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Come posso ottenere la liquidazione per un lavoro in nero?

Ubaldo Ferrara
Ubaldo Ferrara
2025-07-24 12:13:30
Numero di risposte : 18
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Per il lavoratore subordinato in nero, il Tfr deve essere calcolato con la stessa procedura utilizzata per i dipendenti regolarmente assunti. La liquidazione è determinata sommando per ciascun anno di servizio una quota pari all’importo della retribuzione utile di competenza dell’anno divisa per 13,5, al netto del contributo aggiuntivo, pari allo 0,50% dell’imponibile previdenziale dell’anno. Gli importi accantonati al 31 dicembre dell’anno precedente sono annualmente rivalutati con l’applicazione di un tasso composto dall’1,5% in misura fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo. La retribuzione su cui calcolare la liquidazione maturata annualmente comprende tutte le somme corrisposte al lavoratore in dipendenza del rapporto di lavoro e l’equivalente in denaro delle prestazioni in natura, purché riconosciuti a titolo non occasionale. Per quanto riguarda il lavoratore in nero, la retribuzione utile quale base di calcolo deve essere ricostruita riferendosi all’inquadramento contrattuale che sarebbe spettato secondo le mansioni svolte e alle ore di lavoro prestate. Il lavoratore in nero può pretendere, peraltro, non solo le spettanze di fine rapporto, ma anche le differenze retributive, le indennità non riconosciute, i permessi e le ferie non godute. I conteggi devono essere effettuati non soltanto sulla base della retribuzione effettivamente percepita, ma anche del corretto inquadramento contrattuale, che sarebbe spettato al lavoratore in base alle mansioni svolte, nonché dell’orario di lavoro effettivo.
Genziana Ferrari
Genziana Ferrari
2025-07-24 11:08:19
Numero di risposte : 13
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Il TFR è un diritto irrinunciabile, riconosciuto dalla legge indipendentemente dalla tipologia di contratto, dalla regolarità della posizione lavorativa o dalla registrazione all’INPS. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il lavoratore può ottenere il pagamento del TFR anche se ha lavorato senza un contratto formale. L’importante è dimostrare l’esistenza del rapporto di lavoro e l’ammontare della retribuzione effettivamente percepita. La prova della prestazione lavorativa può avvenire in diversi modi: Prova Testimoniale: È possibile dimostrare la prestazione lavorativa attraverso testimoni, purché vengano indicati il periodo di lavoro e le modalità della retribuzione percepita. Prove Documentali: E-mail, messaggi WhatsApp, registrazioni di orari di ingresso e uscita, ricevute di pagamenti non ufficiali. Buste Paga Fittizie: Se il datore di lavoro ha erogato pagamenti fuori busta e il lavoratore riesce a dimostrare che la cifra percepita era superiore a quella dichiarata, può richiedere il ricalcolo del TFR sulla base della retribuzione effettiva. Se un datore di lavoro si rifiuta di corrispondere il TFR, il lavoratore può: Tentare una conciliazione: Tramite un sindacato o un legale, si può cercare di risolvere la questione in modo bonario. Fare una vertenza: Presentare una denuncia all’Ispettorato del Lavoro per far accertare l’esistenza del rapporto di lavoro e ottenere il pagamento di quanto dovuto. Ricorrere al Tribunale del Lavoro: Se il datore di lavoro continua a non riconoscere il TFR, il lavoratore può agire in giudizio. In questo caso, sarà fondamentale avere prove sufficienti per dimostrare il rapporto di lavoro e l’effettiva retribuzione percepita. Anche se si è lavorato in nero, il diritto al TFR non viene meno. Il lavoratore può e deve far valere i propri diritti, utilizzando le prove documentali e testimoniali a sua disposizione. La legge è chiara: il TFR è una forma di compensazione per il lavoro svolto, e nessun datore di lavoro può sottrarsi a questo obbligo. Chi si trova in questa situazione può rivolgersi a un avvocato del lavoro per ottenere il riconoscimento di quanto gli spetta.