Quali sono i diritti di chi lavora in nero?

Armando Palmieri
2025-08-18 19:20:43
Numero di risposte
: 23
Di norma, colui che viene impiegato in nero è considerato la parte debole del rapporto e non rischia alcuna sanzione per il solo fatto di essere scoperto, anzi ottiene il vantaggio di poter vedere regolarizzata la sua posizione lavorativa pregressa.
Tuttavia a seguito della riforma operata dal Jobs Act anche il lavoratore in nero è passibile di sanzione qualora questi abbia dichiarato alle autorità competenti il proprio stato di disoccupazione e percepisca di conseguenza la relativa indennità.
Il lavoratore occupato in nero che abbia reso all’Inps o al centro per l’Impiego la dichiarazione circa il proprio status di disoccupato, rischia una condanna per il reato di “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”, ex art. 483 c.p.
Se, oltre, ad aver dichiarato il proprio stato di disoccupazione, il lavoratore in nero abbia percepito l’indennità di disoccupazione o abbia approfittato di determinati ammortizzatori sociali erogati dallo Stato o da altri Enti pubblici, questi rischia di vedersi contestata l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato prevista dall’art. 316 ter c.p.
In aggiunta, il lavoratore a nero vedrà decaduti i propri benefici, restando salvo il diritto per l’Inps o per l’Ente erogatore di richiedere la restituzione degli indebiti e il risarcimento del danno.

Marina Bellini
2025-08-12 07:03:13
Numero di risposte
: 29
Il lavoratore in nero ha gli stessi diritti dei lavoratori regolamento assunti.
Egli ha diritto, innanzitutto, allo stesso trattamento retributivo previsto dai contratti collettivi nazionali, alle ferie pagate, al Tfr, ai permessi, ai giorni di malattia retribuita.
Deve essere informato dei rischi che comportano le proprie mansioni e il datore di lavoro deve provvedere alla tutela della sua salute e integrità fisica.
Il lavoratore in nero non può essere licenziato in tronco se non per giusta causa.
Un licenziamento orale sarebbe nullo e consentirebbe al dipendente di chiedere la reintegra sul posto.
Il lavoratore in nero, infine, può pretendere il pagamento delle differenze retributive che non gli sono state versate nel corso del rapporto fino a cinque anni dopo la cessione del lavoro.

Ubaldo Ferrara
2025-08-05 17:26:17
Numero di risposte
: 25
Il lavoratore che presta la propria attività lavorativa in assenza di regolare contratto di lavoro non ha copertura assicurativa, né tutela in caso di licenziamento. La regolarizzazione del rapporto di lavoro può essere invocata dal lavoratore anche alla conclusione del rapporto. Questi potrà rivolgersi al Giudice del Lavoro, che dovrà accertare la sussistenza di un rapporto di lavoro con il vincolo della subordinazione, oppure caratterizzato da una forma diversa, quale, ad esempio, una collaborazione autonoma. Parimenti, il lavoratore potrà rivolgersi all’Ispettorato Nazionale del Lavoro competente per territorio, e richiedere un accertamento ispettivo presso il datore di lavoro.

Yago Piras
2025-07-24 14:18:51
Numero di risposte
: 26
Il pagamento della retribuzione “in nero” comporta la perdita di importanti diritti spettanti ai lavoratori, come la retribuzione durante la malattia, la tredicesima, la “stabilità” del rapporto di lavoro ecc.
In particolare contraddistinguono un rapporto subordinato: lo svolgimento di mansioni meramente esecutive, l'inserimento del lavoratore nell'organizzazione aziendale, l'obbligo per il lavoratore di richiedere preventivamente l'autorizzazione in caso di assenza, l'impossibilità di rifiutare i compiti assegnatigli, la destinazione delle prestazioni del lavoratore che, nel rapporto di lavoro subordinato, si impegna a collaborare nell'esclusivo interesse dell'imprenditore.
Tali elementi non necessariamente devono coesistere tutti contemporaneamente, affinché un rapporto di lavoro possa essere considerato di natura subordinata.
In presenza di tali situazioni è quindi possibile, verificate le suddette condizioni, richiedere la regolarizzazione del proprio rapporto di lavoro, in quanto si tratta di un fondamentale diritto del lavoratore.
La regolarizzazione può naturalmente essere richiesta anche dopo che il rapporto di lavoro dovesse essersi interrotto.
Ed è altresì consigliabile far verificare se legalmente è possibile ottenere la trasformazione del proprio contratto originariamente sorto sotto il nome di un istituto diverso da quello della “subordinazione”.
Ad ogni dipendente che svolga attività lavorativa subordinata deve applicarsi automaticamente la disciplina collettiva, recepita nel regolamento dell'azienda attinente all'attività lavorativa dei suoi dipendenti.

Massimo Barbieri
2025-07-24 13:31:16
Numero di risposte
: 20
Il lavoratore irregolare non possiede, di fatto, nessun diritto alla disoccupazione o alla pensione, dal momento che i contributi richiesti non sono mai stati versati dal datore di lavoro.
Egli non ha nessuna copertura contributiva, retributiva e fiscale, impedendo allo stesso di beneficiare delle tutele legislative previste in caso di licenziamento.
In alcuni casi, anche il dipendente che lavora in nero può essere esposto a denunce da parte della Procura della Repubblica rischiando l’irrogazione di una sanzione.
Tuttavia, l’ordinamento non prevede particolari sanzioni a suo carico qualora venga scoperto.

Moreno Colombo
2025-07-24 10:02:35
Numero di risposte
: 35
E’ bene che si sappia che anche i lavoratori irregolari hanno pari dignità e diritti di quelli formalmente assunti. E’ bene sapere che i diritti di chi non è formalmente assunto sono gli stessi di chi ha un regolare contratto di lavoro. non c’è alcuna differenza tra di loro perchè la legge li pone sullo stesso livello. Ad esempio il lavoratore a nero che viene licenziato può impugnare il licenziamento, chiedere differenze retributive e tanto altro. Anche chi non è formalmente assunto ha ugualmente diritto al TFR ed ad avere una retribuzione corrispondete alla quantità e qualità del lavoro prestato. Il lavoratore a nero ha diritto altresì agli assegni familiari ed alla naspi. L’unica differenza è che, soprattutto per quanto concerne le indennità erogate dall’INPS, deve avviare una causa affinché sia accertato l’esistenza del rapporto di lavoro di lavoro e la sua qualificazione come lavoro subordinato. Molti lavoratori a nero credono, a torto, che non possono avanzare istanze al proprio datore di lavoro per rivendicare il diritto a differenze retributive.
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