:

Che cosa stabilisce l'accordo?

Noemi Romano
Noemi Romano
2025-09-02 20:12:30
Numero di risposte : 12
0
Gli Accordi Stato Regioni sulla formazione, rispondendo alle indicazioni del D.Lgs. 81/08, individuano durata, contenuti minimi, modalità della formazione obbligatoria e della verifica finale di apprendimento dei corsi di sicurezza nonché le specifiche dei corsi per l’abilitazione all’uso di determinate attrezzature di lavoro. Il nuovo Accordo Stato Regioni sulla formazione del 17/4/25, oltre ad accorpare gli Accordi sopra elencati ha anche ampliato e ulteriormente specificato i criteri per l'organizzazione corsi accordo stato regioni. L’Accordo Stato Regioni sancito il 17/4/2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24/5/2025: da tale data è entrato in vigore. L’Accordo del 2025 sostituisce e abroga gli Accordi Stato Regione precedentemente pubblicati. L’Accordo Stato Regioni 2025 norma la formazione del: datore di lavoro, dirigente, preposto, lavoratore, DL SPP, Coordinatore per la sicurezza, RSPP, ASPP, lavoratori addetti ai lavori in spazi confinati, lavoratori addetti all’uso di particolari attrezzature.
Morgana Neri
Morgana Neri
2025-09-02 16:35:48
Numero di risposte : 17
0
L'articolo 216 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) stabilisce che l'Unione può concludere accordi con uno o più paesi terzi o organizzazioni internazionali, a condizione che la conclusione di un accordo sia necessaria a raggiungere, nel contesto delle politiche dell'Unione, uno degli obiettivi contemplati nei trattati. L'accordo sia previsto da un atto dell'Unione giuridicamente vincolante. L'accordo possa incidere su norme comuni o modificarne l'ambito di applicazione. Gli accordi relativi a tali settori sono noti come accordi misti. Gli accordi internazionali conclusi dall’Unione sono vincolanti per le istituzioni e gli Stati membri, i quali sono quindi obbligati a rispettarne le disposizioni. Queste fanno parte integrante del diritto dell’Unione e rientrano in una categoria specifica, distinta dal diritto primario e derivato. L'Unione, dotata di personalità giuridica, possiede: competenza esclusiva per la negoziazione e la conclusione degli accordi per conto proprio. Competenza concorrente a tale scopo con i propri Stati membri se sono a loro volta coinvolti nella conclusione degli accordi. I settori di competenza concorrente sono elencati nell’articolo 4 del TFUE. Gli accordi internazionali conclusi dall'Unione sono vincolanti per le istituzioni e gli Stati membri, i quali sono quindi obbligati a rispettarne le disposizioni. Le disposizioni fanno parte integrante del diritto dell'Unione e rientrano in una categoria specifica, distinta dal diritto primario e derivato.
Emidio Bruno
Emidio Bruno
2025-09-02 15:09:46
Numero di risposte : 14
0
L'accordo delle parti è uno dei requisiti del contratto nell'ordinamento civile italiano. Lo stabilisce l'art. 1325 del codice civile ai sensi del quale: "I requisiti del contratto sono: l'accordo delle parti; la causa; l'oggetto; la forma, quando risulta che è prescritta dalla legge sotto pena di nullità". Si ha un accordo quando due o più persone manifestano reciprocamente le proprie volontà, e queste sono dirette allo stesso scopo. Con l'accordo il contratto è stipulato o concluso. La mancanza d'accordo determina la nullità del contratto.
Walter Gentile
Walter Gentile
2025-09-02 15:07:43
Numero di risposte : 7
0
L'obiettivo generale dell'Accordo è chiaro: limitare l'aumento della temperatura globale a 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, e idealmente limitarlo a 1,5 °C. L'Accordo di Parigi prevede che tutti i Paesi che lo adottano, indipendentemente dal loro stadio di sviluppo economico, forniscano un piano d' azione nazionale globale in materia di clima, chiamato contributo determinato a livello nazionale (NDC). Gli NDC sono dei piani di riduzione delle emissioni di gas serra forniti dai singoli Paesi, in conformità con gli obiettivi dell'Accordo. L'Accordo di Parigi stabilisce un quadro per facilitare il sostegno finanziario, tecnologico e di sviluppo delle capacità dal Nord al Sud del mondo. Entro il 2020, i Paesi più ricchi del mondo si sono impegnati a fornire 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima ai Paesi più colpiti dai cambiamenti climatici e a mantenere questo livello almeno fino al 2025.