Come posso lasciare tutta l'eredità al mio coniuge?
Quirino De Angelis
2025-08-22 08:22:51
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: 19
In mancanza di figli, di ascendenti, di fratelli o sorelle, al coniuge si devolve tutta l'eredità.
In altre parole, in assenza di prole, di ascendenti e di fratelli e sorelle del de cuius, il coniuge superstite ne diviene erede universale.
Come abbiamo visto, esistono quote che il Legislatore riserva per legge a determinati parenti.
Ebbene, fratelli e sorelle non hanno il diritto alla cosiddetta “quota legittima” e quindi, qualora non siano presenti genitori o discendenti, il testatore può escluderli dalla successione e lasciare tutto il patrimonio al coniuge.
Per evitare controversie e possibili faide familiari, rivolgersi al notaio fin dall'inizio, e farsi guidare da lui nella stesura del proprio testamento.
Il testamento si può modificare in qualunque momento.
Romolo Damico
2025-08-15 09:13:57
Numero di risposte
: 19
Il regime di separazione dei beni perde infatti automaticamente di validità con il decesso di uno dei due coniugi, con la conseguenza che il coniuge superstite avrà diritto alla quota dell’eredità dell’altro coniuge.
La legge italiana stabilisce infatti che una quota della nostra eredità è obbligatoriamente riservata a determinati soggetti: il coniuge, i figli o gli ascendenti.
Così, se abbiamo un figlio o solo il coniuge, il suo patrimonio è diviso in due identiche parti: una metà disponibile e l’altra riservata dalla legge al figlio o al coniuge.
Diverso il caso se il testatore ha un figlio e il coniuge: in questo caso la quota indisponibile è pari a due terzi del patrimonio, mentre il terzo rimanente è liberamente disponibile.
Al coniuge superstite spetta sempre il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza famigliare e il diritto di uso sui mobili che la corredano.
Eventuali accordi o patti in forza dei quali un coniuge si impegna a rinunciare in futuro all’eredità dell’altro sono assolutamente vietati e radicalmente nulli in quanto illeciti.
Moreno Colombo
2025-08-12 04:50:33
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: 35
Nemmeno il testatore, quindi, può negare la quota di legittima agli eredi definiti legittimari.
È tecnicamente possibile redigere un testamento che contraddica questo principio; tuttavia, esso rischia di essere contestato e potenzialmente annullato dagli eredi legittimari.
Viceversa, i legittimari possono accettare le disposizioni lesive delle proprie quote di diritto tramite un atto notarile denominato Acquiescenza.
I legittimari possono essere il coniuge, i discendenti (figli) o gli ascendenti (genitori) in mancanza di figli.
A loro è destinata la quota di legittima, secondo proporzioni di volta in volta diverse a seconda della specifica situazione familiare.
Esistono, alcune componenti reddituali che sono escluse dal calcolo della quota legittima e che possono essere destinate a chi si desidera in piena libertà.
Indennità di preavviso; Trattamento di Fine Rapporto; Quote di fondi pensione liquidate solo ai beneficiari;
Le cifre provenienti da queste entrate possono essere indirizzate tramite il testamento a chi si desidera, perché gli eredi legittimari non possono avanzare su di esse alcuna pretesa legale.
La quota disponibile di ogni patrimonio può essere destinata non solo a familiari, ma anche a persone senza legami di sangue oppure a enti e organizzazioni.
È una pratica preziosa e diffusa, ad esempio, quella di indicare un’associazione umanitaria come beneficiario del proprio lascito testamentario.
Puoi decidere di indicare MSF come destinatario del tuo atto di generosità.
Questa possibilità ti permetterà di lasciare in eredità molto più che dei beni materiali, ma un aiuto concreto e tangibile a chi ne ha davvero bisogno.
Donare a MSF è un modo per dare ancora più valore alla tua eredità, senza ledere i diritti dei tuoi eredi e dei legittimari.
Michela Longo
2025-07-29 06:33:48
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: 18
Se una persona non ha fatto testamento, alla sua morte si aprirà quella che tecnicamente viene definita la successione legittima. In sostanza è la legge a stabilire chi deve ereditare e lo fa dando priorità ai parenti più prossimi escludendo i più remoti. Ebbene, nel caso dei coniugi senza figli, l’eredità senza testamento: va interamente all’altro coniuge, se non ci sono altri parenti prossimi come i genitori o i fratelli e le sorelle. Fratelli e sorelle non hanno diritto alla legittima; questo significa che possono essere esclusi lecitamente dall’eredità mediante un testamento con cui, ad esempio, il de cuius potrà lasciare tutti i suoi beni al coniuge.
Assunta Ferretti
2025-07-29 03:49:21
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: 27
Il coniuge del defunto senza figli eredita tutto solamente se i genitori non sono più in vita: questi ultimi, infatti, sono eredi necessari ai quali quindi tocca per legge una quota di eredità.
In altre parole, non è possibile lasciare tutto alla moglie se i genitori sono ancora viventi.
Dunque, essere sposati senza figli non significa necessariamente far ereditare tutto al coniuge, il quale deve dividere l’eredità con i genitori eventualmente ancora in vita.
Secondo la legge, infatti, sia il coniuge che gli ascendenti sono legittimari, cioè eredi necessari che non possono essere estromessi neanche per espressa volontà testamentaria.
Se la persona sposata senza figli muore senza fare testamento, le quote che spettano agli eredi sono prestabilite dalla legge: si parla in questi casi di successione legittima.
Nel caso in cui il de cuius abbia fatto testamento, al coniuge e ai genitori spetta una quota di legittima che non può essere in alcun modo ridotta; nello specifico:
½ dell’eredità spetta di diritto al coniuge;
¼ dell’eredità spetta agli ascendenti;
¼ restante fa parte della quota disponibile, che il testatore è libero di attribuire a chiunque.
Dunque, se il de cuius dovesse lasciare tutto al coniuge nonostante abbia almeno uno dei genitori in vita, il testamento potrebbe essere impugnato dai legittimari pretermessi – cioè dai genitori – entro il termine di dieci anni, affinché sia riconosciuta la loro quota.
Jarno Rossetti
2025-07-29 02:24:36
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: 26
I coniugi possono stipulare una convenzione matrimoniale affinché il coniuge superstite riceva tutti i beni accumulati durante il matrimonio. Per legge egli ne riceve solo la metà. Grazie alla convenzione matrimoniale, il superstite deve dividere con gli altri eredi soltanto la parte dei beni che il defunto possedeva già al momento del matrimonio o che ha ereditato durante il matrimonio. Se, a complemento della convenzione matrimoniale, ai figli è lasciata la porzione legittima in un testamento a favore del coniuge superstite, a loro spetta soltanto un quarto dei beni propri. Una rinuncia all'eredità deve essere sancita in un contratto successorio stipulato per atto pubblico. In caso di comunione dei beni, i beni propri diventano per la maggior parte beni comuni, che appartengono a entrambi i coniugi in ragione di un mezzo ciascuno. I coniugi possono inoltre convenire che i beni comuni siano devoluti integralmente al partner superstite, a condizione che i figli rinuncino alla loro porzione legittima. Chi intende favorire al massimo il proprio partner può anche concedergli l’usufrutto sulla quota ereditaria legittima dei figli comuni. Il coniuge riceve in tal caso una metà della proprietà, di cui può disporre liberamente, e l’altra metà, la quota dei figli, da poter gestire in veste di usufruttuario, tenendo per sé i proventi che ne derivano come interessi, proventi dalla locazione e dividendi.
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