Chi paga le tasse di successione se si rinuncia all'eredità?

Nunzia Palumbo
2025-07-16 17:18:56
Numero di risposte
: 5
Eredi e legatari sono tenuti al pagamento dell’imposta di successione liquidata dall’Agenzia delle Entrate sulla base della dichiarazione di successione.
La dichiarazione di successione deve essere presentata da eredi, legatari o anche da coloro che sono semplicemente chiamati all’eredità.
Una volta presentata la dichiarazione di successione, l’imposta è calcolata sul valore della quota di eredità o legato spettante al singolo beneficiario, al netto di specifiche riduzioni e detrazioni.
Da ciò si evince facilmente che chi rinuncia all’eredità non deve pagare l’imposta di successione e, se lo ha già fatto, ha diritto a chiedere il rimborso.
Il chiamato all’eredità o il legatario che rinuncia all’eredità o al legato prima della scadenza del termine per la dichiarazione o chiede la nomina di un curatore dell’eredità giacente, non è obbligato a presentare la dichiarazione ma ne deve dare comunicazione all’Agenzia delle entrate competente a mezzo di raccomandata a.r., allegando copia autentica della dichiarazione di rinuncia o dell’istanza di nomina del curatore.

Barbara Marini
2025-07-10 01:26:56
Numero di risposte
: 12
In caso di rinuncia all'eredità senza testamento, la distribuzione della quota ereditaria avviene in modo diverso a seconda della tipologia di successione ereditaria cui ci si trovi davanti. Se un coerede rinuncia all'eredità in una successione legittima, la sua quota viene distribuita in parti uguali tra gli altri coeredi, a meno che non ci sia diritto di rappresentazione. In una successione testamentaria, la quota del rinunciante può andare agli altri coeredi o, se non ci sono coeredi, può aumentare la quota disponibile per disposizioni libere del testatore. In ogni caso, è importante considerare attentamente le disposizioni testamentarie e le leggi sulla successione per determinare come la rinuncia all'eredità influenzi la distribuzione e l'assegnazione delle quote. La rinuncia all'eredità è l’atto giuridico mediante il quale un potenziale erede manifesta la volontà di non accettare i diritti e gli obblighi che derivano dall'eredità di una persona defunta. L'atto di rinuncia deve essere compiuto mediante una dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del Tribunale del circondario del luogo in cui è stata aperta la successione. Ci sono tre situazioni da considerare che potrebbero impossibilitare la rinuncia all'eredità. Se il chiamato nel possesso dei beni ereditari non redige l'inventario entro tre mesi dall'apertura della successione, non può rinunciare e viene considerato erede puro e semplice. Se il chiamato nel possesso dei beni ereditari redige l'inventario ma non esprime la volontà di accettare con beneficio entro 40 giorni successivi, viene anch'egli considerato erede puro e semplice. Se qualcuno sottrae beni ereditari, perde il diritto di rinunciare all'eredità e viene considerato erede puro e semplice, anche se in seguito decidesse di rinunciare. Per prendere una decisione sull'accettazione o la rinuncia all'eredità, si dispone di un periodo di 10 anni che inizia dalla dichiarazione di successione, nello specifico dalla morte del titolare del patrimonio. Tuttavia, se il "chiamato all'eredità" è già nel possesso dei beni del defunto, come ad esempio un figlio convivente con il genitore deceduto, i termini si riducono. In questo caso, è necessario: Entro 3 mesi dall'apertura della successione il chiamato all'eredità deve redigere un inventario dei beni ereditari. Entro 40 giorni successivi alla redazione dell'inventario è richiesto al chiamato all'eredità di comunicare la sua decisione, che può essere l'accettazione o la rinuncia all'eredità.

Helga D'amico
2025-07-02 13:16:58
Numero di risposte
: 9
Il chiamato all’eredità che decide di rinunciare alla stessa non dovrà presentare la dichiarazione di successione e, quindi, non dovrà pagare l’imposta conseguente.
Anche gli eredi che siano ONLUS o religiosi sono esentati dal pagare l’imposta di successione.
La dichiarazione può essere presentata utilizzando i servizi telematici forniti direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
In alcuni casi si è esentati dal pagare l’imposta di successione.
Il chiamato all’eredità che decide di rinunciare alla stessa non dovrà presentare la dichiarazione di successione e, quindi, non dovrà pagare l’imposta conseguente.
Infine, non è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione quando si verificano le seguenti condizioni: Il valore del bene non supera i 100.000 euro;
L’eredità non include beni immobili o diritti reali immobiliari;
L’eredità è stata devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto.
A dover presentare la dichiarazione di successione sono gli eredi, i quali devono effettuare questa operazione entro dodici mesi dall’apertura della successione.
Innanzitutto, il chiamato all’eredità che decide di rinunciare alla stessa non dovrà presentare la dichiarazione di successione e, quindi, non dovrà pagare l’imposta conseguente.
Anche alcune categorie di beni sono esclusi dal pagamento dell’imposta di successione, in quanto non formano attività ereditarie e sono:
I titoli emessi dallo stato;
I crediti vantati nei confronti dello Stato e non ancora riconosciuti;
I crediti rivendicati in sede giudiziaria quando ancora non si è giunti a sentenza;
I trattamenti di fine rapporto e indennità da lavoro non ancora percepite al momento del decesso;
I beni immobili iscritti nel Pubblico registro automobilistico;
I beni culturali assoggettati ai veicoli di pregio architettonico, storico o culturale;
Il passaggio di aziende o di rami di aziende;
Le quote sociali;
Le azioni ereditate dal coniuge e dagli eredi in linea retta;
Le indennità previste dalle assicurazioni previdenziali del defunto.

