Cosa cambia nel 2025 per le pensioni di invalidità?

Renata Parisi
2025-08-25 07:36:39
Numero di risposte
: 28
La sentenza della Corte costituzionale del 9 luglio 2025 ha rovesciato questa realtà, garantendo a tutti un assegno minimo di 603,40 euro al mese. Fino a oggi, solo chi aveva accumulato una carriera contributiva sotto il sistema misto o retributivo godeva del beneficio di un’integrazione dell’assegno al minimo vitale. La Corte costituzionale, con la sentenza del 9 luglio 2025, ha finalmente stabilito che anche chi si trova nel sistema puramente contributivo avrà diritto a un assegno di invalidità minimo, fissato per il prossimo anno a 603,40 euro al mese. La sentenza della Corte ha un valore significativo, ma non è retroattiva. Questo significa che i lavoratori che avrebbero potuto beneficiare di questo diritto negli anni passati non riceveranno alcun rimborso per gli arretrati. La nuova regola, infatti, entrerà in vigore solo a partire dalla data di pubblicazione della sentenza, il 9 luglio 2025.

Silvia Ferraro
2025-08-22 09:44:23
Numero di risposte
: 21
Con la circolare n. 23 del 28 gennaio 2025 l’INPS ha pubblicato le prime cifre che riguardano aumenti importanti per i benefici economici spettanti agli invalidi civili che sfiorano i 750 euro mensili.
Aumenti non solo degli importi base ma anche dei limiti reddituali da non superare per accedere ai benefici.
La circolare INPS n. 23 del 28 gennaio 2025 ha ufficializzato gli importi e i limiti di reddito per il 2025 relativi a pensioni, assegni e indennità destinati a invalidi civili, ciechi civili e sordi: i limiti reddituali sono stati innalzati dell’1,60%; le indennità, che seguono un sistema di calcolo differente, hanno subito un aumento provvisorio del 4,49%.
I benefici incrementativi sono concessi ai soggetti dai 18 ai 67 anni che risultino invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti titolari di pensione o che siano titolari di pensione di inabilità di cui all’articolo 2 della legge 12 giugno 1984, n. 222.
Gli invalidi civili totali che quest’anno percepiranno 336 euro di pensione di invalidità, avranno diritto a un massimo di 747,84 euro poiché a questa si aggiungerà una quota fissa pari, da quest’anno, a 411,84 euro mensili.
L’articolo 1, comma 177, della legge di Bilancio 2025 ha prorogato fino al 2026 l’incremento per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo introdotto dall’articolo 1, comma 310, della legge 29 dicembre 2022, n. 197.
La misura percentuale dell’incremento è pari a +2,2% per l’anno 2025 e a +1,3% per l’anno 2026.
In base all’Art. 70, comma 6, L. n. 388/2000 tale maggiorazione di 13,27 euro prevista per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS è, altresì, concessa per tredici mensilità della pensione di invalidità o dell’assegno di invalidità a favore di invalidi civili, ciechi civili e sordomuti con età inferiore a sessantacinque anni.

Artemide Mancini
2025-08-11 21:36:13
Numero di risposte
: 12
La misura della perequazione, definitiva per l’anno 2024 e previsionale per l’anno 2025, è stata applicata anche alle pensioni e agli assegni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti.
La percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2024 è determinata in misura pari a +0,8% dal 1° gennaio 2025, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
I limiti di reddito per il diritto alle pensioni in favore dei mutilati, invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti, sono aumentati dell’1,6% rispetto all’anno 2024.
Il limite di reddito per il diritto all’assegno mensile degli invalidi parziali e delle indennità di frequenza è quello stabilito per la pensione sociale.
Per i soli invalidi civili totali riconosciuti al 100% si ha diritto ad una quota aggiuntiva, questa maggiorazione può raggiungere un importo massimo di €411,84 mensili, che si sommano alla pensione di invalidità riconosciuta per un totale massimo di €747,84.
L’importo riconosciuto come maggiorazione sociale varia in base al reddito dichiarato.
Sono conteggiati tutti i redditi da lavoro dipendente o autonomo, anche occasionale, o a tempo parziale, comprese le borse lavoro comunque denominate, le pensioni previdenziali, incluse quelle ai superstiti, anche le pensioni di invalidità, cecità e sordità, escluse le indennità.
Non sono conteggiati il reddito della casa di abitazione, le pensioni di guerra, le indennità di accompagnamento.

