Quando conviene fare il ricalcolo della pensione?

Felicia Conti
2025-10-02 11:32:16
Numero di risposte
: 29
Ci sono diverse situazioni in cui si può chiedere il ricalcolo della pensione.
Di seguito, elenchiamo i casi più frequenti:–Errori nel calcolo iniziale: dopo aver ricevuto la pensione, ci si può accorgere che alcuni contributi non sono stati presi in considerazione, oppure che vi siano errori nel calcolo dell’anzianità contributiva;
–Accrediti tardivi di contributi: vengono accreditati contributi figurativi o sono riconosciuti pagamenti retroattivi relativi a contratti, come avviene spesso per i dipendenti pubblici;
–Riscatto della laurea o altri periodi contributivi: la richiesta di ricalcolo della pensione può avvenire nel caso in cui il pensionato intenda riscattare periodi di studio universitari o altri periodi di lavoro non conteggiati, periodi di servizio militare o di cassa integrazione, da includere nel calcolo dell’assegno pensionistico;
–Documentazione mancante: in alcuni casi si può fornire la documentazione mancante necessaria per la corretta valutazione del trattamento pensionistico.
Non esiste una scadenza per fare domanda di ricostituzione per contributi non accreditati, tuttavia, per correggere errori nella prima liquidazione, la richiesta deve essere fatta entro tre anni.
Il ricalcolo avviene con effetto retroattivo: questo significa che il pensionato potrà ricevere gli arretrati spettanti.

Gabriella Silvestri
2025-10-02 10:58:58
Numero di risposte
: 22
È opportuno richiedere la ricostituzione il prima possibile, per non perdere gli arretrati maturati.
La procedura di ricalcolo pensionistico potrebbe portare ad un aumento anche consistente dell’importo mensile della pensione.
Nel caso di esito positivo, gli arretrati vengono liquidati retroattivamente a partire dalla data di pensionamento.
Una volta che l’assegno è stato rivisto, il nuovo importo viene applicato retroattivamente a partire dalla data in cui era stato concesso per la prima volta, utilizzando le stesse regole che erano state usate per calcolarne l’ammontare originario, ma gli arretrati eventualmente spettanti vengono pagati in relazione ad un massimo degli ultimi 5 anni.
La ricostituzione della pensione, nota anche come ricalcolo pensionistico, è una procedura che permette ai pensionati di ottenere un eventuale aumento dell’importo mensile della propria pensione.

Neri Carbone
2025-10-02 10:30:12
Numero di risposte
: 28
Una volta raggiunti i 67 anni, è possibile avvalersi di una norma che, prima di questa sentenza, non era presa in considerazione.
Il pensionato che ha usufruito della pensione anticipata e compie 67 anni può chiedere il ricalcolo della pensione, neutralizzando così i contributi dannosi inclusi per raggiungere i requisiti necessari per l’uscita anticipata.
A 67 anni, infatti, tali contributi non sono più utili ai fini della pensione di vecchiaia.
La novità consente a chi è già in pensione di neutralizzare i periodi di lavoro che danneggiano il calcolo finale della prestazione pensionistica.
Tuttavia, questa possibilità è riservata soltanto a chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996.
Lo stesso principio vale per chi ha utilizzato Quota 102, Quota 103, o la pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi.
Non sempre sterilizzare i contributi porta a una pensione più alta.
Pertanto, la convenienza del ricalcolo deve essere valutata caso per caso.

