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Come posso ottenere la liquidazione per un lavoro in nero?

Giacinta Ferri
Giacinta Ferri
2025-08-31 10:49:35
Numero di risposte : 20
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La liquidazione è una parte della retribuzione che viene periodicamente accantonato in busta paga e viene erogata per intero al lavoratore solo una volta che cessa il rapporto di lavoro. La liquidazione spetta, di diritto, sia ai lavoratori con regolare contratto di assunzione sia ai lavoratori in nero. Ciò significa che la badante che lavora in nero e non ha contratto di badante sia convivete sia on convivente ha gli stessi diritti di una lavoratrice assunta regolarmente e che la liquidazione spetta sempre anche alla badante che lavora in nero. Quindi nel calcolo complessivo di ciò che spetta alla badante che lavora in nero vi rientrano: differenze retributive per il lavoro effettivamente svolto; la 13sima; contributi previdenziale; ferie e malattie non godute; Tfr o liquidazione. La liquidazione spetta sia se il lavoro è stato effettivamente svolto per un anno intero, sia se per un solo mese, sia se per 10 o 20 anni e matura mensilmente, cioè in ratei mensili, per cui si matura anche se si è effettivamente lavorato per soli 15 giorni nel mese. Occorre avviare un confronto formale con la lavoratrice, tramite un legale, al fine di addivenire se possibile ad una soluzione conciliativa che eviti la causa in Tribunale nei suoi confronti. Deve calcolare l'importo dovuto e versarglielo. Come attestazione del pagamento è sufficiente una scrittura privata firmata, con la quale può opporsi adeguatamente ad eventuali azioni vertenziali. La signora ha diritto alla liquidazione e potrebbe proporre un'azione legale. Le consiglierei di affidarsi ad un avvocato. Anche se la signora non era in regola contrattualmente potrebbe sempre, tramite un giudizio ordinario, ottenere il relativo corrispettivo.
Sonia Fiore
Sonia Fiore
2025-08-24 23:34:32
Numero di risposte : 21
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Alla conclusione di un rapporto di lavoro, anche se in nero, il lavoratore ha sempre il diritto di ricevere la liquidazione finale. Alla conclusione del rapporto di lavoro il dipendente ha subito diritto di ricevere, la liquidazione finale. Pertanto, se non viene corrisposto il TFR o si afferma che lo si potrà ricevere solo nei prossimi mesi, immediatamente ci si deve fornire del modello CUD dell’anno in corso e le varie e ultime buste paga. Si potrà ottenere con procedimento monitorio il pagamento del TFR.
Marianna Marchetti
Marianna Marchetti
2025-08-14 20:33:03
Numero di risposte : 22
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Qualunque lavoratore sia formalmente assunto sia lavoratore a nero ha diritto a ricevere il TFR. Il TFR può essere anche anticipato al lavoratore e per specifici motivi previsti dalla legge : acquisto della prima casa; spese mediche; fruizione di congedi. Lo Studio Pelosi permette ai clienti di sentirsi tranquilli e protetti fin dalle prime fasi ante causa procedendo a sviluppare conteggi in sede per verificare quanto spettante a titolo di tfr ed agare in caso di mancata liquidazione tfr. Rivolgersi allo Studio Legale Pelosi significa scegliere avvocati con esperienza e competenze specifiche. Operiamo in Campania per assistervi in caso di mancata liquidazione tfr. Scrivici per avere maggiori informazioni.
Ethan Parisi
Ethan Parisi
2025-08-10 15:59:07
Numero di risposte : 25
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La risposta è assolutamente SI. E soprattutto, non bisogna aspettare che il rapporto di lavoro arrivi al capolinea: se da subito si denunciano le irregolarità all’Ispettorato del Lavoro, dopo l’accertamento della veridicità dei fatti segnalati, sarà lo stesso ente di tutela a intimare al datore di lavoro la regolarizzazione del personale dipendente. E non sono solo le spettanze di fine rapporto gli importi che debbono essere pretesi, ma anche le differenze retributive, le indennità non riconosciute, i permessi e le ferie non godute, ecc. Altre volte il rapporto di lavoro, che in realtà è di fatto subordinato, viene “mascherato” attraverso altri istituti. In questi casi il Giudice del Lavoro può ordinare al datore di lavoro di regolarizzare il rapporto di lavoro e la posizione contributiva. I CONTEGGI DI LAVORO – Gli importi che complessivamente possono essere richiesti al datore di lavoro, sia in costanza di rapporto di lavoro che al termine dello stesso, debbono essere conteggiate in maniera formale attraverso un conteggio di lavoro. Presso la sede di Avvocato del Cittadino è possibile, attraverso una convenzione con il caf, ottenere conteggi di lavoro sindacali a tariffe agevolate. Per chi non ha la possibilità di recarsi presso la sede legale dell’ente può usufruire dei conteggi online, attraverso la semplicissima procedura riportata a sul sito. In 10/15 giorni si ottiene il conteggio Ad ogni dipendente che svolga attività lavorativa subordinata nell’’organizzazione del (nome azienda), per l’espletamento della tipica attività creditizia del (nome azienda) stesso, deve applicarsi automaticamente la disciplina collettiva, recepita nel regolamento del (nome azienda) attinente all’attività lavorativa dei suoi dipendenti, senza che sia consentito alle parti di derogare a detta normativa con una disciplina di carattere particolare ed autonomo.
