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Qual è il regime fiscale per i lavoratori autonomi in Italia?

Zelida Mancini
Zelida Mancini
2025-08-06 03:36:11
Numero di risposte : 22
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I regimi fiscali previsti per i lavoratori con partita IVA sono due: regime ordinario e regime forfettario. Il primo si applica per quei professionisti che hanno un volume d’affari superiore a 65.000 euro annuali. In questo caso pagheranno l’IVA del 22% e l’IRPEF determinata in base ad un sistema di tassazione progressiva a scaglioni, con la possibilità di escludere dalle tasse le spese documentate legate allo svolgimento della propria attività di lavoro autonomo e i contributi previdenziali. Chi ha invece aperto una partita IVA in regime forfettario potrà beneficiare di una tassazione agevolata, applicata a chi ha un incassato annuo inferiore ai 65.000 euro. La tassazione agevolata è pari al 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni di attività. Inoltre non verrà applicata l’IVA in fattura. Tutte le tasse non verranno calcolate sull’effettivo totale dei guadagni, ma esclusivamente su una parte definita in base al codice ATECO, il quale identifica l’attività economica svolta dal lavoratore autonomo. Facciamo l’esempio di un giornalista freelance che ha incassato 40.000 euro in regime forfettario. Il suo coefficiente di redditività è del 67% e dunque dovrà pagare le tasse su 26.800 euro. Se esercita la professione da più di cinque anni dovrà versare il 15%, ovvero 4.020 euro di tasse. Per i contributi previdenziali dovrà invece verificare le norme previste dalla cassa di previdenza dell’ordine e, una volta determinata questa cifra, avrà chiaro qual è il suo guadagno netto in un anno. Oltre alle tasse che andranno versate allo Stato, bisogna aggiungere anche i contributi previdenziali, da corrispondere all’INPS o alla cassa di previdenza del proprio ordine professionale, se ne è provvisto. In questo caso la percentuale da versare in base al reddito cambia, ma è sempre calcolata dopo l’applicazione del coefficiente di redditività.
Concetta De rosa
Concetta De rosa
2025-07-24 17:33:56
Numero di risposte : 31
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Il regime fiscale per i lavoratori autonomi in Italia prevede l'estensione del regime forfetario, con un'unica soglia di accesso dei compensi/ricavi pari a 65.000 euro. L'imposta del 15% sostituirà IRAP, IRPEF e addizionali regionali e comunali. Inoltre, chi aderisce al regime forfettario sarà escluso dall'applicazione dell'IVA, dagli studi di settore, dagli ISA. A decorrere dal 1° gennaio 2020 è istituita un'imposta sostitutiva pari al 20% del reddito d'impresa e sostituirà IRAP, IRPEF e addizionali regionali e comunali, saranno inoltre esonerati dalla applicazione dell'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e dai relativi obblighi. Le disuguaglianze impositive, già oggi presenti fra redditi da lavoro dipendente e quelli da lavoro autonomo e/o impresa individuale, verranno ulteriormente ampliate a causa dei benefici fiscali riconosciuti a quest'ultimi derivanti dalle imposte proporzionali e dalla soppressione delle ritenute d'acconto per la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi. Per un lavoratore autonomo con un reddito imponibile di 35.000 euro, ad esempio, l'imposta Irpef sarà pari a 5.250 euro, mentre per un dipendente a parità di reddito sarà di 9.659 euro, il 45,64% in più. La progressività è limitata esclusivamente ai lavoratori dipendenti, e come al crescere del reddito imponibili di riferimento l'aliquota netta applicata sia nettamente superiore per i redditi da lavoro dipendente, con un divario che negli esempi analizzati arriva a 18 punti percentuali.
Michele Palmieri
Michele Palmieri
2025-07-24 16:20:06
Numero di risposte : 34
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Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato pensato per lavoratori autonomi e imprese individuali o familiari. Prevede una tassazione con aliquota al 15% calcolata sul reddito imponibile, determinato applicando il coefficiente di redditività previsto dal codice ATECO ai ricavi e compensi percepiti, al netto dei contributi previdenziali versati. Il regime forfettario con partita IVA consiste in un sistema semplificato che ha l’obiettivo di non gravare con imposte onerose sui lavoratori autonomi senza un grande volume d’affari o sulle piccole imprese. I principali vantaggi del regime forfettario sono: l’applicazione del regime di cassa per la determinazione del reddito, ovvero si considerano solo i ricavi o compensi effettivamente percepiti nel periodo d’imposta; la determinazione a forfait dei costi dell’attività, a prescindere da quelli effettivamente sostenuti; l’esclusione da IVA, ISA e ritenute di acconto. Il regime forfettario prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva al 15% con delle eccezioni. Infatti, per le start-up l’aliquota è fissata al 5% per i primi 5 anni di attività a patto, però, che vengano rispettati i seguenti requisiti. Il regime forfettario e la fatturazione elettronica obbligatoria comporta che dal 1° luglio 2022 i contribuenti in regime forfettario che hanno superato i 25.000 euro di fatturato sono obbligati alla fatturazione elettronica. Il soggetto che emette la fattura non dovrà indicare l’IVA nel documento di vendita e non potrà detrarla dagli acquisti. Per le fatture di importo superiore a 77,47 euro è obbligatoria la marca da bollo da 2 euro da applicare sul documento originale.
Elga Vitali
Elga Vitali
2025-07-24 14:57:41
Numero di risposte : 29
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Per i lavoratori autonomi professionali residenti in Italia la ritenuta a titolo d’acconto è del 20%. Chi svolge un lavoro autonomo in modo abituale, continuo ed esclusivo con un soggetto residente in Italia deve aprire la partita Iva e svolgere tutti gli adempimenti fiscali nel corso della propria attività. Il primo passo è verificare se l’attività può rientrare nell’agevolazione del regime forfetario. Se non rientra nel regime forfetario, sono previsti i seguenti adempimenti: tenere le scritture contabili presentare la dichiarazione dei redditi Modello Redditi PF presentare, se dovuto, il prospetto degli Indici sintetici di affidabilità fiscale presentare, se dovuta, la dichiarazione Irap svolgere, se dovuti, gli obblighi Iva. Le ritenute sono dette “a titolo d’acconto” perché i redditi su cui si applicano sono soggetti a tassazione ordinaria e vanno indicati nella dichiarazione dei redditi. Anche le ritenute andranno indicate nella dichiarazione e diminuiranno l’imposta complessivamente dovuta dal contribuente. Se invece il lavoratore autonomo non è residente in Italia la ritenuta è del 30% ed è “a titolo d’imposta”, cioè è definitiva e non va inserita nella dichiarazione dei redditi.