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Quando si smette di pagare l'assegno di mantenimento?

Gerlando Fiore
Gerlando Fiore
2025-11-15 04:21:38
Numero di risposte : 22
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La legge prevede espressamente che il figlio maggiorenne di genitori separati o divorziati, se non è ancora economicamente indipendente, riceva dal genitore con cui non convive un assegno per il suo mantenimento. L'obbligo del padre di contribuire al mantenimento del figlio fino all'autosufficienza economica non è incondizionato. Il figlio ha diritto a frequentare un corso di studi adeguato alle possibilità dei genitori, ma deve effettivamente impegnarsi nel suo percorso scolastico ed eventualmente universitario in modo da mettere a frutto i sacrifici economici fatti dai genitori a suo favore. Se invece un ragazzo maggiorenne non fa nulla per completare i suoi studi e non si applica nel trovare un lavoro, i genitori non sono più tenuti a mantenerlo in modo adeguato al tenore di vita della famiglia, ma devono solo garantirgli ciò che è necessario per la sua sopravvivenza. No, la legge non indica alcuna età dopo la quale certamente viene meno il diritto dei figli ad essere mantenuti. Tuttavia, possiamo indicare una età limite, salvo situazioni particolari, di circa 27 anni. In questo caso, dimostrando che suo figlio non si impegna nello studio ed ha iniziato a lavorare, lei potrà ottenere che sia dichiarato che il ragazzo non ha più diritto a percepire un assegno per il suo mantenimento.
Radio Fontana
Radio Fontana
2025-11-07 09:02:41
Numero di risposte : 23
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Il coniuge obbligato, non può smettere di versare l’assegno di mantenimento di sua iniziativa, perché l’obbligo a versarlo da parte sua e l’obbligo a percepirlo da parte dell’ex coniuge e/o dei figli, conservano la loro efficacia sino a quando non siano approvate modifiche da un Giudice. L’ex coniuge perde il diritto di ricevere il contributo di mantenimento e l’assegno divorzile quando viene valutato che c’è una convivenza stabile, duratura e regolare con una disponibilità di mezzi di sussistenza adeguati, e in caso di nuove nozze. Se la nuova convivenza, è priva dei requisiti sopra citati, quindi non ancora “regolare”, il diritto al mantenimento non viene meno. Si, in virtù di un cambiamento di vita e con una precisa dichiarazione, il coniuge avente diritto può rinunciare all’assegno di mantenimento, dando atto della propria indipendenza economica e della volontà di non pretendere il versamento di alcuna somma a titolo di mantenimento. L’eventuale costituzione di una nuova famiglia, anche con figli nati dalla nuova unione, da parte del coniuge, separato o divorziato, tenuto a corrispondere l’assegno di mantenimento, non legittima l’esonero dell’obbligo nei confronti dell’ex coniuge e di figli avuti precedentemente.
Aaron Gatti
Aaron Gatti
2025-10-28 01:32:17
Numero di risposte : 32
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La legge prevede tutta una serie di circostanze e condizioni al presentarsi delle quali l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento viene a cessare. Variazione delle condizioni economiche del coniuge beneficiario: partendo dal concetto che l’assegno di mantenimento dovrebbe essere una forma di sostegno ponte, cioè atto a fornire le risorse necessarie al coniuge svantaggiato per adattarsi alla nuova condizione, il fatto che questi trovi un’occupazione se era disoccupato o migliori improvvisamente la sua condizione reddituale può indurre il giudice a disporre la revoca dell’assegno. Decesso dell’obbligato o del beneficiario: la morte dell’uno o dell’altro coniuge determina inevitabilmente il cessare dell’assegno di mantenimento. Nuovo matrimonio o convivenza more uxorio: se il coniuge beneficiario avvia una convivenza stabile e duratura con un nuovo partner l’assegno di mantenimento potrebbe cessare. Gravi inadempienze: Qualora il coniuge beneficiario venga meno agli obblighi contratti, ad esempio non attenda correttamente alla cura dei figli o non si impegni per trovare un’occupazione. Decorso del termine prestabilito: Nel decreto di divorzio o nell’accordo di separazione può essere previsto un termine, decorso il quale il coniuge obbligato non sarà più tenuto a versare l’assegno di mantenimento.
Soriana Cattaneo
Soriana Cattaneo
2025-10-20 15:29:26
Numero di risposte : 31
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Non è ammesso un accordo in cui si dica che il mantenimento per la moglie durerà per sempre. Può accadere che l’assegno di mantenimento resti dovuto al coniuge per tutta la vita. Questo, tuttavia, non significa che si possa fare un accordo, in sede di separazione, in cui venga stabilito che l’assegno di mantenimento in favore della moglie dovrà durare per sempre. Una clausola del genere sarebbe invalida in quanto si rientra in materia di diritti indisponibili. Ecco, questo è il caso in cui l’assegno rimane vita natural durante, o meglio, fino a quando non si verifichi un cambiamento nelle condizioni economiche di almeno uno dei due. Il principio di indisponibilità dei diritti di mantenimento ha il seguente significato: ogni persona non può ritrovarsi vincolata per sempre ad un impegno che assume in un determinato momento della propria vita. Le condizioni di vita ed economiche possono, infatti, modificarsi profondamente. Ecco quindi il motivo per cui questo tipo di accordo non è valido.