Cosa cambia nel 2025 per le pensioni di invalidità?

Andrea Damico
2025-07-28 05:32:00
Numero di risposte
: 14
Anche quest’anno l’INPS ha aggiornato gli importi degli assegni e delle pensioni di invalidità civile e i rispettivi limiti di reddito per accedervi nel 2025. La perequazione prevista, ovvero l’aumento, è calcolato rispetto ad un indice di aumento dei prezzi ISTAT pari allo 0,8%. Nel 2025 si può ricevere l’aumento della pensione degli invalidi civili al 100% se non si superano i limiti reddituali di 9721,92 euro per il beneficiario non coniugato e 16724,89 euro per quello coniugato.
Di seguito gli importi e limiti di reddito per assegni e pensioni di invalidità civile per il 2025:
Pensione ciechi civili assoluti Assegno di 363,37 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione ciechi civili assoluti se ricoverati Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione ciechi civili parziali Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione invalidi civili totali con sola pensione Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Pensione sordomuti senza indennità di comunicazione Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 19.772,50 euro
Assegno mensile invalidi civili parziali Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 5.771,35 euro
Indennità mensile frequenza minori Assegno di 336,00 euro e limite di reddito 5.771,35 euro
Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti Assegno di 1022,44 euro e nessun limite di reddito
Indennità accompagnamento invalidi civili totali e minori Assegno di 542,02 euro e nessun limite di reddito
Indennità comunicazione sordomuti Assegno di 267,83 euro e nessun limite di reddito
Indennità speciale ciechi ventesimisti Assegno di 229,30 euro e nessun limite di reddito
Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major Assegno 598,61 euro e nessun limite di reddito.
Le pensioni e gli assegni di invalidità non rientrano e vanno escluse dal conteggio dei redditi per accedere all’Assegno di inclusione.

Gerardo Costa
2025-07-24 06:27:27
Numero di risposte
: 11
Per tutti quindi l'assegno ordinario di invalidità non potrà scendere sotto i 603 euro.
La novità riguarda i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996.
Fino ad ora l’integrazione al minimo era prevista solo per chi aveva una pensione liquidata con il sistema retributivo o misto, ora invece la misura è prevista per tutti, anche per i per percettori dell'assegno di invalidità interamente contributivo, che fino a questo momento potevano ritrovarsi con importi inferiori al minimo.
La sentenza della Consula non ha però effetto retroattivo, ma si applica solo a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione, ovvero dal 10 luglio.
La decisione non ha carattere retroattivo: in considerazione del fatto che una pronuncia di accoglimento avrebbe determinato, per l'anno in corso, in ragione degli ordinari effetti ex tunc, un ingente e improvviso aggravio a carico della finanza pubblica, in gran parte connesso al recupero degli arretrati, la Corte ha deciso di far decorrere gli effetti temporali della decisione dal giorno successivo a quello di pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale, ovvero dal 10 luglio 2025.
La sentenza della Corte costituzionale "sull'integrazione al minimo per pensioni di invalidità calcolate con il sistema contributivo è un pronunciamento storico".
Adesso, anche chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 ed è quindi interamente nel sistema contributivo, potrà avere, in caso di invalidità, l'integazione al minimo dell'assegno, indipendentemente dai contributi versati.
Un passo avanti importante che estende i diritti e sana una discriminazione tra i cittadini titolari di pensione di invalidità.

Lisa Benedetti
2025-07-13 16:15:47
Numero di risposte
: 16
La Corte Costituzionale ha stabilito che è illegittimo il divieto di integrazione al minimo per l’assegno ordinario di invalidità. Un’integrazione coprirà la cifra mancante se il lavoratore non riesce, sulla base dei contributi versati, a raggiungere i 603 euro al mese di assegno minimo. La novità tuttavia non coprirà gli assegni di questi tre decenni, perché gli effetti avranno decorrenza dal 10 luglio 2025 per evitare un buco nelle casse dello Stato. Gli effetti avranno decorrenza dal 10 luglio 2025 per evitare un buco nelle casse dello Stato.
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