Chi fa i controlli sul lavoro in nero?

Arturo Conte
2025-07-10 15:18:00
Numero di risposte
: 13
Controlli della Polizia di Stato sono state eseguite ieri nelle campagne vittoriesi al fine di verificare il rispetto delle norme a tutela del lavoro e della salute dei lavoratori, oltre che prevenire e reprimere il fenomeno del lavoro nero in agricoltura.
L'attività si è svolta sin dal primo mattino e vi hanno partecipato gli uomini della Polizia del Commissariato di P.S. di Vittoria e della Squadra Mobile di Ragusa coadiuvati da esperti funzionari della Direzione Territoriale del Lavoro, dell'INPS e dell'INAIL di Ragusa.
I controlli proseguiranno con cadenza regolare ed interesseranno anche altre categorie di lavoro ed altre contrade.

Gregorio Valentini
2025-06-29 00:17:52
Numero di risposte
: 17
Il lavoratore potrà rivolgersi all’Ispettorato Nazionale del Lavoro competente per territorio, e richiedere un accertamento ispettivo presso il datore di lavoro.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro – con la Circolare n. 2 del 14 gennaio 2019 – ha tempestivamente recepito la normativa e comunicato l’avvio delle procedure per l’istituzione di un apposito codice tributo.
La Circolare dell’Ispettorato del Lavoro riepiloga, inoltre, i nuovi importi dovuti in caso di: mancata preventiva comunicazione al Centro per l’impiego;
il nuovo apparato sanzionatorio – in forza del principio tempus regit actum – trova applicazione in relazione a condotte che si realizzano con decorrenza dal 1° gennaio 2019, restando esclusi dall’incremento apportato dalla Legge di Bilancio i comportamenti elusivi degli anni pregressi, a prescindere dalla data di accertamento e/o di contestazione.
In sintesi, la fattispecie del lavoro irregolare coincide con l’illecita occupazione di lavoratori, la cui assunzione non risulta dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria: a livello pratico, si verte nell’ipotesi di instaurazione di un rapporto di lavoro in evidente violazione di tutte le prescrizioni normative dettate al riguardo, quali, ad esempio, l’omessa comunicazione di assunzione al Centro per l’impiego, l’omessa denuncia nominativa all’INAIL ovvero all’omessa registrazione sul libro matricola che consente agli organi di vigilanza l’immediato riscontro del personale occupato.

Barbara Marini
2025-06-28 22:31:21
Numero di risposte
: 16
I controlli sul lavoro nero sono effettuati dai Centri per l’impiego e dagli enti previdenziali.
Il datore di lavoro che impieghi personale privo di regolare contratto, rischia pertanto una maxi sanzione pecuniaria per ogni lavoratore occupato.
La maxisanzione è aumentata del 20% per ogni lavoratore extracomunitario impiegato in nero sprovvisto del permesso di soggiorno.
In quest’ultimo caso il datore di lavoro incorre anche in sanzione penali.
Il lavoratore occupato in nero che abbia reso all’Inps o al centro per l’Impiego la dichiarazione circa il proprio status di disoccupato, rischia una condanna per il reato di “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.
Il datore di lavoro verrà inoltre comminata una sanzione derivante dalla mancata/ritardata consegna della busta paga o omessa/insesatta registrazione della stessa.
Tali sanzioni sono aumentate del 20% per effetto della legge di Bilancio 2019.
Colui che viene impiegato in nero è considerato la parte debole del rapporto e non rischia alcuna sanzione per il solo fatto di essere scoperto.
Tuttavia a seguito della riforma operata dal Jobs Act anche il lavoratore in nero è passibile di sanzione qualora questi abbia dichiarato alle autorità competenti il proprio stato di disoccupazione e percepisca di conseguenza la relativa indennità.

Carmela Marino
2025-06-28 22:20:36
Numero di risposte
: 17
La logica è chiara: tutelare la dignità dei lavoratori e, allo stesso tempo, mettere un freno a quella sottrazione di risorse fiscali e contributive che il sommerso produce, minando la sostenibilità del sistema.
Il nuovo regime sanzionatorio, infatti, non lascia spazio a interpretazioni: chi viene sorpreso a impiegare lavoratori non regolarizzati rischia multe che, in base alla durata dell’impiego irregolare, possono arrivare fino a 43.200 euro per lavoratore.
Ecco allora che il messaggio lanciato dal Governo italiano appare chiaro e inequivocabile: la stagione del “si è sempre fatto così” è finita.
La lotta al lavoro in nero non è solo una questione di numeri o di sanzioni, ma rappresenta la cartina di tornasole di un Paese che vuole cambiare passo, scommettendo su trasparenza, equità e responsabilità.
Una vera e propria svolta, che non si limita ai proclami, ma si traduce in numeri concreti: +17% di ispezioni e +20% di irregolarità accertate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I controlli sui lavoratori in nero si siano concentrati, quasi chirurgicamente, su quei comparti storicamente più vulnerabili alle derive dell’irregolarità.
In prima linea il comparto edilizio, dove la prevalenza di impieghi temporanei e non dichiarati ha rappresentato, da sempre, una vera spina nel fianco.
A seguire, il settore agricolo, teatro di una massiccia presenza di manodopera stagionale spesso priva di tutele.
Non meno critico l’ambito turistico, in cui la tendenza all’assunzione “in nero” di personale stagionale resiste ostinatamente alle strette normative.
E infine, il delicato settore dell’assistenza domestica, dove l’assenza di un contratto rimane una prassi diffusa e difficilmente scardinabile.

Enrica Gatti
2025-06-28 21:35:28
Numero di risposte
: 13
I controlli sul lavoro in nero possono essere effettuati presso la Guardia di Finanza, presso l’Ufficio dell’Ispettorato provinciale del Lavoro, presso i sindacati.
La denuncia può essere effettuata o attraverso la compilazione di un apposito modulo disponibile online, ovvero contattando direttamente il numero verde.
In alternativa, è possibile recarsi sia personalmente sia attraverso un delegato, presso gli Uffici di riferimento.
L’INL ha predisposto uno specifico modulo: “INL 31 – Richiesta di intervento ispettivo” che ne consente l’utilizzo ogniqualvolta si abbia intenzione di regolarizzare il proprio rapporto di lavoro, ovvero richiedere spettanze economiche o ancora far emergere altre irregolarità sul posto di lavoro quali turni, orari lavorativi, riposi.
Il sindacato potrebbe suggerire un previo tentativo di conciliazione con l’azienda, coinvolgendo anche altri enti quali l’INPS, l’INAIL, l’Ispettorato del Lavoro.
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