Germano Riva
2025-10-02 09:07:43
Numero di risposte
: 22
Il calcolo interamente contributivo della pensione prospetta, generalmente, assegni pensionistici inferiori rispetto al sistema misto retributivo-contributivo.
In alcuni casi specifici, però, può risultare una scelta vantaggiosa.
Se la carriera lavorativa è stata discontinua, con lunghi periodi senza contributi, il calcolo contributivo potrebbe essere più vantaggioso perché non penalizza tanto quanto il sistema misto per i periodi non lavorati.
Inoltre, se il reddito ha subito un calo significativo negli ultimi anni di lavoro, il sistema contributivo può risultare più favorevole, dal momento che non si basa sui soli ultimi anni di stipendio, ma sull’intero montante contributivo accumulato nel tempo.
Un/a dipendente ha versato in maniera discontinua i contributi all’INPS dal 1975 al 1976 e poi ha proseguito la sua carriera come libero/a professionista, che potrebbe beneficiare più dal calcolo contributivo, specialmente se opta per la totalizzazione anziché il cumulo, ottenendo un importo pensionistico mensile superiore.
Un/a ex dipendente ha un vuoto contributivo significativo dal 1987 al 1997, che potrebbe trovare più vantaggioso optare per il contributivo rispetto al misto, ottenendo una pensione leggermente superiore.
Un/a dipendente prevede un calo significativo del proprio reddito imponibile, dal momento che il montante contributivo non diminuisce con la riduzione dei redditi futuri.
Il ricalcolo contributivo può essere incentivato attraverso meccanismi come il riscatto agevolato della laurea, rendendo ancora più accessibile la pensione anticipata.
Optare per il calcolo interamente contributivo della pensione può essere una scelta strategica in presenza di specifiche condizioni lavorative e contributive.
È importante considerare sia il montante contributivo accumulato sia le prospettive di carriera futura per fare una scelta informata che massimizzi l’assegno pensionistico.
Il ricalcolo contributivo può essere incentivato attraverso meccanismi come il riscatto agevolato della laurea, rendendo ancora più accessibile la pensione anticipata.

Hector Lombardi
2025-10-02 08:42:14
Numero di risposte
: 17
Quando è conveniente richiedere il ricalcolo della pensione?
Non sempre il ricalcolo della pensione porta a un aumento dell’importo ricevuto.
Tuttavia, ci sono situazioni specifiche in cui può risultare vantaggioso, come:
Errori di calcolo iniziale: Se sospetti che ci siano stati errori nell’assegnazione del tuo assegno pensionistico, puoi chiedere una revisione per assicurarti che tutti i contributi siano stati conteggiati correttamente.
Ricongiungimento dei periodi contributivi: Se hai lavorato in diversi settori o hai avuto più datori di lavoro, potresti aver accumulato periodi contributivi non conteggiati.
In questi casi, il ricalcolo può permettere di unire questi periodi e ottenere un assegno più alto.
Modifiche normative: In seguito a cambiamenti legislativi, potrebbe essere possibile accedere a nuovi benefici o agevolazioni che non erano previsti al momento del calcolo iniziale.
Oltre agli errori di calcolo, ci sono altri casi in cui il ricalcolo della pensione è particolarmente vantaggioso:
Ricongiungimento dei periodi contributivi: Se hai lavorato all’estero o in settori diversi, il ricongiungimento dei contributi può aumentare l’importo della tua pensione.
Rivalutazione dei contributi per specifiche categorie di lavoratori: In alcuni casi, l’INPS offre opportunità di rivalutazione dei contributi per lavoratori che hanno svolto attività usuranti o particolarmente rischiose.
Pensionati che continuano a lavorare: Se hai versato ulteriori contributi dopo aver ottenuto la pensione, richiedere il ricalcolo ti permetterà di aggiungere questi contributi al totale e ottenere un importo più alto.

Maddalena Lombardi
2025-10-02 07:56:25
Numero di risposte
: 32
La ricostituzione della pensione consente la rideterminazione dell’importo di pensione, entro termini stabiliti da specifiche disposizioni di legge, per effetto di riconoscimento di contribuzione.
La ricostituzione pensionistica al 2021 avviene dopo l’accertamento di tutti i requisiti e si procede al ricalcolo della pensione come se si trattasse di nuova liquidazione.
I periodi di contribuzione che sono già valutati in prima liquidazione, vengono esclusi.
Il ricalcolo dell’importo del trattamento pensionistico e la rideterminazione sono sottoposti a prescrizione quinquennale.
Per le variazioni a debito, la prescrizione è decennale poiché si applica la normativa sul recupero degli indebiti pensionistici.
Per le domande di ricostituzione intervengono i termini di decadenza di tre anni, a condizione che la prestazione pensionistica sia riconosciuta con prima liquidazione dal 6 luglio 2011 e che il provvedimento di prima liquidazione sia viziato da errore per fatti noti e non per fatti sopravvenuti successivamente al provvedimento stesso.
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