Vinicio Basile
2025-08-07 21:34:39
Numero di risposte
: 26
Nello specifico, quanto percepiranno nel 2025 gli invalidi civili, ciechi e sordi, viene indicato nelle tabelle contenute nell’allegato n.2.
La rivalutazione delle pensioni e degli assegni a favore dei cittadini con disabilità che siano invalidi civili, ciechi civili e sordi, viene fatta sulla base della percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2025, che è stata determinata in misura pari a +0,8% dal 1° gennaio 2025, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
Rispetto agli importi delle invalidità 2024, le cifre hanno subito un aumento minimo.
Per fare un esempio, la pensione di invalidità civile nel 2025 è di 336,00 Euro al mese, con nuovo limite di reddito di 19.772,50 Euro, mentre nel 2024 era di 333,33.
I limiti di reddito applicati nel 2025 per il diritto alle pensioni in favore dei mutilati, invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti, sono aumentati dell’1,6% rispetto all’anno 2024.
Il limite di reddito per il diritto all’assegno mensile degli invalidi parziali e delle indennità di frequenza è quello stabilito per la pensione sociale.
Tali limiti si applicano anche agli assegni sociali sostitutivi dell’invalidità civile.
La circolare dell’INPS, all’allegato 2, contiene le tabelle importi invalidità 2025.
INVALIDI CIVILI – Pensione invalidi civili totali: € 336,00 limite di reddito: € 19.772,50.
CIECHI – Pensione ciechi civili assoluti (non ricoverati): € 363,37 – limite di reddito: € 19.772,50.
SORDI – Pensione sordi: € 336,00 – limite di reddito: € 19.772,50.

Andrea Damico
2025-07-28 05:32:00
Numero di risposte
: 21
Anche quest’anno l’INPS ha aggiornato gli importi degli assegni e delle pensioni di invalidità civile e i rispettivi limiti di reddito per accedervi nel 2025. La perequazione prevista, ovvero l’aumento, è calcolato rispetto ad un indice di aumento dei prezzi ISTAT pari allo 0,8%. Nel 2025 si può ricevere l’aumento della pensione degli invalidi civili al 100% se non si superano i limiti reddituali di 9721,92 euro per il beneficiario non coniugato e 16724,89 euro per quello coniugato.
Di seguito gli importi e limiti di reddito per assegni e pensioni di invalidità civile per il 2025:
Pensione ciechi civili assoluti Assegno di 363,37 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione ciechi civili assoluti se ricoverati Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione ciechi civili parziali Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione invalidi civili totali con sola pensione Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione sordomuti senza indennità di comunicazione Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Assegno mensile invalidi civili parziali Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 5.771,35 euro
Indennità mensile frequenza minori Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 5.771,35 euro
Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti Assegno di 1022,44 euro e nessun limite di reddito
Indennità accompagnamento invalidi civili totali e minori Assegno di 542,02 euro e nessun limite di reddito
Indennità comunicazione sordomuti Assegno di 267,83 euro e nessun limite di reddito
Indennità speciale ciechi ventesimisti Assegno di 229,30 euro e nessun limite di reddito
Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major Assegno 598,61 euro e nessun limite di reddito.
Le pensioni e gli assegni di invalidità non rientrano e vanno escluse dal conteggio dei redditi per accedere all’Assegno di inclusione.

Gerardo Costa
2025-07-24 06:27:27
Numero di risposte
: 28
Per tutti quindi l'assegno ordinario di invalidità non potrà scendere sotto i 603 euro.
La novità riguarda i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996.
Fino ad ora l’integrazione al minimo era prevista solo per chi aveva una pensione liquidata con il sistema retributivo o misto, ora invece la misura è prevista per tutti, anche per i per percettori dell'assegno di invalidità interamente contributivo, che fino a questo momento potevano ritrovarsi con importi inferiori al minimo.
La sentenza della Consula non ha però effetto retroattivo, ma si applica solo a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione, ovvero dal 10 luglio.
La decisione non ha carattere retroattivo: in considerazione del fatto che una pronuncia di accoglimento avrebbe determinato, per l'anno in corso, in ragione degli ordinari effetti ex tunc, un ingente e improvviso aggravio a carico della finanza pubblica, in gran parte connesso al recupero degli arretrati, la Corte ha deciso di far decorrere gli effetti temporali della decisione dal giorno successivo a quello di pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale, ovvero dal 10 luglio 2025.
La sentenza della Corte costituzionale "sull'integrazione al minimo per pensioni di invalidità calcolate con il sistema contributivo è un pronunciamento storico".
Adesso, anche chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 ed è quindi interamente nel sistema contributivo, potrà avere, in caso di invalidità, l'integazione al minimo dell'assegno, indipendentemente dai contributi versati.
Un passo avanti importante che estende i diritti e sana una discriminazione tra i cittadini titolari di pensione di invalidità.

Lisa Benedetti
2025-07-13 16:15:47
Numero di risposte
: 24
La Corte Costituzionale ha stabilito che è illegittimo il divieto di integrazione al minimo per l’assegno ordinario di invalidità. Un’integrazione coprirà la cifra mancante se il lavoratore non riesce, sulla base dei contributi versati, a raggiungere i 603 euro al mese di assegno minimo. La novità tuttavia non coprirà gli assegni di questi tre decenni, perché gli effetti avranno decorrenza dal 10 luglio 2025 per evitare un buco nelle casse dello Stato. Gli effetti avranno decorrenza dal 10 luglio 2025 per evitare un buco nelle casse dello Stato.
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