Gianni Martino
2025-06-21 11:26:19
Numero di risposte
: 10
Chi rinuncia all’eredità deve pagare la tassa di successione.
Per rispondere a questa domanda, partiamo da principio, spiegando cos’è la dichiarazione di successione.
Si tratta di un adempimento fiscale che deve essere eseguito dagli eredi entro dodici mesi dalla data di morte.
La dichiarazione di successione si presenta all’Agenzia delle entrate e non comporta l’accettazione o la rinuncia dell’eredità.
Pertanto, l’erede potrebbe rinunciare all’eredità anche dopo la presentazione della dichiarazione di successione.
Anche la dichiarazione di successione ha un costo: si devono pagare le imposte di successione;
imposte che non deve versare chi ha rinunciato all’eredità e non è entrato in possesso e in proprietà dei beni ereditari.
Per evitare la richiesta del pagamento, è opportuno presentare all’Agenzia delle entrate la copia autentica della dichiarazione di rinuncia.
Cosa fare se l’imposta era già stata versata?
In questo caso, l’erede rinunciatario può richiedere il rimborso della tassa di successione presentando una dichiarazione di successione integrativa.

Kai Barone
2025-06-21 11:00:19
Numero di risposte
: 7
La rinuncia è un atto con il quale il chiamato all’eredità dichiara di non volerla acquistare, ad esempio perché i debiti del defunto sono superiori ai crediti.
Ne consegue che nessun creditore potrà rivolgersi a lui per il pagamento dei debiti ereditari.
Il diritto di rinunciare all’eredità può essere esercitato entro dieci anni dal giorno della morte del defunto.
Decade dal diritto di rinunciare, e si considera erede puro e semplice, il chiamato all'eredità che ha sottratto o nascosto beni spettanti all'eredità stessa.
Il termine può essere abbreviato attraverso l’esercizio di una azione interrogatoria.
Chi è chiamato all'eredità può rinunciare ad essa con una dichiarazione scritta ricevuta da un notaio o dal Cancelliere del Tribunale.
Significa che chiunque vi ha interesse può chiedere al Tribunale che sia fissato un termine entro il quale il chiamato dichiari se accetta o rinunzia all'eredità.

Mario Sanna
2025-06-21 07:35:36
Numero di risposte
: 7
La rinuncia all'eredità viene generalmente richiesta dagli eredi quando l'eredità è gravata da debiti al fine di non dovervi rispondere e in tal caso dovrà essere effettuata anche da tutti i discendenti del rinunciante. La rinuncia può essere fatta anche per agevolare altri coeredi con un unico passaggio di proprietà qualora l'eredità sia attiva. La rinunzia fatta gratuitamente a favore di tutti coloro ai quali si sarebbe devoluta la quota del rinunziante non ha effetto finché, a cura di alcuna delle parti, non siano osservate le forme indicate dalla legge. Se non vengono rispettate le formalità previste la rinuncia è invalida: il rinunciante è da considerarsi ancora un chiamato all'eredità.
Per la redazione dell'atto di rinuncia alla eredità occorrono: certificato di morte in carta libera, 1 marca da bollo da € 16,00, documento valido di riconoscimento, codice fiscale del defunto e del rinunciante, copia conforme del testamento, nota di iscrizione a ruolo, versamento per la registrazione di € 200,00 da effettuarsi solo dopo la redazione dell'atto. La procedura per la presentazione della dichiarazione può variare a seconda del Tribunale di competenza.
Per la rinuncia alla eredità presentata tramite notaio, oltre agli importi su indicati, sono da corrispondere anche le spese del notaio. La rinuncia all'eredità deve farsi con dichiarazione, ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione e inserita nel registro delle successioni.
Attenzione al fatto che la rinuncia è un negozio giuridico formale, e deve essere compiuto con la forma prevista dalla legge a pena di nullità. La rinuncia non può essere: parziale, condizionata, a termine. E' nulla, in quanto in contrasto con il divieto di patti successori la rinuncia fatta prima dell'apertura della successione.
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