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Come funziona il bonus per chi resta al lavoro nel 2025?

Monica Negri
Monica Negri
2025-08-24 14:44:19
Numero di risposte : 19
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Il bonus consiste in un aumento netto in busta paga pari al 9,19% della retribuzione, equivalente alla quota di contributi previdenziali normalmente a carico del lavoratore. Questo importo viene corrisposto fino al raggiungimento dei 67 anni, soglia attuale per la pensione di vecchiaia. L’incentivo si rivolge a coloro che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, decidono di restare al lavoro. Il meccanismo è semplice: chi decide di rinunciare temporaneamente alla pensione, riceve l’equivalente dei contributi previdenziali che non versa più, direttamente in busta paga. La novità introdotta dalla Manovra è che questa quota non è soggetta né a tasse né a ulteriori trattenute, rendendo il beneficio pienamente netto. Il bonus sarà erogato dalla prima finestra utile di pensionamento anticipato, purché la domanda sia stata presentata in tempo.
Giancarlo Caruso
Giancarlo Caruso
2025-08-19 17:00:04
Numero di risposte : 19
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Chi potrebbe già andare in pensione perché ne avrebbe i requisiti ma sceglie di continuare a lavorare avrà dritto in busta paga uno stipendio più alto. È questo il cuore del cosidetto Bonus pensione 2025 di cui si sta parlando in questi giorni, anche detto Bonus Giorgetti perché rilanciato.
Romolo Bianco
Romolo Bianco
2025-08-11 16:30:05
Numero di risposte : 16
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Chi ha i requisiti per andare in pensione anticipata, con quota 103 o con più di 40 anni di lavoro, potrà chiedere di avere i suoi contributi previdenziali in busta paga e non ci pagherà le tasse. Si tratta della possibilità per questo insieme di lavoratori, di continuare a restare nelle proprie aziende, invece che andare in pensione, ottenendo in cambio la facoltà di vedersi accreditati direttamente in busta paga i contributi finora versati all’Inps, pari al 9,19% dello stipendio per il settore privato e del 8,85% per il pubblico. La misura era stata già introdotta due anni fa, con la legge di Bilancio del 2023 ma con la manovra del 2025 l’opzione diventa più allettante, perché si prevede che la quota di contributi non versati alla previdenza obbligatoria vengano esentati dalla tassazione. Tuttavia, inevitabilmente, questo comporterà un assegno pensionistico più magro rispetto a quello a cui si avrebbe diritto continuando a versare i contributi all’Inps. Per calcolare la convenienza dell’adesione è allora il caso di fare qualche calcolo. Lo ha fatto, nelle scorse settimane, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che vigila sui conti pubblici. Ebbene, secondo le simulazioni dell’Upb, per lavoratore che scegliesse questa opzione a 62 anni, con una retribuzione lorda di 40 mila euro, il vantaggio complessivo alla fine del periodo sarebbe di quasi 7 mila euro in cinque anni, come differenza tra i 18.500 euro in più percepiti nei cinque anni che lo separano dalla pensione e la somma delle minori pensioni nel corso della vita, stimate in circa 11.700 mila euro. Al momento il Governo stima un’adesione piuttosto limitata alla misura, anche in virtù del poco appeal che ha dimostrato avere nei due anni precedenti, e prevede una platea di circa 7 mila soggetti che potrebbero sfruttare l’opzione, su un totale di circa 450 mila che ne avrebbero diritto, per un costo complessivo, che al suo massimo, nel 2030, sarà di circa 30 milioni di euro.
Enrico Morelli
Enrico Morelli
2025-08-02 15:11:10
Numero di risposte : 22
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Il Bonus Maroni premia chi resta a lavorare anche se ha già i requisiti per la pensione. In concreto, consiste nel versamento in busta paga dei contributi previdenziali che normalmente andrebbero all’Inps. Si tratta di circa il 9,49% della retribuzione lorda mensile. C'è, inoltre, un vantaggio aggiuntivo: questi contributi non vengono tassati, quindi l’aumento netto in busta paga è pieno. Si tenga però presente che i contributi non versati non vengono conteggiati per la pensione, che sarà quindi più bassa una volta raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia. Per ottenere il bonus bisogna presentare una richiesta all’Inps, che verifica i requisiti entro 30 giorni e comunica l’esito al datore di lavoro. La risposta, come spesso accade quando si parla di pensioni, dipende dalla situazione personale. Chi sceglie di andare in pensione prima, con Quota 103 o anticipata ordinaria, di solito accetta un assegno pensionistico più basso rispetto a quello che maturerebbe aspettando i 67 anni. Chi invece sceglie di restare al lavoro e ricevere il Bonus Maroni, ha uno stipendio più alto oggi, ma non accumula ulteriori contributi per la pensione. Questo significa che, una volta raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia, l’importo sarà più basso. Si tratta dunque di una questione di equilibrio tra più soldi subito o più pensione domani.
Renzo Ricci
Renzo Ricci
2025-07-24 16:24:38
Numero di risposte : 20
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I lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che privato, che maturano i requisiti per la pensione con Quota 103 entro il 31 dicembre 2025 e scelgono di non andare in pensione possono ricevere un bonus economico che può arrivare fino al 10% della retribuzione. I lavoratori che aderiscono al posticipo della pensione possono ricevere direttamente in busta paga l’importo dei contributi previdenziali che il datore di lavoro verserebbe normalmente all’INPS. Questo significa che l’incentivo corrisponde a circa il 9,19% - 10% della retribuzione. L’incentivo decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, a condizione che sia trascorsa la cosiddetta finestra mobile. L’incentivo rimane valido fino al raggiungimento dell’ età pensionabile, a meno che il lavoratore non decida di interromperlo anticipatamente e optare per la pensione. L’INPS ha attivato un nuovo servizio online denominato “Domanda d’incentivo al posticipo del pensionamento”, attraverso il quale i lavoratori possono inviare la richiesta e ottenere il beneficio economico.
Gerlando Parisi
Gerlando Parisi
2025-07-24 13:07:59
Numero di risposte : 21
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I lavoratori possono rinunciare all’accredito dei contributi a loro carico. In cambio, gli importi corrispondenti alla quota dei contributi vengono erogati direttamente in busta paga. Le somme così corrisposte non sono imponibili né ai fini fiscali, per i soli iscritti all'Assicurazione Generale Obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive della medesima, né ai fini contributivi. Il datore di lavoro viene sollevato dall’obbligo di versamento dei contributi a carico del lavoratore che ha esercitato la facoltà dell’incentivo al posticipo del pensionamento. È sempre obbligato, invece, a versare i contributi della quota a carico del datore di lavoro. L’obbligo di versamento dei contributi della quota a carico del lavoratore viene meno a partire dalla prima decorrenza utile della pensione anticipata flessibile o della pensione anticipata, in caso di presentazione della domanda di rinuncia in data antecedente alla prima decorrenza utile. Per i lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata flessibile negli anni 2024 e 2025, il relativo trattamento pensionistico decorre trascorsi i seguenti termini: sette mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro diversi dalle pubbliche Amministrazioni e i lavoratori autonomi. Per i requisiti della pensione anticipata flessibile maturati nel mese di gennaio 2025, l’esonero contributivo non può avere una decorrenza antecedente: 1° agosto 2025, per i lavoratori dipendenti privati. L’incentivo decade nei seguenti casi: revoca della facoltà di rinuncia, con decorrenza dal primo giorno del mese successivo.