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Chi viene pagato per primo in caso di fallimento?

Ethan Ferraro
Ethan Ferraro
2025-09-21 07:03:12
Numero di risposte : 28
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Il primo debitore a ricevere il pagamento non è necessariamente la generazione più anziana, bensì quella più recente. Le passività che sorgono durante lo stesso processo di fallimento, denominate "crediti verso l'eredità", sono quelle che hanno la priorità rispetto alla liquidazione. Ne è un esempio la retribuzione corrispondente agli ultimi trenta giorni lavorativi dei collaboratori della società. Una volta che i beneficiari iniziali hanno recuperato i propri fondi, le istituzioni finanziarie, in particolare le banche, hanno spesso la priorità come creditori garantiti da ipoteca. I dipendenti sono determinati ad avere la precedenza su tutti gli altri stakeholder, seguiti da istituzioni pubbliche come la Previdenza Sociale e il Tesoro. In definitiva, partner e fornitori sono gli ultimi a ricevere i pagamenti. Gli obblighi prioritari che vengono soddisfatti sono i "crediti verso l'eredità", che comprendono gli emolumenti salariali corrispondenti ai lavoratori degli ultimi trenta giorni, nonché gli onorari percepiti dal curatore fallimentare e le spese legali derivanti dall’avvio della procedura fallimentare.
Gerlando Monti
Gerlando Monti
2025-09-14 02:36:24
Numero di risposte : 23
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I creditori privilegiati, come i dipendenti, vengono pagati per primi in caso di fallimento. Il curatore nominato deve accertare i crediti sorti prima della dichiarazione di fallimento. I lavoratori sono generalmente sufficienti le buste paga rilasciate dal datore di lavoro e la certificazione unica. Una volta che il credito è stato inserito nello stato passivo esecutivo è possibile chiedere all’Inps, attraverso il suo Fondo di garanzia, di provvede a pagare al posto del datore di lavoro il trattamento di fine rapporto e le retribuzioni maturate negli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro, nonché i ratei di tredicesima /quattordicesima riferiti alle ultime tre mensilità. Il Fondo di garanzia dell’Inps provvede al pagamento sia del TFR rimasto in azienda sia di quello alla previdenza complementare e non versato dal datore, purché la domanda di intervento sia presentata entro cinque anni decorrenti dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Cosetta Greco
Cosetta Greco
2025-09-01 11:48:29
Numero di risposte : 25
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I creditori involontari sono coloro che hanno subito un danno a causa di fatti illeciti degli organi della procedura o dell’impresa di cui fosse stato continuato l’esercizio in corso di procedura, e possono quindi essere considerati come crediti sorti "in occasione" della procedura. I crediti prededucibili, come ad esempio quelli derivanti da spese sostenute per la gestione e l’amministrazione del patrimonio del fallito, sono soddisfatti in via preferenziale rispetto agli altri creditori. I creditori prededucibili si avvantaggiano dell’ulteriore protezione accordata con l’esenzione da revocatoria (art. 67 l. fall.).