:

Che differenza c'è tra pensione di vecchiaia e pensione di anzianità?

Concetta De rosa
Concetta De rosa
2025-10-24 06:37:01
Numero di risposte : 31
0
La pensione di vecchiaia può essere richiesta a 67 anni, con un requisito contributivo minimo di 20 anni, l'importo della pensione risulti pari a quello dell'assegno sociale. In alternativa, è possibile accedere a 71 anni con 5 anni di contribuzione effettiva, prescindendo dall'importo della pensione raggiunto. La pensione di anzianità dipende dall'anzianità dei contributi versati nel tempo. In particolare, i lavoratori che hanno almeno 15 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1992 possono accedere alla pensione di anzianità. I lavoratori invalidi al 80% possono accedere alla pensione di anzianità con requisiti anagrafici ridotti (55 anni per le donne e 60 anni per gli uomini). L'accesso alla pensione di anzianità richiede generalmente un'età inferiore rispetto alla pensione di vecchiaia e una maggiore anzianità contributiva. La pensione di anzianità può essere richiesta prima dei 67 anni se si possiedono i requisiti contributivi e anagrafici richiesti. I lavoratori con attività gravose o faticose possono accedere alla pensione di anzianità con requisiti anagrafici ridotti (66 anni e 7 mesi). La differenza sostanziale tra la pensione di vecchiaia e la pensione di anzianità riguarda i requisiti anagrafici di accesso e la durata dei contributi versati nel corso della propria vita lavorativa.
Marina Piras
Marina Piras
2025-10-24 04:23:06
Numero di risposte : 19
0
Non ha più senso parlare di pensione di vecchiaia o anticipata, come invece si continua a fare. Vanno entrambe abolite e sostituite da una pensione lavorativa, per maturare la quale è sufficiente raggiungere con il regime contributivo un montante adeguato. Ai lavoratori in regime misto, una categoria che con il tempo è destinata a scomparire, è riservata anche una pensione integrativa per riconoscere i versamenti effettuati prima del 1996 con il sistema retributivo. In questo modo, nessuno percepirebbe più di quello che gli spetta e chi ha maturato un rateo sufficiente può andare in pensione a suo piacimento, ma senza gravare sui conti pubblici. Tale semplificazione del sistema previdenziale metterebbe, però, a nudo la vera questione che si dovrebbe affrontare, ovvero l’insufficienza dei contributi versati dai giovani lavoratori per avere in futuro una pensione dignitosa.