Soriana Cattaneo
Soriana Cattaneo
2025-08-05 01:51:55
Numero di risposte : 31
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Il diritto al Trattamento di Fine Rapporto si prescrive entro cinque anni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Questo significa che il dipendente che abbia già cessato il rapporto di lavoro, benché in nero, se non sono decorsi 5 anni da tale momento, ha ancora diritto a ottenere il TFR. Chi ha lavorato in nero ha diritto al TFR, in quanto gli spettano tutti i diritti riconosciuti a un normale dipendente. Tuttavia, questi deve prima ottenere un accertamento del giudice che riconosca l’esistenza del rapporto di lavoro subordinato. Il lavoratore deve fornire prove concrete dell’attività lavorativa svolta, come testimonianze, documenti, comunicazioni scritte, o qualsiasi altro elemento che possa dimostrare la subordinazione e la continuità del lavoro prestato. Una volta accertato il rapporto di lavoro, si procederà al calcolo del TFR spettante. Se il datore di lavoro non adempie al pagamento, il lavoratore può rivolgersi al Fondo di Garanzia istituito presso l’INPS, che interviene per garantire il pagamento del TFR nei casi di insolvenza del datore di lavoro. È necessario che il credito relativo al TFR sia stato riconosciuto tramite sentenza, decreto ingiuntivo esecutivo o verbale di conciliazione. Il lavoratore deve inoltre dimostrare l’insufficienza delle garanzie patrimoniali del datore, ad esempio presentando un verbale di pignoramento negativo, e l’impossibilità di avviare una procedura fallimentare.
Ubaldo Ferrara
Ubaldo Ferrara
2025-07-24 12:13:30
Numero di risposte : 25
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Per il lavoratore subordinato in nero, il Tfr deve essere calcolato con la stessa procedura utilizzata per i dipendenti regolarmente assunti. La liquidazione è determinata sommando per ciascun anno di servizio una quota pari all’importo della retribuzione utile di competenza dell’anno divisa per 13,5, al netto del contributo aggiuntivo, pari allo 0,50% dell’imponibile previdenziale dell’anno. Gli importi accantonati al 31 dicembre dell’anno precedente sono annualmente rivalutati con l’applicazione di un tasso composto dall’1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo. La retribuzione su cui calcolare la liquidazione maturata annualmente comprende tutte le somme corrisposte al lavoratore in dipendenza del rapporto di lavoro e l’equivalente in denaro delle prestazioni in natura, purché riconosciuti a titolo non occasionale. Per quanto riguarda il lavoratore in nero, la retribuzione utile quale base di calcolo deve essere ricostruita riferendosi all’inquadramento contrattuale che sarebbe spettato secondo le mansioni svolte e alle ore di lavoro prestate. Il lavoratore in nero può pretendere, peraltro, non solo le spettanze di fine rapporto, ma anche le differenze retributive, le indennità non riconosciute, i permessi e le ferie non godute. I conteggi devono essere effettuati non soltanto sulla base della retribuzione effettivamente percepita, ma anche del corretto inquadramento contrattuale, che sarebbe spettato al lavoratore in base alle mansioni svolte, nonché dell’orario di lavoro effettivo.
Genziana Ferrari
Genziana Ferrari
2025-07-24 11:08:19
Numero di risposte : 20
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Il TFR è un diritto irrinunciabile, riconosciuto dalla legge indipendentemente dalla tipologia di contratto, dalla regolarità della posizione lavorativa o dalla registrazione all’INPS. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il lavoratore può ottenere il pagamento del TFR anche se ha lavorato senza un contratto formale. L’importante è dimostrare l’esistenza del rapporto di lavoro e l’ammontare della retribuzione effettivamente percepita. La prova della prestazione lavorativa può avvenire in diversi modi: Prova Testimoniale: È possibile dimostrare la prestazione lavorativa attraverso testimoni, purché vengano indicati il periodo di lavoro e le modalità della retribuzione percepita. Prove Documentali: E-mail, messaggi WhatsApp, registrazioni di orari di ingresso e uscita, ricevute di pagamenti non ufficiali. Buste Paga Fittizie: Se il datore di lavoro ha erogato pagamenti fuori busta e il lavoratore riesce a dimostrare che la cifra percepita era superiore a quella dichiarata, può richiedere il ricalcolo del TFR sulla base della retribuzione effettiva. Se un datore di lavoro si rifiuta di corrispondere il TFR, il lavoratore può: Tentare una conciliazione: Tramite un sindacato o un legale, si può cercare di risolvere la questione in modo bonario. Fare una vertenza: Presentare una denuncia all’Ispettorato del Lavoro per far accertare l’esistenza del rapporto di lavoro e ottenere il pagamento di quanto dovuto. Ricorrere al Tribunale del Lavoro: Se il datore di lavoro continua a non riconoscere il TFR, il lavoratore può agire in giudizio. In questo caso, sarà fondamentale avere prove sufficienti per dimostrare il rapporto di lavoro e l’effettiva retribuzione percepita. Anche se si è lavorato in nero, il diritto al TFR non viene meno. Il lavoratore può e deve far valere i propri diritti, utilizzando le prove documentali e testimoniali a sua disposizione. La legge è chiara: il TFR è una forma di compensazione per il lavoro svolto, e nessun datore di lavoro può sottrarsi a questo obbligo. Chi si trova in questa situazione può rivolgersi a un avvocato del lavoro per ottenere il riconoscimento di quanto gli spetta.