni cui era assegnato. mancato superamento del periodo di prova: durante il periodo di prova il lavoratore può essere licenziato in qualsiasi momento, senza motivazione e senza preavviso. mancata conferma al termine del periodo di formazione nell’apprendistato: è l’unico momento all’interno di un contratto di apprendistato in cui il datore di lavoro può interrompere il rapporto anche senza una giusta causa o un giustificato motivo.
Tosca Conte
Tosca Conte
2025-09-18 19:27:55
Numero di risposte : 26
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Un lavoratore non può essere licenziato se il licenziamento non è motivato da una giusta causa o un giustificato motivo. Le motivazioni futili e non gravi non sono di per sé sufficienti a giustificare un licenziamento, né in termini di giusta causa né di giustificato motivo. La giusta causa è rappresentata da un'inadempienza così grave da rendere inadeguata qualsiasi sanzione diversa dal licenziamento. Il giustificato motivo soggettivo, si tratta di un'inadempienza del lavoratore sufficientemente grave da giustificare l'interruzione unilaterale del rapporto di lavoro, ma non così grave da rendere necessario il licenziamento immediato. Comportamenti non gravi come ritardi di pochi minuti, non completare un lavoro nei tempi richiesti, usare il telefono durante l'orario di lavoro, bestemmiare o usare un linguaggio inappropriato, non costituiscono di per sé ragioni sufficienti per un licenziamento.